La storia di Flavio Falzetti, tornato al
calcio dopo 35 cicli di chemioterapia.
A cura di Francesco Caremani.
Bradipolibri
Questa è la mia storia, la storia di un ragazzo
come tanti che sta lottando contro la Bestia e
non si è mai arreso.
Anche adesso.
Mentre scrivo sto facendo l’ennesimo farmaco
che mi fa gonfiare...
Voglio parlare di me, delle cose che ho fatto e
di quelle che faccio. Voglio scrivere perché qualcuno
possa leggere e prendere tutta la carica e la forza
che mi sento e mi sono sempre sentito dentro.
Io sono Flavio Falzetti e sono tornato a giocare a
calcio dopo 35 cicli di chemioterapia, anche se la
mia Champions League, il mio Tourmalet, la mia
Haka, è stato solo un campionato Interregionale.
Ma sono convinto, oggi più che mai, che senza la
Bestia sarei andato lontano, avrei potuto fare una
certa carriera, arrivando magari tra i professionisti,
realizzando un sogno accarezzato sin da bambino.
Non vivo di rimpianti, non è nel mio carattere, è
solo questione di consapevolezza e quando ti curi
per un linfoma da più di dieci anni, quando hai
rischiato di morire, quando sei ancora in ballo
dopo una remissione completa della malattia,
quando ogni giorno vivi insieme con la Bestia
è come se tutto intorno a te diventasse più chiaro,
più nitido, più limpido, anche se, alla fine, per me
lo è sempre stato.
Mio padre non l’ho mai conosciuto, è morto quando
avevo un anno o giù di lì, non ho alcun ricordo di
lui, so solamente che è morto per una malattia
come la mia. Aveva poco più di trent’anni e la
Bestia se l’è portato via senza darci il tempo di
conoscerci e restare per sempre uno nell’altro.
Questa è la mia storia, come la volevo raccontare».