Follemente lucida

Plastilina


Nessuno può conoscere la portata del mio dolore.Nessuno può conoscere il mio mondo interiore.E' una scelta mia, esclusivamente mia: dentro la mia testa posso entrarci solo io e nessuno può avere accesso.Ricordo le urla di chi pensava di avere il diritto ad attraversare un labirinto di nervi, di sensazioni, di emozioni che mi rotolavano in ogni angolo della testa.C'ho pianto tanto: dalle scenate di gelosia perchè potevo pensare a qualcun altro o perchè questo “altro”, qualunque cosa fosse, gli altri non potevano averci accesso.Non so perchè qua su Libero ricevo commenti e messaggi privati da sconosciuti che mi chiedono notizie su come sto. Non è che ad una persona estranea può interessare il mio dolore, credo solo che derivi dal fatto che io sappia descrivere bene quello che sento e quello che vedo. Non sono stupida: fin da piccola mi sono sempre esercitata a scrivere in un modo tale da far suscitare in chi mi legge determinate sensazioni: quelle che volevo io.Scrivere, scrivere, scrivere...perchè quanto a parlare in questo caso trovo molte più difficoltà. Sì, quando sto male da morire divento logorroica, ma non esce mai fuori tutto, do l'illusione che esca il mio mondo intero, ma no, lo so: le pieghe più buie rimangono a giocare a nascondino dentro la testa. Fanno capolino, vorrebbero uscire allo scoperto, ma poi arriva quel “tana libera tutti” che le fa rientrare dentro i cunicoli più bui. Fuori so che purtroppo rimane il mio viso deformato dall'angoscia, perchè un qualche effetto lo devono lasciare. All'unanimità mi è stato detto che miglioro fisicamente e sono più attraente quando sono arrabbiata da morire o porto il tormento interiore agli angoli delle labbra, socchiudendo gli occhi, gli zigomi tirati. Non so se c'è qualcosa di sadico in chi me lo dice oppure no, miglioro davvero.Nessuno conosce la portata del mio dolore, perchè è sempre plastilina che assume diverse forme, ma che alla fine rimangono sempre le stesse: rabbia, dolore fisico, un guaio in cui cacciarmi, una situazione volutamente affrontata per sentire dolore, il rifugio dentro una bugia, menzogne che mi dico nel mio pessimismo per non cadere nella trappola dell'illusione. E' soprattutto l'illusione a devastarmi, l'illusione dei sentimenti, quei “ti amo” vuoti o i “ti voglio bene” detti senza una realtà di fatti.E' vero: lancio sos che “potrebbero accecare qualsiasi faro”, ma sono talmente convinta che cadranno quasi sempre nel vuoto che talvolta parlo solo per sos, facendone una lingua mia. Passerà la febbre di questi 3 giorni, passerà tutto, forse passerà anche l'imminente crollo psicologico che sto per avere e la cosa mi fa paura: non so quanto tempo ci metterò a rialzarmi, dopo tutti i kg che ho perso in un anno, la stanchezza accumulata in un ambiente che vuole farmi fuori nel quale ho dato l'anima, perchè mi piaceva darla, perchè dentro ho come una vocazione e su certe cose, per spirito e per amore del mestiere che ho sempre voluto fare, fin da bambina quando prendevo forbici, ritagli e colla e creavo il mio “giornalino” a distribuzione familiare, sono passata sopra a tante cose, a comportamenti strani, pressioni incomprensibili, cattiveria e indifferenza. Dovevo diventare una bestia, non ci sono riuscita, dovevo diventarci per sopravvivere. Io purtroppo ho solo un modo per sopravvivere, ne devo imparare altri, ma è sempre quella plastilina che a volte si asciuga e non ne vuole sapere di prendere altre forme.