Era la Vigilia di Natale del 1982. Avevo 9 anni e mezzo. Si festeggia a casa di mia nonna come ogni anno nella sua casa in campagna in Toscana, vicino Montepulciano, dove ci sono anche due miei zii e le mie due cugine. Il giorno prima, con mia madre, eravamo andati a comprare gli ultimi regali e con l'occasione si era fermata nello stesso negozio dove avevamo comprato i kilt per prendermi anche i panciotti, le giacche e i papillon abbinati. Mi ha detto che per Natale dalla nonna mi voleva elegantissimo. Immaginavo che con questi panciotti ci avrei abbinato i pantaloncini grigi visto che all'epoca, solo raramente indossavo i pantaloni lunghi, anche se in inverno.Così il 24 mattina partiamo. Mia madre fa la borsa e vedo che mette anche gli stivaloni di gomma neri lucidi nuovi che avevamo comprato perché il tempo era nuvoloso. Arriviamo da mia nonna per pranxzo e c'erano tutti i preparativi per la sera. Intanto mia madre mi fa provare la canzone di Natale che avrei dovuto cantare il giorno dopo e mi fa fare anche gli esercizi di violino. Poi la sera della Vigilia si mangia tutti insieme mentre i regali sarebbero stati scartati il giorno dopo.La mattina mi sveglio verso le 8. Dovevamo prepararci per andare in chiesa e diluviava. Dopo aver fatto colazione, torno in camera per vestirmi e vedo che mia madre mi aveva già preparato gli stivali di gomma. Poi mi dice: "Fiore, tesoro, oggi ti voglio elegantissimo, dovresti metterti il kilt". Non era il kilt classico, era una gonna scozzese con una spilla. "Ma io mi vergogno" le rispondo. E lei: "Tesoro, fallo per la tua mama". Io comincio a piangere, poi lei mi abbraccia, mi ascuga le lacrime e mi dice: "Ti vesto io oggi". Così mi mette la camicia bianca nuova, il papillon e il panciotto/gilet scozzese sul verde, il kilt abbinato che tra l'altro era almeno 4 centimetri sopra il ginocchio, poi mi tira fuori dei collant chiari a gambaletto come calze e mi infila gli stivali di gomma neri lucidi. Mi pettina facendo la riga in mezzo, mi mette la giacca verde scozzese abbinata ed ero pronto.Mi guardo allo specchio e mi vergognavo da morire. Scendiamo giù e c'erano i nonni pronti. Mio nonno appena mi vede si fa una ridata, mia nonna dice: "Fiore,sei elegantissimo". Per uscire indosso cappello e impermeabile giallo che mi arrivava appena sotto il ginocchio. Ma tra lo stivale di gomna e l'impermeabile, quando pioveva a vento, sentivo gli schizzi della pioggia nella parte di gamba scoperta. In chiesa, quando mi tolgo l'impermeabile, molti mi guardano e ad un certo momento mia madre ki ha mandato all'altare per cantare l'Ave Maria. Poi siamo tornato a casa per il pranzo, aveva spiovuto e le mie cugine mi avevano chiamato a giocare fuori con loro: "Fiore, ti va di giocare a mamma e figlio?" Eravamo lì a camminare sul prato e sentivo freddo alle gambe ma anche con un senso di piacere. A tavola poi cercavo di sedermi più composto possibile mentre dopo, nel ricevimento, vedevo che molti invitati mi osservavano e qualche signora che non conoscevo mi diceva: "Che bella bambina che sei, come ti chiami?". Poi davanti a tutti ho suonato il violino e cantato la canzone di Natale. Poi, dopo aver scartato i regali, siamo andati a trovare un'altra zia. Io volevo cambiarmi ma mia madre mi ha detto: "No tesoro, ti hanno fatto tutti i complimenti. Oggi resti così. Sei così bello".Il giorno dopo dovevamo ripartire. Pioveva ma pensavo di rimettermi pantaloni e maglione. Invece, sulla sedia ho trovato l'altro completo scozzese classico, giacca, papillon, panciotto, gonna scozzese e stivaloni di gomma neri. Sono sceso, e mio nonno ci ha accompagnato in stazione. Lì abbiamo aspettato il treno e tenevo l'impermeabile chiuso per non farmi vedere. Ma sul treno mia madre me l'ha fatto togliere e due signori mi hanno guardato poi si sono rimessi a leggere il giornale. Lì sul treno ho fatto i compiti e lì mi sono dovuto mettere gli occhiali da vista. Poi mia madre mi diceva: "Fiore, li devi mettere di più gli occhiali, hai sentito che ha detto il dottore, li devi portare sempre". E poi: "Quand'è che ci vai a scuola vestito così, non te ne deve importare dei compagni, quelli sono tutti stupidi". Io rispondevo: "Vediamo la prossima settimana. A Roma non pioveva anche se per terra era tutto bagnato. Stavo per prendere l'impermeabile ma mia madre mi ha detto: "No Fiore lo tengo io, voiglio che ti vedano tutti quanto sei elegante". Mentre camminavo in stazione, più di qualche persona si è girata. E ho cominciato a piangere anche se non volevo che mia madre mi vedesse. Poi prendiamo il taxi e arriviamo a casa. I primi due giorni in gonna sono stati un'esperienza scioccante ma poi nei giorni successivi, ripensavo al piacere di essere vestito così
la prima volta in gonna
Era la Vigilia di Natale del 1982. Avevo 9 anni e mezzo. Si festeggia a casa di mia nonna come ogni anno nella sua casa in campagna in Toscana, vicino Montepulciano, dove ci sono anche due miei zii e le mie due cugine. Il giorno prima, con mia madre, eravamo andati a comprare gli ultimi regali e con l'occasione si era fermata nello stesso negozio dove avevamo comprato i kilt per prendermi anche i panciotti, le giacche e i papillon abbinati. Mi ha detto che per Natale dalla nonna mi voleva elegantissimo. Immaginavo che con questi panciotti ci avrei abbinato i pantaloncini grigi visto che all'epoca, solo raramente indossavo i pantaloni lunghi, anche se in inverno.Così il 24 mattina partiamo. Mia madre fa la borsa e vedo che mette anche gli stivaloni di gomma neri lucidi nuovi che avevamo comprato perché il tempo era nuvoloso. Arriviamo da mia nonna per pranxzo e c'erano tutti i preparativi per la sera. Intanto mia madre mi fa provare la canzone di Natale che avrei dovuto cantare il giorno dopo e mi fa fare anche gli esercizi di violino. Poi la sera della Vigilia si mangia tutti insieme mentre i regali sarebbero stati scartati il giorno dopo.La mattina mi sveglio verso le 8. Dovevamo prepararci per andare in chiesa e diluviava. Dopo aver fatto colazione, torno in camera per vestirmi e vedo che mia madre mi aveva già preparato gli stivali di gomma. Poi mi dice: "Fiore, tesoro, oggi ti voglio elegantissimo, dovresti metterti il kilt". Non era il kilt classico, era una gonna scozzese con una spilla. "Ma io mi vergogno" le rispondo. E lei: "Tesoro, fallo per la tua mama". Io comincio a piangere, poi lei mi abbraccia, mi ascuga le lacrime e mi dice: "Ti vesto io oggi". Così mi mette la camicia bianca nuova, il papillon e il panciotto/gilet scozzese sul verde, il kilt abbinato che tra l'altro era almeno 4 centimetri sopra il ginocchio, poi mi tira fuori dei collant chiari a gambaletto come calze e mi infila gli stivali di gomma neri lucidi. Mi pettina facendo la riga in mezzo, mi mette la giacca verde scozzese abbinata ed ero pronto.Mi guardo allo specchio e mi vergognavo da morire. Scendiamo giù e c'erano i nonni pronti. Mio nonno appena mi vede si fa una ridata, mia nonna dice: "Fiore,sei elegantissimo". Per uscire indosso cappello e impermeabile giallo che mi arrivava appena sotto il ginocchio. Ma tra lo stivale di gomna e l'impermeabile, quando pioveva a vento, sentivo gli schizzi della pioggia nella parte di gamba scoperta. In chiesa, quando mi tolgo l'impermeabile, molti mi guardano e ad un certo momento mia madre ki ha mandato all'altare per cantare l'Ave Maria. Poi siamo tornato a casa per il pranzo, aveva spiovuto e le mie cugine mi avevano chiamato a giocare fuori con loro: "Fiore, ti va di giocare a mamma e figlio?" Eravamo lì a camminare sul prato e sentivo freddo alle gambe ma anche con un senso di piacere. A tavola poi cercavo di sedermi più composto possibile mentre dopo, nel ricevimento, vedevo che molti invitati mi osservavano e qualche signora che non conoscevo mi diceva: "Che bella bambina che sei, come ti chiami?". Poi davanti a tutti ho suonato il violino e cantato la canzone di Natale. Poi, dopo aver scartato i regali, siamo andati a trovare un'altra zia. Io volevo cambiarmi ma mia madre mi ha detto: "No tesoro, ti hanno fatto tutti i complimenti. Oggi resti così. Sei così bello".Il giorno dopo dovevamo ripartire. Pioveva ma pensavo di rimettermi pantaloni e maglione. Invece, sulla sedia ho trovato l'altro completo scozzese classico, giacca, papillon, panciotto, gonna scozzese e stivaloni di gomma neri. Sono sceso, e mio nonno ci ha accompagnato in stazione. Lì abbiamo aspettato il treno e tenevo l'impermeabile chiuso per non farmi vedere. Ma sul treno mia madre me l'ha fatto togliere e due signori mi hanno guardato poi si sono rimessi a leggere il giornale. Lì sul treno ho fatto i compiti e lì mi sono dovuto mettere gli occhiali da vista. Poi mia madre mi diceva: "Fiore, li devi mettere di più gli occhiali, hai sentito che ha detto il dottore, li devi portare sempre". E poi: "Quand'è che ci vai a scuola vestito così, non te ne deve importare dei compagni, quelli sono tutti stupidi". Io rispondevo: "Vediamo la prossima settimana. A Roma non pioveva anche se per terra era tutto bagnato. Stavo per prendere l'impermeabile ma mia madre mi ha detto: "No Fiore lo tengo io, voiglio che ti vedano tutti quanto sei elegante". Mentre camminavo in stazione, più di qualche persona si è girata. E ho cominciato a piangere anche se non volevo che mia madre mi vedesse. Poi prendiamo il taxi e arriviamo a casa. I primi due giorni in gonna sono stati un'esperienza scioccante ma poi nei giorni successivi, ripensavo al piacere di essere vestito così