Fino all'estremo

Personaggi letterari


A volte ho una voglia matta di godermi il mio personaggio letterario. La mia aura di donna altezzosa immersa in pensieri torbidi, troppo sfuggente per non risultare ammaliante. Mi piacerebbe mettermi qui a scrivere che ho uno sguardo solido nel guardare il mondo. E sentimenti incomprensibili ai più. Vorrei poter raccontare di come tutti si innamorano di me, e di come io non abbia altro che il compito di scegliere. Se non fosse che far innamorare me è così difficile. Perché nessuno è alla mia altezza. Perché è troppo fico dirlo.Ma la realtà è che è quasi estate, io non c'ho un cazzo di voglia di occuparmi del mio corpo scarnificato da un inverno di eccessi, che praticamente sono due costole in croce. Non riesco ad uscire dalla mia perenne crisi con gli studi, e dire che me li potrei bere tranquillamente. Quando parlo con una persona nuova quel che risulta è che sono davvero una tipa strana, magari simpatica, ma troppo umorale. E l'unico personaggio letterario di cui ho la sindrome è Madame Bovary, che si innamora sempre di uomini presso i quali ha la stessa importanza di un buco nel muro. E non si accorge del servetto che va in estasi soltanto vedendola sciogliersi i capelli. E si avvelena con l'arsenico. E muore sola e con la bava alla bocca eccetera. E poi non ce la faccio a smettere di comprare gioielli di Tarina Tarantino. Altro che artista algida e ammaliatrice.Ora mi faccio un Cuba Libre per dimenticare, ma prima una domanda ai miei onorevoli lettori: che personaggi letterari sareste?