Classe '53

Il tricolore nel cesso


E' noto che i leghisti hanno con il tricolore un rapporto coprofagico. Il Senatur, che ebbe a dire "con la bandiera italiana mi ci pulisco il c..o", si beccò anche 1 anno e 4 mesi (virtuali) di reclusione per vilipendio a simbolo dello Stato. Oggi, mentre il consiglio dei ministri delibera che il 17 marzo, anniversario dei 150 anni dell'unità d'Italia, sarà giorno di festa nazionale, gli adoratori del dio Po votano contro. Il ministro degli Interni, tale Roberto Maroni, ex-rappresentante Avon, che tutti gli italiani dovrebbe rappresentare, esce dall'aula, mentre l'ex-ortodontista Calderoli e il valido-invalido Bossi votano platealmente contro. Ci sarebbero tutte le condizioni per gridare alla spaccatura nel governo, alla sua instabilità, alla sua scarsa credibilità...e invece tutto tace, Napolitano in primis, garante dell'Unità nazionale. Anche il fascistissimo La Russa, cantore della Patria in orbace, picchiatore di giornalisti scomodi, tace, rivendica agli indispensabili alleati di governo la facoltà d avere diversità d'opinione (un vero democratico 'gnazio). Mameli, Mazzini, Garibaldi, Pisacane and Co. staranno facendo 3 giri carpiati nei loro tumuli, ma che importa, noi non siamo sciovinisti come i francesi e patriottici come gli americani, noi ci accontentiamo di 4 battute azzeccate di un comico straordinario, della retorica piagnucolosa delle canzonette d'antan, del tricolore da sventolare quando vince l'Italia o da stendere sulla tomba dell'ennesimo soldato perito in "missione di pace" all'estero. Noi siamo fatti così e ce ne vantiamo.