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Potere ai risparmiatori - č finalmente giunto il momento di pianificare i prossimi investimenti.

Post n°3 pubblicato il 04 Marzo 2013 da financeadvisor_2013

 

Lo spread, come dimostrano anche le immediate reazioni del dopo voto, rappresenta il ritmo cardiaco non solo della finanza dei Paesi più deboli dell'eurozona, ma anche del risparmio. La capacità di influenzare prima di tutto psicologicamente le reazioni di chi con il denaro ha un rapporto di ricerca di difesa e investimento, porta il differenziale tra titoli di Stato italiani e tedeschi in un ruolo di calamita delle paure e delle incertezze.

Il risultato è che oggi ci troviamo davanti a quella che si potrebbe definire una delle grandi anomalie italiane: esiste infatti un'enorme massa di liquidità "parcheggiata" o frutto di smobilizzazioni come la vendita di prodotti finanziari, o di proprietà immobiliari (per chi ci riesce) dopo la stretta fiscale dell'Imu particolarmente pesante sulle seconde case.

Se analizziamo il dato pubblicato da «Plus24» la scorsa settimana sui conti di deposito, balza immediata oltre alle duecento offerte di vario tipo la crescita impressionante della raccolta, salita in un anno di cento miliardi superando il tetto dei 450 miliardi.
Rimanendo sempre sui conti, ci sono poi oltre 420 miliardi depositati dalle famiglie sui c/c tradizionali e quelli postali, agevolati dall'abbassamento dell'aliquota dal 27% al 20% e dal Fondo interbancario di garanzia che protegge (come per le formule a deposito) il correntista fino a 100mila euro.
Si tratta però solo del tratto più esterno e visibile del grande fiume carsico della liquidità che, nel corso degli ultimi anni, si è ingrossato sempre più, quasi incurante delle perdite dovute alla crisi perché bilanciate dalle immissioni degli investitori fuggiti da altri asset.

Una risorsa che in questo momento di grande incertezza ha scatenato grandi manovre da parte degli operatori, i quali stanno cercando di metabolizzare le proprie paure per intercettare quelle dei risparmiatori e convogliarle su diversi strumenti. Così sono proprio i risparmiatori a trovarsi in una posizione importante come non accadeva da tempo, con una capacità negoziale pesante.
È questo il momento prima di tutto di mantenere i nervi saldi, poi di cominciare a studiare nuove strategie di investimento. Va osservato il mercato per muoversi nella costruzione di un portafoglio equilibrato e in linea con le proprie finalità.
Senz'altro al primo posto deve essere messa la sicurezza di giusta copertura dell'immediato, ma, rallentando il respiro difficile di questi giorni, si deve iniziare a pianificare.

 

 
 
 

Elezioni 2013: il peggior risultato possibile, cosa fare?

Post n°2 pubblicato il 26 Febbraio 2013 da financeadvisor_2013
 
Foto di financeadvisor_2013

Alla luce degli spogli elettorali, siamo spettatori impotenti della più tragica situazione che i mercati azionari e obbligazionari italiani potessero aspettarsi: l'ingovernabilità del paese unita a una bassissima presenza in camera del partito capitanato da Monti, considerato dal mercato, garante e risolutore della situazione economica italiana.

Cosa succederà dunque sui mercato azionari?

la situazione non è delle più facili anche perché le elezioni coincidono, guarda caso, con le nuove emissioni dei titoli obbligazionari: BOT CTZ e BTP.

Il problema principale sta nei BOT titoli obbligazionari con cedola a lunga scadenza (verranno emessi titoli a. Scadenza decennale) e principali attori del terrorizzante spread.

Assisteremo senza ombra di dubbio a una fuga totale da questo titolo con un aumento sostanzioso dello spread. Che potrebbe arrivare facilmente e velocemente intorno a 400 con un controllo della BCE per fermarne l'ascesa.

cosa fare dunque? 

Il discorso e complicato. Se siete degli speculatori consiglio di stare fermi ed attendere i risvolti politici se siete risparmiatori potete acquistare con tranquillità e aspettare il pagamento della cedola... (Sempre che lo spread non superi il tetto dei 500)

il consiglio è comunque cautela, magari aspettare le prossime decisioni e concentrarsi sull'acquisto dei CTZ in rapporto 20/100...

Buona fortuna!

 

a.m.

 
 
 

Elezioni 2013 -il voto dei mercati

Post n°1 pubblicato il 24 Febbraio 2013 da financeadvisor_2013
 

Inauguriamo questo nuovo blog dedicato alla finanza e all'economia italiana e mondiale trattando l'argomento principe del palcoscenico economico-politico della nostra amata Italia.

Quali saranno i risvolti economici sui mercati azionari globali delle scelte a cui gli italiani sono oggi chiamati a fare?

Un'ottima risposta, esaustiva e che condivido pienamente, ci è data dal professore di Economia internazionale della facoltà degli studi di Torino, Mario Deaglio che riportiamo qui integralmente:

 

 

Quali sarebbero gli effetti di una eventuale ingovernabilità successiva alle elezioni del 24 e 25 febbraio?

 Indubbiamente l’ingovernabilità avrebbe effetti negativi, ma vorrei evitare i facili allarmismi. Se anche non avremo una maggioranza chiara, e sarà necessario trovare un’intesa di coalizione, non credo che il mattino del 26 febbraio lo spread si impennerà. I mercati staranno a guardare, ci daranno due settimane di tempo, e si adegueranno lentamente alle trattative post-elezioni.

 

Come sarebbe accolta dai mercati un’alleanza Bersani-Monti?

Per i mercati va sostanzialmente bene tutto, purché non ci sia Berlusconi. Al limite persino un Pdl senza Berlusconi sarebbe accolto in modo abbastanza positivo. Un Monti in posizione di superministro dell’Economia o di presidente del Consiglio andrebbe ancora meglio. La verità è che lo spread dell’Italia nella fase attuale dipenderà molto dalla situazione internazionale successiva al G20.

 

Quanto inciderà il fatto che con Bersani ci sia anche Vendola?

In via teorica per i mercati è del tutto indifferente. Ciò che conta è che ci sia un governo che disponga di una maggioranza parlamentare, che non contenga Berlusconi e che abbia un programma che sia compatibile con quanto le Borse mondiali ritengono utile. Tutto il resto è un problema soltanto degli italiani: non credo che i mercati si faranno influenzare dal fatto che ci siano riforme un po’ più a sinistra.

 

Ipotizziamo invece che il nuovo governo riesca a fare solo alcune riforme prima di tornare al voto. Andrebbero privilegiati i conti pubblici o riforme istituzionali, come una nuova legge elettorale capace di dare più stabilità nelle successive votazioni?

 

 

I mercati darebbero sicuramente la precedenza ai conti pubblici. Le leggi elettorali dei singoli paesi sono questioni tecniche abbastanza complicate, che le Borse in via normale non prendono in considerazione. A loro interessa il risultato prodotto della macchina elettorale, non la forma. I mercati non vanno scambiati per un governo-ombra, sono composti da persone che osservano l’Italia dall’esterno.

 

Per tranquillizzare questi osservatori, quale risultato elettorale sarebbe il migliore?

I mercati vogliono sentirsi dire che l’Italia rispetterà gli impegni presi. Ciò che conta è che questo sia affermato in modo autorevole, cioè con il sostegno di una sufficiente maggioranza parlamentare.

 

A quali impegni si riferisce?

A quelli che sono stati assunti già dal governo Berlusconi nell’agosto 2011, e che sono stati ribaditi, chiariti e approfonditi dal governo Monti dal novembre successivo. Le uniche vere priorità per i mercati sono il pareggio di bilancio nel 2013 al netto degli effetti congiunturali e la garanzia che le riforme del governo Monti non siano smontate.

 

Bersani, in caso di vittoria, riuscirà a mantenere gli impegni dell’Italia e nello stesso tempo ad accontentare la parte più estrema della sua coalizione?

Sì, perché gli strumenti per mantenere gli impegni ci sono. E’ già stato tutto messo in sicurezza, per venire meno alle promesse bisogna smontare qualcosa e non vedo perché Bersani dovrebbe cancellare la riforma delle pensioni o altro solo per fare un dispetto ai mercati.

 

La Cgil, come parte della sinistra estrema, chiede appunto di annullare la riforma delle pensioni…

La Cgil non è Bersani. Non c’è quindi in alcun modo un’immediata rispondenza tra il sindacato e il Partito democratico. E’ una visione veterocomunista, che fa riferimento a una “cinghia di trasmissione” che oggi non esiste più. Ricordiamoci che anche la Cisl può fare riferimento al Pd, che comprende una percentuale di sostenitori e rappresentanti che in passato non sono mai stati legati al Pci. Cisl e Uil sono a favore della riforma delle pensioni introdotta dal governo Monti. E se anche dovesse prevalere la linea più a sinistra all’interno del Pd, quella di Cesare Damiano, la riforma delle pensioni non sarà abolita ma si provvederà a una sistemazione ulteriore degli esodati.

Dunque in soldoni il Prof. Deaglio descrive uno scenario in cui l'instabilitá e la mancanza di una netta maggioranza in grado di governare con continuità il paese porterebbe ad un innalzamento dello spread e a un possibile default italiano.

Inoltre la borsa non è interessata alle dinamiche interne del governo ma solo alla capacità dello stato di riuscire a mantenere le promesse fatte in sede di Unione europea.

la fiducia dei mercati è fortemente orientata verso un governo Monti e, al contrarioi non augura un nuovo governo Berlusconi, rimanendo di fatto insofferente ad un governo di centrosinistra.

dunque la verità, come si sul dire sta nel mezzo? Per il bene dell'Italia intera dovremmo dunque continuare a vivere un periodo di austerità totale e essere spettatori dell' aumentare della povertà del popolo italiano?

Presto sapremo chi aveva ragione.

 

A.M.


 

 
 
 
 
 

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