Creato da fiore.parisini il 28/10/2013
Una donna nel corpo di un uomo

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« Quella volta che mia mad...A Venezia »

Dall'amica di mia madre e al compleanno di mia cugina

(segue) Quindi dal pacchettino tira fuori una camicetta a fiori e delle mutandine bianche da femmina che mi fa indossare. Poi da un altro pacco c'era un cappottino rosso che arrivava alle ginocchia e un cappello sempre rosso. Poi in un altro, una gonna a pieghe marrone al ginocchio e dei collant. neri Non volevo mettere né la gonna né i collant e cominciai a urlare. Lei mi disse: "Piantala Fiore, non vedi che sei più bella come bambina?". Io mi rimisi dentro al letto. Allora mia madre mi disse: "Fai come ti pare e uscì". Allora quando uscì io mi infilai quei collant e quella gonna e sentivo piacere. Non avevo delle scarpe adatte anche per via del numero che portavo. Così mi sono messo le Superga da tennis quasi nuove, color panna, che avevo messo un paio di volte. Mia madre non era più tornata, era andata dalla sua amica. Io ero rimasto in casa tutto il giorno vestito così. Mi sentivo un po' un colpa nei suoi confronti così ho deciso di non cambiarmi. Quando lei è rientrata verso le 6 di pomeriggio le sono andato incontro abbracciandola. E lei: "Va bene tesoro, ti perdono. Ma mi devi dire tu cosa ti senti di fare. Io non ti voglio forzare, ma sei veramente meglio come bambina. Guarda come stai bene". Io le dico: "Va bene".

Intanto il lunedì a scuola tutti i miei compagni misfottevano per la pettinatura. E anche l'insegnante di italiano mi guardava perplesso. Poi quel giorno era giornata di ricevimento e aveva parlato con mia madre: "Sul profitto niente da dire, Fiore è bravissimo. Ma già dai lineamenti e con quella pettinatura sembra sempre di più una ragazzina". Mia madre poi mi racconta quello che le ha detto: "Forse Fiore è il caso di dare un taglio netto e iniziare ad andare a scuola vestito in maniera femminile". Ed io: "No, ancora non mi sento". Intanto giovedì pioveva e mi sono messo il maglione e la cravatta per provare ad essere un po' più maschile. Poi erano sporchi tutte e tre le paia di pantaloni lunghi e allora mi sono messo i pantaloncini corti di velluto, molto larghi con gli stivali di gomma gialli.

Il pomeriggio (era inizio dicembre), dopo pranzo faccio il bagno per prepararmi ad andare al compleanno di mia cugina. La mamma mi fa: "Fiore, ci vogliamo riprovare?". Io a questo punto dico di si, tanto oramai a scuola mi avevano preso in giro tutti. Mi pettina bene i capelli e mi mette un fermaglino. Poi mi da gli occhiali da vista nuovi, con una montatura sul rosso. Poi mi mette la camicetta bianca con colletto rigido e del pizzo, con un bel papillon verde chiaro con i pallini, una gonna grigia a quadrettini al ginocchio, poi le mutandine beige, dei collant molto chiari e leggeri e gli stivaloni di gomma neri lucidi visto che continuava a piovere. Sopra avevo un nuovo impermeabile da pioggia rosso con cappellino e borsetta femminile abbinata rossa. Mi sentivo accarezzato da quegli abiti, totalmente a mio agio. Decido a questo punto di entrare nel ruolo. "Mamma, ti prometto che sarà brava e ubbidiente. Usciamo e pioveva. L'impermeabile era abbastanza lungo (più della gonna) ma lasciava un pezzo di gamba scoperta con lo stivale e sentivo un po' di freddo e gli schizzi dell'acqua mentre stavamo alla fermata ad aspettare l'autobus. Poi arriviamo a casa di mia zia che, evidentemente era stata avvertita da mia madre vista la sua reazione tranquilla quando mi sono tolto l'impermeabile. Mia cugina invece mi guarda con due occhi così, ma io vado tranquillo a darle il regalo e la abbraccio dandolle due baci sulla guancia. Sto un po' in cucina a parlare con mia zia. Mi siedo nel modo più composto possibile, cercavo di parlare anche con una voce un po' più lieve. Mi accorgo che con la gonna eravamo solo in 3 ed ero l'unico con gli stivali di gomma. Sembravo proprio una bambina e infatti le amiche di mia cugina mi parlavano come se fossi una femmina. Soltanto una mi ha detto: "Ma che gonna ti sei messa, è un po' da vecchia". Stavo lì vicino ai dolci e tutti ballavano. Quando mi sedevo sul divano la gonna mi andava un po' su e io la ritiravo giù. Poi cercavo di accavallare le gambe con disinvoltura e, contemporaneamente, toccarmi il papillon (cosa che ho fatto spesso pure nel corso degli anni). Ad un certo punto è arrivato il momento dei lenti. Ballavano tutti tranne io e un ragazzo un po' impacciato e non molto appariscente. Poi si avvicina e mi chiede di ballare. Io dico di no. Lui torna indietro. Poi ci ripenso e al lento successivo vado io a chiedergli di ballare. Lui accetta e balliamo un paio di lenti. Poi ci sediamo un po' a parlare. Si chiamava Luca e non resta sorpreso del mio anche perché gli dico che mi chiamo Fiore Maria. Mia madre intanto era andata via e sarebbe venuta a riprendermi verso le sette. Poi andiamo in giardino. Aveva smesso di piovere ma mi metto sopra l'impermeabile perché mi faceva freddo. Lui mi racconta che non va tanto bene a scuola e io da bravo secchione (anzi secchiona) mi sono offerto di aiutarlo con i compiti. E' un po' strano ma molto simpatico e mi fa ridere. E mi dice: "SEi l'unica ragazza che è bella con gli occhiali". Io gli faccio: "Dai non scherzare". Ma mi aveva fatto arrossire.Tira fuori una sigaretta e io gli dico: "Ma sei matto? Se ti vedono". E lui: "Dai, fai qualche tiro". Poi continuamo a parlare. Di scatto gli do un bacio sulla guancia. Lui diventa tutto rosso. Poi congtinuamo a parlare . Inavveritamente mi cade una foglia sul ginocchio scoperto e lui me la toglie, toccandomelo appena ma facendomi sentire dei brividi. Poi gli do un altro bacio sulla guancia. Lui sempre più rosso. Volevo baciarlo ma non avevo il coraggio. Speravo che lui prendesse l'iniziativa ma non l'ha fatto. Poi arriva mia madre. Eravamo rimasti in pochi. Mi chiama. Io saluto Luca. Lo abbraccio e gli do due baci sulla guancia. Poi prendo la mia borsetta e da un foglio di quaderno gli scrivo il mio numero e mi prendo il suo. Poi mentre torniamo mia madre mi fa: "Fiore, ti va se andiamo al cinema e poi a cena fuori?". Ed io "Siii". La abbraccio e la riempio di baci. Vestito da femmina mi sentivo molto piu affettuoso/a. E quella è stata una giornata indimenticabile.

 
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