La crisi industriale della provincia di Savona assume ormai toni drammatici, è sufficiente leggere le pagine locali per vedere quanto i nostri lavoratori e le nostre industrie soffrono in questo momento, anche se i giornali non sempre danno chiaro il senso di questa crisi, nel senso che quando una grossa azienda industriale ad esempio la Bombardier entra in crisi tutti i media ne parlano, ma risulta più difficile conoscere la reale situazione che colpisce le piccole e micro aziende dai 3 ai 15-20 dipendenti. Il segretario generale della Fim Cisl Savona, Massimo Sensoli, afferma:”Nell’ ultimo anno molte di queste aziende hanno chiuso e molte hanno aperto procedure di cassa integrazione in deroga. Gli abitanti della Val Bormida questa situazione la conoscono bene, quasi tutte le famiglie hanno un familiare che ha perso il lavoro o è in cassa integrazione o disoccupato.La Valle sta perdendo a ritmi vertiginosi la sua connotazione industriale senza che nel futuro ci siano prospettive di occupazione di altro tipo. I Sindacati Confederali stimolati dalle Federazioni di categoria hanno portato avanti alcune iniziative importanti che hanno visto l’ inizio con lo sciopero dell’ industria del 1° marzo 2012 a Savona con una grande e partecipata manifestazione che conclusa sotto la prefettura di Savona. In quella occasione forte era stata la partecipazione dei lavoratori della Val Bormida”.Prosegue Sensoli:”Lo sciopero del 1° marzo ha visto un seguito nello sciopero dei soli metalmeccanici della Val Bormida il 18 aprile con una manifestazione e comizio in centro a Cairo Montenotte per mantenere alto il livello di attenzione delle istituzioni Valbormidesi sullo stato di crisi. Nel frattempo i Sindacati savonesi hanno ottenuto l’ apertura di un tavolo di crisi a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico per riportare al centro del nostro territorio i temi dello sviluppo e del lavoro. Nei due incontri svolti sono stati sviluppati i temi rispetto alle possibilità di sviluppo industriale nella nostra provincia e delle necessità che questo sviluppo comporta. Sono infatti necessari ingenti risorse economiche per dare corso ai progetti già avviati o che stanno completando l’ iter burocratico, sono necessari, inoltre, investimenti per attrarre nuovi insediamenti anche di proprietà estera ad esempio per una filiera delle energie rinnovabili, senza dimenticare quelle aziende che in provincia hanno in piedi da anni tentativi di espansione o diversa localizzazione (interna sempre al nostro territorio) che risentono delle difficoltà sia del mercato in contrazione sia delle lungaggini burocratiche.Bisogna fortemente investire sulla occupazione giovanile e sulla rioccupazione e riqualificazione dei lavoratori espulsi dai cicli produttivi altrimenti si rischia la paralisi per un tessuto sociale a grave rischio di tenuta. Già le avvisaglie ci sono come ad esempio la riduzione del trasporto pubblico su rotaia che ha messo in forte disagio i lavoratori delle aziende Trench e Schneider per la soppressione del treno dei pendolari”.Conclude il segretario provinciale Fim Cisl Savona, Sensoli:”Come Fim sono molto preoccupato per quanto potrà succedere a settembre, alla riapertura delle attività delle aziende metalmeccaniche, la crisi non da cenni di riduzione e saremo molto impegnati per intervenire sulle situazioni di calo produttivi o di fallimenti e chiusure che prevediamo potranno esserci entro la fine dell’ anno. Il 2013 sarà ancora un anno estremamente difficile visto che le grandi e medio aziende della nostra provincia che creavano indotto locale sono e saranno in crisi, non sono inoltre convinto che le misure prese a livello di politica nazionale sullo sviluppo siano sufficienti per il rilancio dell’ economia e dell’ industria, non vedo vere politiche per l’ occupazione e mancano i finanziamenti per le infrastrutture.Savona e la sua Provincia hanno bisogno di un piano urgente per collegare in maniera ottimale la zona costiera e l’ entroterra produttivo con uno sguardo verso il Piemonte e la Lombardia, un piano che sviluppi la capacità di movimentare persone e merci, prodotti industriali e materie prime perché senza un piano infrastrutturale adeguato, unito ad incentivi per l’insediamento industriale e per l’ occupazione, difficilmente saremo in grado di riavere un tessuto industriale sostenibile e produttivo nel nostro territorio con scarse possibilità, quindi, di invertire la tendenza che ormai dalla fine del 2008 vede avvicinare dalla nostra Provincia il limite di sostenibilità occupazionale ed economica che non può deve essere superato”. Salvatore Guerrisi
CRISI DIFFICILE LA SITUAZIONE IN PROVINCIA
La crisi industriale della provincia di Savona assume ormai toni drammatici, è sufficiente leggere le pagine locali per vedere quanto i nostri lavoratori e le nostre industrie soffrono in questo momento, anche se i giornali non sempre danno chiaro il senso di questa crisi, nel senso che quando una grossa azienda industriale ad esempio la Bombardier entra in crisi tutti i media ne parlano, ma risulta più difficile conoscere la reale situazione che colpisce le piccole e micro aziende dai 3 ai 15-20 dipendenti. Il segretario generale della Fim Cisl Savona, Massimo Sensoli, afferma:”Nell’ ultimo anno molte di queste aziende hanno chiuso e molte hanno aperto procedure di cassa integrazione in deroga. Gli abitanti della Val Bormida questa situazione la conoscono bene, quasi tutte le famiglie hanno un familiare che ha perso il lavoro o è in cassa integrazione o disoccupato.La Valle sta perdendo a ritmi vertiginosi la sua connotazione industriale senza che nel futuro ci siano prospettive di occupazione di altro tipo. I Sindacati Confederali stimolati dalle Federazioni di categoria hanno portato avanti alcune iniziative importanti che hanno visto l’ inizio con lo sciopero dell’ industria del 1° marzo 2012 a Savona con una grande e partecipata manifestazione che conclusa sotto la prefettura di Savona. In quella occasione forte era stata la partecipazione dei lavoratori della Val Bormida”.Prosegue Sensoli:”Lo sciopero del 1° marzo ha visto un seguito nello sciopero dei soli metalmeccanici della Val Bormida il 18 aprile con una manifestazione e comizio in centro a Cairo Montenotte per mantenere alto il livello di attenzione delle istituzioni Valbormidesi sullo stato di crisi. Nel frattempo i Sindacati savonesi hanno ottenuto l’ apertura di un tavolo di crisi a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico per riportare al centro del nostro territorio i temi dello sviluppo e del lavoro. Nei due incontri svolti sono stati sviluppati i temi rispetto alle possibilità di sviluppo industriale nella nostra provincia e delle necessità che questo sviluppo comporta. Sono infatti necessari ingenti risorse economiche per dare corso ai progetti già avviati o che stanno completando l’ iter burocratico, sono necessari, inoltre, investimenti per attrarre nuovi insediamenti anche di proprietà estera ad esempio per una filiera delle energie rinnovabili, senza dimenticare quelle aziende che in provincia hanno in piedi da anni tentativi di espansione o diversa localizzazione (interna sempre al nostro territorio) che risentono delle difficoltà sia del mercato in contrazione sia delle lungaggini burocratiche.Bisogna fortemente investire sulla occupazione giovanile e sulla rioccupazione e riqualificazione dei lavoratori espulsi dai cicli produttivi altrimenti si rischia la paralisi per un tessuto sociale a grave rischio di tenuta. Già le avvisaglie ci sono come ad esempio la riduzione del trasporto pubblico su rotaia che ha messo in forte disagio i lavoratori delle aziende Trench e Schneider per la soppressione del treno dei pendolari”.Conclude il segretario provinciale Fim Cisl Savona, Sensoli:”Come Fim sono molto preoccupato per quanto potrà succedere a settembre, alla riapertura delle attività delle aziende metalmeccaniche, la crisi non da cenni di riduzione e saremo molto impegnati per intervenire sulle situazioni di calo produttivi o di fallimenti e chiusure che prevediamo potranno esserci entro la fine dell’ anno. Il 2013 sarà ancora un anno estremamente difficile visto che le grandi e medio aziende della nostra provincia che creavano indotto locale sono e saranno in crisi, non sono inoltre convinto che le misure prese a livello di politica nazionale sullo sviluppo siano sufficienti per il rilancio dell’ economia e dell’ industria, non vedo vere politiche per l’ occupazione e mancano i finanziamenti per le infrastrutture.Savona e la sua Provincia hanno bisogno di un piano urgente per collegare in maniera ottimale la zona costiera e l’ entroterra produttivo con uno sguardo verso il Piemonte e la Lombardia, un piano che sviluppi la capacità di movimentare persone e merci, prodotti industriali e materie prime perché senza un piano infrastrutturale adeguato, unito ad incentivi per l’insediamento industriale e per l’ occupazione, difficilmente saremo in grado di riavere un tessuto industriale sostenibile e produttivo nel nostro territorio con scarse possibilità, quindi, di invertire la tendenza che ormai dalla fine del 2008 vede avvicinare dalla nostra Provincia il limite di sostenibilità occupazionale ed economica che non può deve essere superato”. Salvatore Guerrisi