l'ippocampo

g. raiberti


Passo in via g. raiberti, davanti alla casa dove è morto mio padre.Finito da questa cittadina tranquilla,da queste strade silenziose,dal mio viso bianco e ancora pienocome una patata sbucciata.E i jeans dai quali scrollare quel po' di cenerecaduta dietro a un respiro.E i capelli da aggiustare con le orecchie.E mi sembra di non poter più restare qui,nemmeno per far cominciare questa estate:con quel suo fruscìodella musica di un cd che gira,pieno di minuscole spie nel buioe quellapossibile luna di giugnoche mi porta qui lui.Fermo nella sera.Con le spalle della giaccascure di pioggia.E gli occhi fatti di cieloluminescenteriflesso nella strada.(matita e polvere di fionamay)