Creato da filippo.mele il 04/11/2014
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SCANZANO J. IL 3 GENNAIO LA SOGIN DOVRA' PUBBLICARE L'ELENCO DEI SITI
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 21.11.14
SCANZANO JONICO - “Deposito delle scorie nucleari d'Italia in Basilicata? Grazie, no”. Un rifiuto ribadito in un convegno con cui l'associazione ScanZiamo le scorie, nata in quel 13 novembre 2003 in cui il Governo Berlusconi decretò il cimitero atomico a Terzo Cavone, ha inteso ricordare quella battaglia pacifica e civile. Che costrinse il Consiglio dei ministri dell'epoca a fare marcia indietro. “No” all'unisono da Donato Nardiello, presidente dell'associazione organizzatrice; Salvatore Iacobellis, sindaco del centro jonico; Pino Lacicerchia, suo alter ego di Craco; Vito Di Trani, primo cittadino di Pisticci; Gennaro Labollita, numero 1 dell'amministrazione di San Giorgio Lucano. Ed anche Massimo Scalia, docente di fisica a La Sapienza di Roma, già al fianco di Scanzano e della Basilicata contro la scelta del novembre 2003 della Sogin, la spa pubblica deputata alla individuazione del sito dove il Deposito dovrebbe sorgere, ha sostenuto che la nostra regione “ha già dato”. Pur evidenziando che un Deposito, come da intesa europea, l'Italia lo dovrà pur costruire. Ed in tempi stretti. Il 3 gennaio prossimo la Sogin dovrà pubblicare l'elenco dei siti idonei d'Italia. Poi, però, si passerà ad una fase nuova rispetto alla “scelta di Scanzano Jonico”: quella delle autocandidature. Regioni e Comuni, cioè, potranno avanzare proprie disponibilità. Ci saranno, è stato chiesto a Scalia? E qui la risposta è stata sorprendente per l'uditorio: “Con molta probabilità si. Con il Deposito si parla di contribuzioni sostanziose da parte dello Stato. Io spero che le autocandidature, se ci saranno, siano dettate da responsabilità verso i territori e l'ambiente e non da mera acquisizione di soldi”. Sicuramente, però, non ci saranno “avance” dalla Basilicata. Dove sembrano pronti a rifare “un'altra Scanzano”, se fosse necessario. “Un fischio – ha detto Nardiello – e tutti i centomila che sfilarono contro il Governo Berlusconi nel 2003 sarebbero pronti a scendere di nuovo in piazza”. Ha moderato i lavori del convegno il giornalista della Gazzetta, Filippo Mele, che seguì la protesta di 11 anni fa e che ha proposto di cambiare il nome di Scanzano Jonico in Scanzano della battaglia e di istituire un albo degli amici illustri del Comune metapontino da far firmare, per primo, proprio a Scalia.
A POLICORO. SI PARLA D'ENERGIA E CAMBIAMENTI IN UN CONVEGNO
POLICORO – L'anniversario della protesta antinucleare di Scanzano Jonico e del Metapontino, organizzato da ScanZiamo le scorie, continuerà oggi con un incontro al Liceo Fermi. Dalle 10.30 si parlerà di “Energia e cambiamenti climatici”. Interverranno la docente Pompea Lopatriello ed il vicepresidente dell'associazione organizzatrice Antonello Bonfantino. Relazione del fisico Massimo Scalia, docente all'università La sapienza di Roma. Coordinerà i lavori il giornalista Gianluca Pizzolla.
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POLICORO. L'UOMO E' STATO ARRESTATO DAI CARABINIERI DOPO AVER COLPITO CON UN COLTELLO DA CUCINA IL RIVALE
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 20.11.14
POLICORO – Un uomo, Daniel Constantin Prohozescu, 32 anni, di nazionalità rumena, con precedenti di polizia, è stato arrestato in flagranza di reato dai carabinieri della locale Compagnia con le accuse di tentato omicidio nei confronti di un connazionale e di porto abusivo di coltello di genere vietato. A scatenare la violenza i “fumi” dell'alcool ed i complimenti galanti rivolti alla sua convivente durante una cena. Il fatto è avvenuto domenica scorsa. Attorno alle 23 un equipaggio del 112 si è recato in un’abitazione di via Fiume, nel centro della città, ove era stata segnalata una lite finita a coltellate. Gli uomini dell'Arma hanno constatato la presenza di due fratelli rumeni di cui uno aveva la testa ed il volto insanguinati dopo un’aggressione a colpi di coltello da parte di un connazionale residente a poca distanza. Ed i carabinieri, dopo aver chiamato il 118, che ha trasportato il ferito in ospedale, hanno identificato l’aggressore. L'uomo, interrogato, ha fornito indicazioni utili alla ricostruzione della vicenda consentendo il rinvenimento ed il sequestro di un coltello da cucina con la lama lunga 29 cm di sua proprietà, già nascosto in un un tombino fognario. Gli investigatori, così, hanno potuto ricostruire l'accaduto. Domenica sera il feritore e la sua convivente erano stati invitati a cena a casa dei due fratelli per un compleanno. Nel corso della festa, però, complice l'elevato consumo di alcool, uno dei fratelli ha rivolto attenzioni alla donna. Da qui un acceso diverbio ed una colluttazione tra i due e l'aggressore, rimasto ferito. Prohozescu, allora, dopo essersi allontanato con il suo nucleo familiare dall’abitazione degli “amici”, si è recato a casa sua e, dopo essersi armato del coltello, è tornato dai due fratelli ferendone più volte uno alla testa e al volto. La vittima, dopo le prime cure all’ospedale di Policoro, è stata trasportata al San Carlo di Potenza in prognosi riservata. Alle 4 di lunedì scorso il feritore è stato arrestato e tenuto sotto controllo dai carabinieri nel reparto di chirurgia generale dell'ospedale jonico dove era stato ricoverato per le lesioni a sua volta riportate con una prognosi di dieci giorni. Ma martedì scorso, dopo le sue dimissioni, è stato accompagnato nella Casa circondariale di Matera su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale materano, Salvatore Colella.
SE LA VIOLENZA NASCE PER I “FUMI” DELL'ALCOOL
GLI ABUSI E I RISCHI
POLICORO – Capita spesso che le forze dell'ordine, segnatamente, nel caso, i carabinieri della locale Compagnia, indichino nelle conseguenze di “bevute” lo scatenarsi di fatti di cronaca. Fatti gravi, come un tentato omicidio. A sentire gli uomini dell'Arma, cioè, l'alcool, consumato in dosi eccessive, non pare essere un buon consigliere. Anzi, è un cattivo consigliere. Sia per le conseguenze a lungo termine sulla salute sia per quelle a breve termine derivanti dal guidare un'auto, manovrare macchinari, rapportarsi agli altri. E, badate bene, qui non si tratta di rumeni o di albanesi o di italiani. Il consumo di alcool in dosi superiori a quelle consentite scatena la violenza per “futili motivi” in soggetti di qualsiasi nazionalità.
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POLICORO. STAVA PER ESSERE VENDUTA ALL'ASTA SUL WEB
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 19.11.14
POLICORO – Ormai è conosciuto come “il denario di Heraclea” da quando è stata diffusa la notizia del suo recupero da parte dei carabinieri del Nucleo tutela del patrimonio culturale di Bari. Si tratta di una moneta di argento di epoca romana di assoluta rarità risalente al periodo della Guerra Civile (91 - 87 a. C.). Le indagini sul caso sono partite dalla segnalazione dell'Osservatorio per i beni numismatici di interesse archeologico del Ministero dei beni e delle attività culturali che aveva individuato l'asta in cui era stata proposta la moneta. Una rogatoria internazionale ha permesso di accertare che il bene, ceduto per la vendita a più case d'asta, era di provenienza italiana. Il prezioso reperto, pertanto, è stato recuperato mentre stava per essere venduto all'asta sul web nella Repubblica di San Marino. Due persone sono state denunciate per ricettazione e per aver trasferito all'estero il bene culturale senza attestato di libera circolazione o licenza di esportazione. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Bari, Marcello Quercia, sono ancora in corso per recuperare eventuale altro materiale detenuto illecitamente. “La moneta – hanno spiegato i carabinieri - ha caratteristiche di pregio sia dal punto di vista della composizione sia per l'ottima conservazione dei rilievi su entrambi i lati”. Secondo quanto emerso dalle indagini, era stata sottratta durante scavi clandestini compiuti a Policoro, sulla collina dove sorgeva la città magno greca di Heraclea. Il dato sulla provenienza ha fatto si che il “denario” venisse affidato in custodia alla Soprintendenza dei beni archeologici della Basilicata. Attesa la sua esposizione nel Museo della Siritide.
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VALSINNI. LA POSIZIONE DI SINDACO E CONSIGLIERI
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 19.11.14
Il sindaco e i consiglieri comunali di Valsinni hanno chiesto al presidente della Regione, Marcello Pittella, con una nota a firma del primo cittadino Gaetano Celano, “di aumentare e migliorare i sistemi di controllo sulle attività estrattive pur riconoscendo che il petrolio rappresenta una risorsa naturale in grado di produrre ricchezza e dare un importante contributo all'evoluzione del sistema socio - economico della Basilicata”. Nella lettera è stato anche chiesto di vigilare sulla corretta applicazione dell'articolo 38 del decreto Sblocca Italia.
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NOVA SIRI. IN CINQUE MINUTI SI PERCORRONO SEI CHILOMETRI DI STRADA. PRIMA OCCORREVA UN TEMPO PIU'LUNGO
APERTURA COMPLETA DEL TRACCIATO SULLA STATALE JONICA. “MA LA POLITICA DEVE FARSI PERDONARE 35 ANNI DI RITARDI”, DICONO I CITTADINI
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO 18.11.14
NOVA SIRI - “Si, adesso si viaggia che è una bellezza. In cinque minuti percorriamo sei km di strada che, sino a dieci giorni fa, richiedevano almeno cinque volte tanto. Senza contare le lunghissime code al semaforo all'incrocio con la Statale Sapri - Jonio. Nei week end estivi per superare quell'ostacolo occorrevano ore agli automobilisti in transito”. Così, Giuseppe Corrado, ieri, mentre in auto con lui percorrevamo la nuova Statale 106 ammodernata a due corsie per senso di marcia con spartitraffico centrale, banchine a raso, e senza i pericolosissimi accessi a raso. Corrado da decenni, con altri cittadini, è stato sostenitore del tracciato odierno. Ecco come ha raccontato le fasi della sua lunga battaglia contro gli interessi elettorali della politica locale. “A metà degli anni '80 venne presentato il primo progetto di raddoppio da Comune, sindaco Cosimo Latronico, ed Anas. Il tracciato era a circa un chilometro all'interno di quello attuale. Sarebbe stato, nel caso, uno scempio di territorio e di agricoltura. Io mi opposi scrivendo ad Anas e parlando con gli amministratori locali. Che non vollero sentire ragioni. Mi rivolsi ad un legale che fece opposizione puntando sui costi eccessivi dell'intervento. Costi, rispetto a quel che è stato speso per questo ammodernamento, almeno triplicati. Diciamo che misi in mora l'Anas. Che, infatti, non realizzò più quel progetto ritenendolo di costo eccessivo e comunicando la decisione alla fine degli anni '90”. Cosa accadde allora? “Che vennero messi in ballo altri due tracciati. Uno spaccava a metà l'area archeologica di Cigno dei Vagni. O meglio: la superava con una sorta di cavalcavia. L'altro era quello attuale. Io ed altri cittadini ci battemmo a favore di quest'ultimo. Che fu approvato dal Consiglio comunale, sindaco Pino Battafarano, nel 2009. Ovviamente, si sa come vanno le cose, per progetto esecutivo, finanziamento, appalto, siamo saltati agli inizi del 2010. Ma ora ecco la fine dei lavori. O quasi”. Già. Se è vero che la nuova direzione Taranto - Reggio Calabria è percorribile dal 6 novembre scorso e che quella Reggio Calabria – Taranto lo è dalle ore 15 di domenica, ancora si lavora agli svincoli Rotondella e Nova Siri Sud. Abbiamo visto all'opera ruspe, camion, lavoratori. L'assenza di queste due infrastrutture a corredo del Variante costringe ad arrivare allo svincolo di Nova Siri centro per arrivare ai lidi, compreso quello di Rotondella. Intanto, l'ultimo semaforo sulla Jonica di Basilicata è andato in pensione sul serio. Ieri lo abbiamo visto, triste, con la luce gialla lampeggiante. “Nova Siri – ha concluso Corrado - finalmente respira. Certo, ci sono ancora problemi legati ai lavori agli svincoli ma quest'arteria è realtà. Dovranno recitare qualche mea culpa i politici che hanno gestito la nostra cittadina per il lunghissimo ritardo dagli anni '80 ai giorni nostri”.
UNA BATTAGLIA PER LA VARIANTE DI LUNGA DATA
I CITTADINI HANNO VISTO Più LONTANO DEI POLITICI
NOVA SIRI – Non solo rimbrotti nel “dialogo” di Giuseppe Corrado, esponente di quei cittadini che amano il loro territorio, ma anche ringraziamenti. Alla Gazzetta. “Il vostro giornale – ha detto ieri – ha sempre sostenuto le battaglie perchè questa arteria venisse ammodernata. E mi ha dato voce già col caporedattore Domenico Rivelli pur non essendo io esponente di partito o coalizione. Ero un cittadino che esprimeva le opinioni. E la Gazzetta le ha sempre raccolte”. Già. Il cronista ha ricordato una delle sue prime inchieste (anno 1988) per questo giornale effettuate proprio a Nova Siri. E tra gli intervistati ecco Corrado che si infervorava contro il primo tracciato della nuova Jonica, quello che, a suo dire, avrebbe ucciso Nova Siri. Già 35 anni fa si batteva per il tracciato odierno. Si può dire che ha visto più lontano di tanti che oggi hanno responsabilità politiche di primo piano?
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