Creato da bettatlc82 il 24/12/2006
io e solo io
 

LA COMPAGNIA

Mi sono alzato
mi son vestito
e sono uscito solo solo per la strada
Ho camminato a lungo senza meta
finché ho sentito cantare in un bar
finché ho sentito cantare in un bar.
Canzoni e fumo
ed allegria
io ti ringrazio sconosciuta compagnia.
Non so nemmeno chi è stato a darmi un fiore
Ma so che sento più caldo il mio cuor
So che sento più caldo il mio cuor
Felicità.
Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già
Tristezza va
una canzone il tuo posto prenderà
Abbiam bevuto
e poi ballato
è mai possibile che ti abbia già scordato?
Eppure ieri morivo di dolore
ed oggi canta di nuovo il mio cuor
oggi canta di nuovo il mio cuor.
Felicità
Ti ho perso ieri ed oggi ti ritrovo già
Tristezza va
una canzone il tuo posto prenderà.

VASCO

 

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LA FIABA

Post n°29 pubblicato il 22 Gennaio 2007 da bettatlc82

La fiaba e’ un tipo di narrazione i cui protagonisti non sono quasi mai animali (tipici invece nella favola), ma creature umane, coinvolte in avventure straordinarie con personaggi dai poteri magici come fate, orchi, giganti e cosi’ via.

Le fiabe sono state tramandate oralmente, ma c'e’ chi le ha raccolte e trascritte dando loro una particolare struttura come Charles Perrault in Francia, i fratelli Grimm in Germania, e ai nostri tempi Italo Calvino in Italia e Aleksander Afanasiev in Russia. Gli inventori di fiabe sono invece il danese Hans Christian Andersen, l'italiano Collodi (Pinocchio), l'inglese James Matthew Barrie (Peter Pan).

Forse perche’ io lavoro con i bambini, ma a me le fiabe piacciono ancora.Voi ne avete una preferita? Una che vi e’ rimasta nel cuore?

io, da eterna romantica, scelgo CENERENTOLA

“bidibi bodibi bu”

 

C'era una volta, tanto tempo fa, una vedova che aveva due figlie bruttine ed anche un po' antipatiche. Un giorno sposo’ un ricco gentiluomo, che aveva una figlia. Le sorellastre, invidiose perche’ era bella e dolce, la presero immediatamente in antipatia.

 

 

Anche la matrigna la trattava male affidandole i lavori di casa piu’ pesanti e lasciandola sempre vestita di stracci. Tutte si facevano servire come grandi signore e mentre la fanciulla era sempre gentile ed allegra, loro invece litigavano continuamente. Quando la sera poteva finalmente riposarsi, si sedeva in un angolo del camino, dove aveva scoperto una tana di topolini che diventarono i suoi migliori amici.

 

Proprio perche’ trascorreva la serata vicino al fuoco, aveva sempre le guance ed il vestito sporchi di cenere. Cosi’ le sue antipatiche sorellastre per prenderla in giro incominciarono a chiamarla Cenerentola. Un bel giorno accadde un fatto davvero straordinario. Dal castello arrivo’ un paggio con un proclama e comincio’ a leggere:

 

 "Il figlio del re, il principe erede al trono, annuncia che fra tre giorni si terra’ un gran ballo cui sono invitate tutte le ragazze in eta’ da marito!. "Il principe cerca moglie!" esclamo’ la matrigna. "Chi, se non una delle mie dolci figlie e’ più degna di diventare una principessa?" 

 

Al ballo dovrete essere bellissime, anzi splendide! Andiamo a preparare gli abiti piu’ eleganti". Subito le due sorellastre iniziarono a correre qua e la’, litigando come al solito e dando ordini a Cenerentola. Quanto sarebbe piaciuto anche a lei almeno per una volta indossare un bel vestito, salire su una carrozza ed andare con loro! Ma con quegli stracci addosso… Come poteva fare? Arrivo’ cosi’ la sera del gran ballo. La matrigna e le sorellastre altezzose come sempre, tutte agghindate nei loro vestiti nuovi come delle uova di Pasqua, salutarono Cenerentola e salirono in carrozza. Non appena ebbero svoltato l'angolo, lei corse vicino al camino e scoppio’ in un pianto dirotto. Persino i suoi amici topolini non sapevano proprio come consolarla! Ma ecco che improvvisamente dal nulla comparve una fatina piccola e grassottella con un sorriso allegro, tutta vestita di rosa. Guardandosi intorno incuriosita disse a Cenerentola: "Su, non piangere adesso sistemo tutto io. Dimmi un po', vorresti andare anche tu al ballo?" "Mi piacerebbe tanto", rispose "ma è impossibile! Non ho nemmeno un abito da sera…" "Non esiste la parola impossibile per una fata" affermo’ sventolandole la sua bacchetta magica sotto il naso. "Voglio esaudire il tuo desiderio, ma mi serve una zucca". "Una zucca?" ripete’ sorpresa Cenerentola. "Poi chiama i tuoi amici topolini e anche la talpa".

 

Cenerentola corse nell'orto, scelse la zucca più grande e chiamo’ i suoi amici. La fata socchiuse gli occhi e…. magia! La zucca si trasformo’ in una splendida carrozza, i topolini in meravigliosi cavalli bianchi e la grossa talpa in un perfetto cocchiere. "Ecco fatto, mia cara, ma manca la cosa piu’ importante!" Strinse gli occhi, impugno’ la sua bacchetta e… il vestito di Cenerentola si trasformo’ in un abito splendido, tessuto con fili di seta azzurra e trapuntato di candide perle.

 

Poi Cenerentola, sbigottita, si trovo’ ai piedi due meravigliose scarpette di cristallo. Era elegantissima: ora si che sembrava una vera principessa! "Adesso puoi andare al ballo, ma ricorda una cosa molto importante", disse la fata con il suo sorriso allegro "la mia magia durera’ solamente fino a mezzanotte. Al dodicesimo rintocco dell'orologio la carrozza ritornera’ zucca, i cavalli saranno di nuovo topolini e i tuoi abiti stracci!" Cenerentola ringrazio’ la fatina, sali’ sulla carrozza e parti’ felice verso il palazzo. Finalmente fece il suo ingresso nella sala da ballo: quando apparve davanti agli invitati, scese un gran silenzio, persino l'orchestra smise di suonare, sbalordita da quella bellezza.

Tutti si chiedevano chi fosse mai quella splendida fanciulla di cui nessuno conosceva il nome. Il principe, piu’ di ogni altro, rimase incantato dalla sua grazia e semplicita’. Fra tutte le dame che aveva visto a corte, quella fanciulla era come una rosa appena sbocciata! Immediatamente invito’ Cenerentola a ballare e per tutta la serata non si separo’ da lei. Le antipatiche sorellastre e la matrigna si rodevano dalla rabbia per quella sconosciuta che aveva rovinato i loro piani, proprio nel bel mezzo della serata.

 

 Ad un tratto, l'orologio della torre suono’ il primo rintocco di mezzanotte. Cenerentola, ricordandosi di cio’ che la fata le aveva detto, fuggi’ dalle braccia del suo principe senza nemmeno salutarlo. Mentre correva giu’ dalla scalinata del palazzo reale, inciampo’ e perse una scarpina di cristallo. Non poteva fermarsi, ormai l'orologio stava gia’ battendo il settimo rintocco e non c'era piu’ tempo! Il principe la vide correre via con il suo bellissimo vestito azzurro senza riuscire a fermarla. Cenerentola sali’ veloce sulla carrozza e fuggi’. Tutti gli invitati restarono sbalorditi. Poi ascolto’ il dodicesimo rintocco: le parole della buona fata si avverarono immediatamente.

 

Dopo qualche giorno busso’ di nuovo alla porta il paggio, portava su un cuscino la scarpina di cristallo. "Per ordine del re, tutte le fanciulle del regno devono provare questa scarpetta" disse il paggio. "Chi riuscira’ ad infilarla sposera’ il nostro principe!" Non vi dico le sorellastre! Correvano tutte eccitate a destra e a sinistra nella casa, litigavano per decidere chi dovesse provare per prima e tentarono di infilare la scarpina spingendo con forza, senza ottenere alcun risultato. Ma il paggio noto’ Cenerentola che rimaneva in disparte. "Tutte le fanciulle devono provarla!" disse. "Ma come, ora non vorrete scherzare, lei e’ solo una piccola stracciona!" rispose la matrigna indignata. "Ordine del re!" ribatte’ il paggio severo, porgendo subito la scarpina anche a Cenerentola.

 

Immaginatevi l'espressione delle tre donne quando videro che era perfetta e sembrava proprio fatta su misura per il suo piedino! In quel momento, sbalordite, riconobbero la dama sconosciuta del ballo. Il paggio reale accompagno’ Cenerentola, la matrigna e le sorellastre a palazzo, dove giorni piu’ tardi, si celebrarono delle nozze favolose: gli sposi furono festeggiati a lungo con musiche e danze per tutta la notte!

 

Per ordine del re furono invitati anche la fatina, i topolini e la talpa che aveva fatto da cocchiere. Il principe, raggiante di gioia per aver finalmente ritrovato la dolce principessa che aveva temuto di perdere per sempre, scese con lei la scalinata verso la sala del banchetto. La matrigna e le sorellastre compresero d'un tratto le ingiustizie e le cattiverie che avevano fatto subire a Cenerentola in tutti quegli anni, si gettarono pentite ai suoi piedi e le chiesero sinceramente perdono. Cenerentola lo fece di tutto cuore: era troppo felice in quel momento per provare rancore.

 

Cosi’ anche le sorelle si sposarono nello stesso giorno con due gentiluomini di corte e non litigarono piu’. Tutti andarono ad abitare nel palazzo del principe, anche i topolini che Cenerentola aveva voluto portare con se’, ebbero un'immensa cantina ed un camino tutto per loro dove giocare e nascondersi. La talpona poi, nei giardini del castello pieni di fiori e di piante profumatissime, si divertiva e scavava interminabili gallerie, sbucando all'improvviso. Anche la fatina grassottella, tutta vestita di rosa, ogni tanto appariva sorridente dal camino, con la bacchetta magica in mano, per salutare i suoi amici. E cosi’ vissero tutti felici e contenti per molti molti anni.

 
Rispondi al commento:
bettatlc82
bettatlc82 il 22/01/07 alle 13:20 via WEB
la bella e la bestia è bellissima. e ha un significato profondo. complimenti per la scelta. sorriso eli
 
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