elisabetta

LE STELLE PORTA-FORTUNA


C’era una volta, in una piccola casetta vicino al lago, una donna di nome Ebe. Viveva sola, triste. La sua casa era sempre in ordine, cucinava anche per i poveri, accudiva tanti animali soli e aveva anche il tempo per dedicarsi al suo bell’orto e al ricamo. Una sera di settembre, durante una delle prime nebbie che avvolgevano il lago, Ebe sentì bussare alla porta. Ando' ad aprire e si trovo' di fronte due bambini tristi e bagnati dall’umidita'. Li guardo' un po' incuriosita e disse: “Ciao bambini miei, come mai soli in questa notte fredda e umida?”. I piccoli non ebbero nemmeno il tempo di rispondere che caddero per terra, svenuti.La donna allora li prese in braccio uno per volta e li porto' nel suo letto. Si accorse subito che avevano la febbre alta, li copri' con una bella coperta da lei ricamata e preparo' un brodo. Li curo' tutta notte con amore, come fossero i suoi figli, e la mattina dopo stavano gia' molto meglio.Quando il sole sorse, la bambina si sveglio', si guardo' attorno e sveglio' subito impaurita il fratellino: “Sveglia Leo, svegliati, guarda dove siamo, guarda che bella casa”. Il bambino apri' gli occhi frastornato e vide il viso della sorella preoccupato. Si alzo' subito dal letto e osservo' attentamente la stanza: un letto grande, morbido, con una coperta rossa, un lume acceso sul comodino di legno, le tende rosse alle finestre, un armadio piccolo ma ben costruito, e tantissime stelle disegnate sulle pareti. “Leo ma dove siamo?” disse ancora la piccola Betty seduta sul letto. Il fratello la guardo' e un sorriso nacque sul suo volto. “Betty…ti ricordi ieri sera?”, “ricordarmi di cosa Leo? Abbiamo cenato come sempre e poi siamo andati a letto non prima di aver detto le nostre preghiere alla mamma e al papa' lassu' in cielo”, “no Betty…dopo le preghiere…mentre io guardavo fuori dalla finestra?”, “la stella…” rispose la piccola con il sorriso, “si…la stella…”.In quel momento si apriì la porta ed entro' la donna: “Buongiorno ragazzi, vedo che state molto meglio, volete latte e biscotti appena sfornati?”.I bambini accennarono un si con la testa e seguirono Ebe in cucina dove trovarono una tavola imbandita di biscotti, torte, pasticcini, frutta fresca e fiori per decorazione.Si sedettero a tavola senza pronunciare parola e si saziarono. Ebe li guardava incantata con gli occhi lucidi dalla felicita' e i due bambini, alla fine della colazione, la guardarono e le sorrisero.“Allora bambini, cosa facevate da soli in giro nella nebbia? Lo sapete che puo' essere pericoloso! I vostri genitori dove sono?”.Leo e Betty ritornarono tristi e abbassarono lo sguardo, il bimbo rispose con un sibilo di voce: “La nostra mamma e il nostro papa' sono morti nell’incendio della nostra casa mentre tentavano di salvare i pochi mobili che avevamo”. “Ora siamo soli” continuo' Betty “e viviamo con la zia Agata, ma lei non ci vuole bene, ci maltratta, e dice che si vuole liberare di noi appena riuscira' a sposare il principe Amedeo”.Ebe rimase senza fiato: due creature così piccole potevano soffrire in quel modo? E chiese allora: “Ma una cosa non capisco… se voi abitate in citta', come avete fatto a raggiungere la mia casa qui vicino al lago? E' troppo distante!”.A quel punto anche i bambini rimasero sorpresi e si fecero ripetere dalla donna dove si trovavano. Ebe rispose: “Ma come? Mi state prendendo in giro? Siete venuti fin qua da soli, a piedi, e non sapete che posto e' questo?”.Leo si avvicino' alla sorella, la prese per mano e disse con voce ferma: “Ci scusi per il disturbo. Noi torniamo a casa. Grazie per la colazione”, e tiro' Betty vicino alla porta, pronto per andarsene.Ma la vecchietta li fermo' dicendo che non voleva mandarli via e che loro non erano di disturbo, voleva solo trovare una spiegazione a quel miracolo.“Miracolo?” esclamo' la piccola bloccandosi sull’uscio di casa, “come miracolo?”.Ebe si sedette a tavola e racconto': “Vedete bambini, io tanti anni fa persi i miei due figli in un incendio della mia vecchia casa, mio marito mi abbandono' dando la colpa a me dell’accaduto e da allora vivo sola qua vicino al lago.” Leo e Betty ascoltarono meravigliati quella storia e Ebe continuo': “Ho sempre vissuto sola e triste fin quando il mese scorso un barbone mi fece un regalo dopo che io gli avevo offerto del pane e del brodo caldo. Era una scatola di latta chiusa con un piccolo lucchetto assicurandomi che sarebbe stato un porta-fortuna per me…” e tiro' fuori dal cassetto della tavola quell’oggetto un po' arrugginito, “La chiave mi accorsi di avercela io da sempre come ciondolo donato da mia nonna. Aprii la scatola e ne uscirono infinite stelle dorate che mi avvolsero e si attaccarono alle pareti e ai soffitti della mia casa mettendo di nuovo luce e calore nella mia vita. Trovai anche un biglietto dove c’era scritto di esprimere un desiderio.”A quel punto Leo la fermo' e disse che anche lui aveva espresso un desiderio alle stelle: di trovare una casa e una famiglia dove poter vivere con amore insieme alla sorella.Betty sorrise e domando' a Ebe quale invece fu il suo desiderio. “ho chiesto a Dio di avere due bambini soli e tristi da curare e amare per il resto della mia vita, non avendo più i miei figli.”All’improvviso una stella, la più grande e luminosa, si stacco' dal soffitto e cadde sul tavolo sprigionando una luce accecante e calda, e una voce di donna molto tenera disse: “Ebe… questo e' il tuo desiderio… loro due bambini sono soli e hanno bisogno di una mamma che li cresca e li ami. Leo, Betty, questo e' il vostro desiderio…lei sara' la vostra mamma, accuditela nel corso degli anni”. Tutte le stelle della casa si staccarono e volarono via nel cielo formando un intenso manto luminoso sopra il lago. La donna e i bambini si abbracciarono, si misero a piangere dalla commozione e vissero felici e contenti insieme, uniti dall’amore e dal rispetto.ELISABETTA