A volo radente e non

Aviazione Commerciale Italiana ... 80 anni di storia .... parte IV°


Nel 1926 hanno utilizzato l'aereo ben quattromila "coraggiosi" trasvolatori. Inoltre anche la posta si serviva degli aerei, per andare da una regione all'altra dell'Italia. Nel primo anno, 1600 chilogrammi di corrispondenza, 40 mila chilogrammi di bagaglio, hanno "volato" per raggiungere tempestivamente le rispettive destinazioni. La "posta aerea" ed il "bagaglio express" cominciava così ad imporsi anche nel nostro paese.All'epoca degli idrovolanti, l'Italia aveva aperto la strada ai voli civili, creando così le premesse per la nascita poi della "Lai" (Linee Aeree Italiane). I "Savoia Marchetti", hanno proseguito la loro attività fin dall'inizio degli anni '50, quando da Torino, dallo scalo dell'Aeritalia, con il Torino-Roma-Catania, la nostra aviazione commerciale nasceva per la seconda volta.La data del 1926 resta storica, è una ricorrenza che le Poste italiane dovrebbero ricordare, proponendo alle nuove generazioni le immagini degli storici idrovolanti "Cant 10" gli "S.55" della Sias-Marchetti ed il "Walt Dornier" costruito dalla Fiat.Questo accadeva 74 anni fa. Nell'era dei moderni jet, l'idrovolante ha cessato la sua attività commerciale, tuttavia fra la flotta degli aerei turistici, in Italia, volano ancora una decina di moderni idrovolanti, sui laghi di Como e Garda (alcuni sono di proprietà privata), sui laghi alpini. Si tratta dei piccoli "Macchi a due posti" e il glorioso "Cesnna"
a quattro posti che gli "aero club" utilizzano soprattutto a scopo dimostrativo. C'era sino a pochi anni fa, un idrovolante che da La Spezia raggiungeva periodicamente il golfo di Genova. Era pilotato da un vero asso dell'aviazione militare. Usava l'idrovolante (era personale) per comodità. Era un generale, da anni in pensione, un personaggio mitico della nostra aviazione, l'idrovolante, a due ali sovrapposte, era per questo romantico del volo, la sua "utilitaria"