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Bullismo e WebIl bullismo è un fenomeno purtroppo abbastanza diffuso ma considerato relativamente poco nella sua tragica fenomenologia. Grazie ad un'attenta ricerca in rete, ho rilevato un diverso approccio al problema nella cultura italiana e in quella anglosassone (prevalentemente statunitense). Per quanto riguarda infatti risorse e servizi offerti a supporto di insegnanti, genitori, educatori ecc. si è notato che in Italia molti sono i servizi di informazione e supporto, parte dei quali consistenti in siti Internet specificamente dedicati. Tra i tanti si segnala il sito di www.bullismo.it, curato dal Dott. Oliviero Facchinetti, psicologo e psicoterapeuta. Il sito offre sia documentazione informativa sia indicazioni pratiche e operative: una guida rivolta ai genitori per riconoscere il fenomeno e prendere i dovuti provvedimenti , una sezione FAQ molto articolata, la consultazione full-text di articoli di natura psicologica. Per quanto riguarda il panorama anglosassone la tendenza è quella di fornire pacchetti informativi-operativi, come gli Oggetti Didattici: oggetti che aiutino l'adulto a riconoscere il fenomeno e a intervenire in base ad una serie di indicazioni operative. [1]Il diverso approccio, più comportamentista l'anglosassone, più relazionale l'italiano,è probabilmente spiegabile per due fondamentali ragioni: primo, il bullismo è sicuramente più diffuso negli Stati Uniti,con caratteristiche che davvero preoccupano, quindi una politica del “pronto intervento”è necessaria se si vogliono quantomeno contenere gli effetti devastanti sulle sue vittime. In Italia il fenomeno sembra avere dimensioni più ridotte, tant'è che fino a poco tempo fa si utilizzava il termine inglese 'bullying'e l'italiano 'bullismo' viene solo successivamente introdotto. Secondo, la cultura anglosassone, e in particolare quella statunitense, da sempre preferisce un approccio comportamentista che intervenga nella dinamica comportamentale, piuttosto che sulle cause (quindi: individuazione del fenomeno e applicazione di protocolli d'intervento per la rieducazione e il contenimento).[2] L'approccio italiano, invece, più razionalista e più teorico, privilegia gli aspetti eziologici e preventivi, preferendo attività di sensibilizzazione relativamente a tutti gli attori coinvolti (genitori, insegnanti, educatori, decisori politici, ecc.). Nel contesto italiano sono infatti molte le iniziative volte alla prevenzione del fenomeno primo indicatore di un futuro comportamento antisociale, dicono i criminologi -quali le attività di rafforzamento delle competenze sociali e relazionali (le cosiddette life skills), delle strategie di coping (cioè di gestione di situazioni problematiche o difficoltose) dell'alunno e di monitoraggio da parte dei genitori e degli insegnanti. Si registrano anche numerose attività di ricerca-azione nella scuola, documentate in Internet e mirate alla diffusione di buone pratiche trasferibili. Un ‘ottima bibliografia si trova nella Banca Dati bibliografica BIBL,[3] che conta 22.328 documenti fra testi e spogli da riviste di scienze dell'educazione, segnalati e documentati da agenzie specializzate, quali Dipartimenti Universitari, Istituti di Ricerca, Associazioni Professionali degli Insegnanti. La Gran Bretagna offre una ricca sitografia sulle politiche educative e le misure adottate per prevenire e sconfiggere il bullismoIl bullismo è argomento ormai affrontato, in modo più o meno efficace, dai sistemi educativi europei, come è stato rilevato dalle risposte a un recente quesito posto alla rete Eurydice[4] la rete di informazione sull’istruzione in Europa dalla Svezia. Il governo di questo paese ha incaricato l’Agenzia nazionale svedese per la valorizzazione del sistema scolastico (Myndigheten för Skolutveckling) di valutare l’intervento delle municipalità e delle scuole contro il bullismo, la discriminazione sessuale e altri abusi e di raccogliere informazioni su metodi e programmi d’azione efficaci utilizzati dagli altri paesi europei. Dall’analisi dei resoconti dei vari paesi sulle politiche educative e sulle misure adottate per prevenire e sconfiggere il bullismo, spicca il Regno Unito che propone una ricca sitografia sull’argomento. Il sito A-Z of School Leadership and Management[5] (Dirigenza e amministrazione scolastica: dalla A alla Z), prodotto dal Department for Education and Skills – DfES (ministero dell’Educazione e delle Abilità), offre una panoramica della politica in atto e del quadro legislativo relativi al bullismo. Il sito anti-bullismo Don’t suffer in silence (Non soffrire in silenzio!), finanziato dal DfES[6], è rivolto a tutti coloro che sono coinvolti nel fenomeno come alunni, insegnanti, genitori e famiglie e contiene, inoltre, informazioni su studi di caso. Dallo stesso sito è possibile scaricare il Pacchetto anti-bullismo, prodotto dal DfES; questo strumento multimediale offre le linee guida per sviluppare strategie contro il bullismo e metodi di intervento pratico da parte delle scuole.Disponibile anche un rapporto di valutazione del ‘pacchetto anti-bullismo’, Evaluation of the DfES Anty-Bullying Pack, aggiornato ad aprile 2003. Tackling bullying: Listening to the views of children and young people (Affrontare il bullismo attraverso l’ascolto delle opinioni dei bambini e dei giovani) è una ricerca del DfES pubblicata nel marzo 2003, che sottolinea l’importanza dell’esperienza degli alunni come punto di partenza per realizzare e rivedere strategie anti-bullismo[7]. Infine, l’Office for Standards in Education (Ofsted)[8], l’agenzia del Governo responsabile della valutazione dell’istruzione scolastica, ha pubblicato nello stesso mese il rapporto dal titolo Bullying: Effective action in secondary schools (Bullismo: azioni efficaci nelle scuole secondarie). Questo rapporto valuta l’efficacia delle scuole e delle Local Education Authorities – LEAs (autorità educative locali responsabili dell’offerta educativa pubblica nelle rispettive aree di competenza) in materia di strategie anti-bullismo.[1] http://www.informagiovani.-italia.com/bullismo[2] http://www.iltuopsicologo.it/bullismo[3] http://www.indire.it/bibl[4] http://www.eurydice.org[5] http://www.teachernet.gov.uk/management/atoz/about/[6] http://www.dfes.gov.uk/bullying/index.shtml[7] http://www.microsoft.com/isapi/redir.dll?prd=ie&pver=5.0&ar=CLinks[8] http://www.ofsted.gov.uk/publications/docs/3235.pdf