VOGLIA DI VOLARE

UNA STORIA IN 5 SCENE


 Prima scena.Odio i supermercati.Ma quel giorno, al corso serale d'inglese, dovevo descrivere un fatto di quotidianità con le parole e i verbi imparati fino a quel momento: un acquisto al supermercato.«Yesterday, I went by car to supermarket with my wife....» - balbetto.Al termine della mia esposizione, l'insegnante esclama:«Well, let us say THeO is a three P's man, Park, Push, Pay» fra le risate della classe. Seconda scena.Odio i supermercati, ma ieri ci sono andato per acquistare un paio di buste di carta forte per spedire documenti.I cartolai sono chiusi, a cavallo di ferragosto!Parcheggiata la macchina, a passo spedito mi dirigo all'ingresso, e proprio nel momento in cui si spalancano le porte automatiche una persona si affianca a me. Ma quella persona non cammina, no. E' su una sedia a rotelle motorizzata ancor più veloce del mio passo. La osservo muoversi: si dirige verso uno scaffale e preleva un lettore di codici a barre (saprò in seguito che è un dispositivo per chi vuol fare la spesa più facilmente ed uscire senza passare dalla cassa). Il percorso, all'interno di un supermercato, è obbligato, e quindi ci ritroviamo ancora affiancati all'ingresso del mercato vero e proprio. Ma lei si muove con disinvoltura; ha solo qualche difficoltà a prelevare un cestello che non vuole staccarsi da quelli sottostanti. L'aiuto. Lei mi squadra da capo a piedi e ringrazia.- Signora, ha bisogno di aiuto? - le domando.Ancora mi squadra da capo a piedi - «E perché no, mi prenda un carrello.» - risponde porgendomi una moneta.Non senza difficoltà riesco a staccare un carrello da una lunga catena e la raggiungo di nuovo spingendo, davanti a lei, quel carrello che non vuole andare mai nella giusta direzione.Mi muovo con difficoltà perché incontro altre persone nella mia stessa condizione e non serve tenere la destra.- «Lasci andare avanti me» - mi dice quella signora - «quando mi vedono, si appiattiscono tutti contro gli scaffali.» - aggiunge con un sorriso quasi beffardo.Continuiamo il giro, prelevo per lei i prodotti che mi indica, glieli porgo, lei legge il codice a barre e li ripongo nel carrello.Acchiappo al volo le due buste che mi servono e ci dirigiamo all'uscita. Terza scena.La sua macchina è parcheggiata fra le strisce gialle. Apre con un telecomando una portiera che scorre lateralmente, e automaticamente esce una pedana.- «Che caldo, vero? Metta la roba nel bagagliaio intanto che si cambia l'aria.» - mi dice.Ci presentiamo.- Ma poi a casa come fa a scaricare la roba, c'è qualcuno che l'aiuta? - le chiedo.«Oh si, c'è mio marito che scende, oppure qualche vicino. Oltretutto la macchina deve essere messa nel box e il mio è stretto, e così i condomini mi hanno permesso di costruire una tettoia nello spazio comune.» Rimango affascinato vedendo come sale sulla vettura con la carrozzella. Davanti a lei un volante tutto speciale.- Ma lo trova sempre un parcheggio pubblico con tanto spazio? -«Eh no,  tante volte è occupato da gente che può benissimo camminare sulle proprie gambe.» - risponde con un sorriso mentre avvia il motore e manovra per uscire dal parcheggio.«Arrivederci e grazie» - è il suo saluto accompagnato dal gesto di una mano.Si allontana rapidamente.Vado a depositare il carrello, estraggo la moneta e metto sottobraccio le mie due buste di carta pesante.Ma solo in quel momento mi accorgo di avere una moneta che non è mia e due buste non pagate.Getto la moneta in aria e la riacchiappo: testa o croce?Ma cosa me ne importa...mi sento importante! Quarta scena.Dovrei rientrare nel supermercato e pagare le due buste. Ma io non le ho rubate! Erano nel carrello di quella signora che è passato incontrollato alla cassa. Quinta scena.Tutti quanti facciamo grandi crociate che portano grandi nomi, quando invece basterebbe soltanto guardarsi al fianco e aiutare chi ha bisogno.Ma non lo facciamo perché non ha un grande nome e non ci fa sentire grandi. Non ci fa spiccare agli occhi della gente!       scritto il 18 Agosto 2009 da Albatrho.s