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Un blog creato da fiumeofanto il 29/04/2009

RISORSE DELL'OFANTO

Economia e ambiente nella valle del fiume

 
 

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Recensione di Angela Montinari pubblicata il 21 settembre 2009 su «Barisera»,

Post n°11 pubblicato il 12 Aprile 2010 da fiumeofanto
 

La Sesta Provincia pugliese, quella di Barletta-Andria-Trani è nata, oltre che per la volontà del legislatore, anche per la forte identità culturale, economica e geografica degli uomini che vivono in questa porzione del territorio pugliese. Nel corso della lunga battaglia che ha portato alla consacrazione di questo nuovo Ente intermedio un ruolo fondamentale lo ha avuto un fiume: l’Ofanto. Un fiume che è diventato simbolo e bandiera. Non a caso prima della nascita della Provincia, per anni l’Ofanto è stato il nome scelto per il Patto Territoriale Nord-Barese Ofantino (appunto), che è stato il primo embrione di accordo sovra comunale delle città che hanno poi scelto di far parte della nuova Provincia. Del resto, anche per individuare geograficamente questo territorio, si era soliti chiamarlo La Valle dell’Ofanto. Insomma un fiume che ha segnato la vita stessa di questo territorio. Si tratta del più importante fiume pugliese, anche se d’estate specialmente nel suo tratto finale sembra più un torrente che un fiume vero e proprio. Ma è un fiume che nella storia della Puglia ha rappresentato una risorsa importante.

Ed è proprio questo l’obiettivo dell’ultima pubblicazione di Ruggiero Maria Dellisanti: affrontare il tema delle ricadute economiche ed ambientali di questo fiume per la nostra terra. Pubblicato da Stilo Editrice il libro è: Le risorse dell’Ofanto – Economia e ambiente nella valle del fiume. Un libro che si avvale della preziosa prefazione di Giorgio Nebbia.

Per Dellisanti si tratta di un ritorno ad argomenti cari. Dieci anni fa, infatti, aveva pubblicato il suo primo libro sull’Ofanto visto come il primo vero fiume della Puglia cantato da Orazio. In questo secondo libro, invece, compie un’analisi sull’attuale situazione del bacino idrogeografico, evidenziando le criticità, mettendole a confronto con le opportunità del sistema fluviale. Il quadro che ne emerge non è molto confortante: si tratta di un fiume malato che ha bisogno di cure urgenti. Da questo libro emerge chiaramente anche tutto l’amore che l’autore nutre nei confronti dell’Ofanto. Un amore che lo ha portato a dedicare gran parte dei suoi studi alla salvaguardia di quello che sente come il fiume di casa. Attraverso la sua analisi si può anche capire perché, al termine di una battaglia durata quasi un secolo, i barlettani siano giunti ad ottenere la nascita della nuova Provincia. (Angela Montinari)

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