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PRENDIAMO A BASTONATE QUESTI CRETINI....O QUESTE CRETINE (che a volte ammiccano per aver aumenti e poi...)


E' difficile stabilire chi ha ragione. A volte capita che negli uffici misti (uomini e donne) la donna ammicchi....Faccia troppo la sexy. Insomma non una donna bella e basta...ma con qualche atteggiamento un pò più ad "effetto". Battutine, risatine, strusciamenti mancati, ed altro. Un antico detto popolare dice : " occhio a sfregare la lampada....che poi esce il genio ! ". PER ME è più probabile che la donna sia stata violentata. Se fosse il contrario...che prima ammicchi e poi no, stesse attenta la donna. Che a passare da paladina della giustizia a puttanella da ufficio che fa la gatta morta è un giochino che non sempre finisce bene. Qualcuno poi si vendica. E non è come nei film. Comportiamoci bene sui posti di lavoro: prima di tutto ai maschi, poi alle femmnine. Questo è un appello sincero. A comportarsi da cretini ci si ritrova poi, prima o dopo, a diventare cretini. (leggi notizia sotto) ---------------------------- tratto da libero.it Violenta una dipendente e lei, per difendersi, gli morde il pene. Chiesto il giudizio immediato per l'uomo, Nino C., titolare dell'impresa di pulizia di San Giorgio su Legnano. L'episodio è avvenuto il 24 luglio scorso, all'interno del municipio di San Giorgio su Legnano. In base a quanto ricostruito dal pubblico ministero Edi Pinatto, Nino C., 54 anni, ha aggredito una sua dipendente di 39 anni, prima tentando di convincerla ad avere con lui un rapporto sessuale dicendole "non ti preoccupare per il lavoro, che adesso ti farò fare io un paio d'ore in più, poi inseguendola per la stanza. La vittima ha tentato la fuga, ma quando lui l'ha afferrata per il collo, torcendole un polso e costringendola al rapporto sessuale, lei gli ha morso il pene, provocandogli "lesioni epiteliali-vascolari" al glande "con immediate perdite ematiche". E' poi riuscita a fuggire, mentre il titolare gridava dolorante: "Mamma che male! Mamma che male!". Ora nei confronti del 54enne, il pm ha chiesto il giudizio immediato con le accuse di violenza sessuale aggravata, sequestro di persona e lesioni personali lievi. Per il pm, dunque, la prova dei reati è tanto evidente da non rendersi necessaria l'udienza preliminare e da disporre subito il dibattimento. E contesta a Nino C. le aggravanti di avere commesso il fatto su una persona sottoposta a limitazioni della libertà personale perchè "segregata a chiave in un locale della casa comunale di San Giorgio su Legnano", di "avere agito con abuso del rapporto di lavoro e della propria posizione di superiore gerarchico, quale datore di lavoro", e di aver approfittato di circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la privata difesa, in particolare "attendendo l'uscita dell'ultimo agente della Polizia locale" dal municipio, poco prima delle 19.30. Dopo la querela della vittima, Nino C. era stato messo agli arresti domiciliari presso l'abitazione che condivide con la moglie e con i figli, ma era stato poi liberato dal Tribunale del riesame. Ora pende davanti alla Cassazione il ricorso del pm contro la scarcerazione. Il difensore dell'uomo, l'avvocato Fabio Vedani, sta svolgendo indagini difensive per avvalorare la tesi del suo assistito, che ha sempre parlato di un rapporto consenziente.