Diario clandestino

Caro Ospite


Caro Ospite,la mia casa è stata per qualche ora la tua casa. Quello che è mio è stato tuo. Il bianco feroce della cucina. La mia esperienza consumata dagli anni. Il morbido bordeaux del vino. La mia passione per il cinema. La cascata di noci dell'Amazzonia sparse sul pavimento. I miei gusti attenti. Una buona metà del mio divano. I miei modi cortesi. Un plaid caldo a motivi rigorosamente tartan. Ho intravisto e dissimulato abilmente quando le lacrime hanno colmato i tuoi occhi. Ho riso insieme a te. Ho sopportato le tue domande sul prosieguo del film. Ho evitato scrupolosamente il contatto fisico e mentale. Ho compreso con discrezione la tua fuga quasi immediata. C'era di più: lo so io e lo sai tu. Ma questo è il nostro patto: tacito, esplicito, terribile, fasullo, deleterio, ma sempre patto è. Ciononostante sono stato bene. Ciononostante sono stato male. E malgrado tutto questo non riesco ad avvicinarmi a te. E malgrado tutto questo non posso farci nulla ma non riesco a staccarmi da te.