Invito al viaggio

Post N° 24


 Alla follia, non badate, datemi retta! Pensate piuttosto ai nuovi ritmi in cui immergere la vostra vita perduta dietro l'apparenza delle cose. Cercate l'immortalità, l'eterna questione del mare splendente dentro il sole di giugno che diventa nero a notte e scompare nelle tenebre. Io dimenticato relitto di una civiltà passata sono il solo che piango i defunti miraggi di un'età morta e ancora coprendomi di ridicolo scrivo lettere d'amore a traditi amori di un'epoca trascorsa, la giovinezza, e ricordo lo studente che piegava la sua retta immagine a misurare l'angolo della sua carnale diversità, a versare nel seno asciutto di una madre occasionale la solitudine futura dei suoi giorni tutti uguali. Lasciatevi andare verso il mare della vita! Assaporatene la musica sbiadita, e trionfatore sarà solo il Tempo e il suo nero oltraggio, la Morte! Mentre io ancora scriverò che il poeta chiude in stremate parole il suo cervello mirando il muro in alto della sua stanza e le poesie scivoleranno via, senza pietà, e nessun Dio le registra, incarnandosi per un attimo. Il ritmo non sa di mirtillo acerbo e piegarsi sulla bianca pagina di un diario il meglio dell'ispirazione fa in un fiato dileguare. Chiamatemi così: pazzo, deserto testimone di un deserto da percorrere in una torrida estate, senza acqua raccolta nella gobba di un domestico dromedario, e la mia poesia definitela con crudeltà e livore come lubrica, oscena, interessata e manigolda consigliera di sventura o furto di anime giovanili in cerca di nuove reincarnazioni. Sappiate però che brucio di gioia, di allegria feroce dentro la mia casa buia, prigioniero di calamitose idee, slabbrando la mia merda in privata visione senza lo scempio di immagini e talenti altrui. Sono un genio geniale che la vita spassa da un dolore all'altro, teatrale, senza ferite apparenti che non siano d'amore, piaghe purulente lasciate da una donna fatale che nessuno conosce. Slabbro la mia merda in privata visione: ghirigori collettivi e birbanti. Muratemi in una galera con la bibbia e i santi. ("Fuori di me" - Dario Bellezza - 1976)