FOCUS

NASA, RIUSCITO IL BOMBARDAMENTO DI UN CRATERE LUNARE


Alcune immagini della scia luminosa provocata dall’impatto del missile sul suolo lunare sono state mostrate alle 13.31 ora italiana dalla televisione della Nasa. Quattro minuti più tardi la sonda LCROSS si è essa stessa schiantata sul cratere provocato dal missile.
Il vero obiettivo della missione è la nuvola di detriti che si è alzata dopo l’esplosione dentro la quale gli scienziati contano di trovare resti di ghiaccio e vapore che confermerebbero la presenza di acqua al di sotto del suolo lunare. L’intero progetto Lcross è partito lo scorso giugno e solo negli ultimi giorni gli scienziati hanno deciso di spostare il bersaglio del missile, puntando su un’area dove ritengono più probabile trovare acqua. Le rilevazioni mostrano infatti una più alta concentrazione di idrogeno nelle vicinanze del polo sud della Luna, dove le temperature sono estremamente basse a causa dell’assenza di luce solare. L’eventuale presenza di acqua costituirebbe un fattore importante per lo sviluppo di una base lunare permanente, una delle possibili iniziative che - finanziamenti della Casa Bianca permettendo - la Nasa potrebbe intraprendere nel prossimo futuro come preparazione per la missione su Marte. La Lcross (Lunar Crater Observation and Sensing Satellite) è dotata di nove diversi strumenti, complementari far di loro e in grado di fornire nel loro insieme un’analisi dettagliata della composizione del “regolite”, il suolo lunare. Quella che si conclude oggi è, insieme al programma Lunar Precursor Robotic, la prima missione americana sulla Luna in oltre dieci anni. Le immagini del bombardamento saranno trasmesse sul sito della Nasa (www.nasa.gov/ntv). «Non possiamo anticipare niente immediatamente sulla presenza o sull’assenza d’acqua, avremo bisogno di alcuni giorni», ha dichiarato il capo progetto Anthony Colaprete a seguito dell'impatto del missile. Lo schianto del "proiettile" sulla superficie lunare ha generato una grande colonna di polvere di 350 tonnellate di detriti che si è elevata sopra la cima del cratere. «La missione è riuscita, abbiamo avuto conferma che l’impatto è avvenuto e tutto ha funzionato come previsto», ha riferito il Centro di investigazione della Nasa. Il cratere bombardato è largo 100 chilometri e profondo circa quattro. L’ipotesi è che ci sia «acqua sotto forma di ghiaccio rimasta intrappolata in zone permanentemente in ombra nel corso di miliardi di anni», ha detto Peter Schultz, professore di scienze geologiche alla Brown University, che ha collaborato al progetto della missione.