Diario clandestino

Anni


Finalmente sfinito di fronte alla tastiera in una camera d'albergo dopo migliaia di chilometri. Ecco come e dove ritrovo la voglia di ripassare le dita sulla tastiera a distanza di tanto e non troppo tempo. Ho provato a me stesso molte molte cose in questi anni, in cui ho ritrovato una collocazione individuale, un baricentro dentro di me. 'Ritrovato' o forse 'trovato', ma non è essenziale. 'Trovato' grazie (o forse 'a causa') di tante (e in questo caso forse troppe) perdite. Necessarie e ineluttabili come la vita. Oggi ho scritto a una mia nipote che il sentimento verso un'altra persona è una delle cose per cui vale la pena vivere e mi sono decisamente sorpreso che una frase del genere mi fosse scaturita di getto. Anni per reprimere la passione ed adorare la tentazione, costruire una nuova disciplina con cui affrontare la mezza età. Ci sono esseri umani orrendi, mediocri e odiosi. La società è attualmente mediocre e cresce sempre più in me la voglia di contribuire, aumenta la necessità di tirare fuori il proprio senso civico. Ho molte difficoltà a trovare il modo di farlo, non riconoscendomi nelle religioni, nei partiti politici, spesso neppure nei movimenti di pensiero. Non riconoscendomi soprattutto nell'opportunismo imperante. Se questo impegno può per assimilazione diventare 'devozione', allora con il tempo sto cercando di spostare l'oggetto di questa devozione da me stesso a un'altra persona. A cui sto dando tutto quello che riesco, il meglio sino all'eccesso, perchè voglio farlo. Per me. Non credo di aver mai dato così tanto come nell'ultimo anno. Materialità e spirito, piacere e attenzioni, cure, tempo, energie. Energie che sono dentro di me, sempre di più, e che mi impegno a produrre grazie alla mia nuova autodisciplina. Continuo a guardare avanti. Con tanta decisione e tanto impeto.