Classe '53

Giovanni


Tram affollato, finalmente guadagno un posto, apro il giornale (la Repubblica), comincio a leggere, come al solito, nel tragitto verso l'ufficio. Al mio fianco un ragazzo, un po' agitato, continua a infilare e a sfilare dei fogli da una cartellina. Lo guardo con la coda dell'occhio, è un ragazzo down, a un certo punto penso che parli con me, mi giro del tutto verso di lui, no, non parla con me, parla con un certo Giovanni, a un Giovanni che non c'è se non nella sua testa chiede il parere su dei corsi di computer che vorrebbe frequentare. I fogli stampati che gli fibrillano tra le mani annunciano infatti lezioni per principianti del web. "Quando torno a casa lo chiedo alla mamma, questa volta non può dire di no", "Eh, Giovanni?" continua a ripetere. Mi guarda senza vedermi, gli sorrido perfino, ma lui è troppo occupato a organizzare la sua vita. Gli squilla il cellulare, lo recupera dalla tasca, annaspa sui tasti, risponde con tono altissimo: "Sono Giovanni, sì mamma, sto tornando a casa".