FILOSOLFEGGIANDO

Metti una mano sulla coscienza


Un grande fisico del novecento, Richard Feynman, sosteneva che gli esseri umani sono "atomi con la coscienza, materia con la curiosità". La definizione poetica probabilmente è anche vera dal punto di vista scientifico. La coscienza dell’uomo, che in genere siamo portati a considerare un elemento superiore, una scintilla divina, un qualcosa che fluttua all’esterno di noi, non è altro che un prodotto dell’evoluzione, che si concretizza attraverso l’organizzazione e l’attività del cervello. Secondo alcuni studi, la coscienza tace quando, ad esempio dopo un ictus, un trauma del cervello, la funzione cerebrale viene ridotta. Si badi ciò non sminuisce il valore e la funzione della coscienza. Anzi. Dimostra come essa, facendo parte del nostro processo evolutivo, personale e di specie, ci appartenga in modo materialistico ma non per questo meno autentico. Il fatto che si riporti tutto a neuroni e sinapsi, ai processi cognitivi legati alla genetica, non riduce per nulla la grandezza dell’uomo. Pensiamo alle belle parole della poetessa Emily Dickinson:"Il cervelloè più grande del cielo,perché messi l’uno a fianco all’altroil primo conterrà il secondocon facilità,te compreso"