follevolezza

sul treno


Salgo sul treno. Pregusto le due ore abbondanti di viaggio tra lettura e musica in cuffia e chissà anche un pisolino.Nello scompartimento un tipo occupa il mio posto. Posto prenotato, obbligatoriamente. Un ragazzotto con un po' di peluria in faccia, mal distribuita. Un quotidiano ripiegato e strapazzato sulle gambe, sguardo fisso verso l'esterno. L'abbigliamento del ragazzotto è trasandato. Giubbotto a quadri stile grunge anni novanta, i pantaloni larghissimi che si infilano sotto il tacco di scarpe da ginnastica slacciate. Mi rivolgo a lui dopo aver sistemato la valigia sulla cappelliera.- Scusi, questo posto è prenotato.- Quando arriva chi l'ha prenotato mi alzo.- Sono io.- Guarda quanti posti liberi ce stanno...- Guarda caso ho prenotato volutamente 'sto posto.- Stai a badà ar capello. Mo' me arzo, tranquillo...Si. Sto tranquillo, nonostante il suddetto sig. Tranquillo abbia fatto una brutta fine, dicono.Mi accomodo. Accendo il lettore Mp3. Musica Musica. Musica. lo scompartimento si riempie. Non faccio troppo caso a chi riempie lo scompartimento. Il libro che leggo mi prende molto, è una storia surreale su un ipotetico distacco della penisola iberica dal resto dell'Europa. Dopo la partenza del treno, alzo gli occhi dal libro. Una signora di fronte a me mi sorride, di fianco il ragazzotto di prima mi guarda fisso, chiude il trio una ragazza sui trenta che ascolta la musica dalle cuffie, molto simili alle mie. Alla mia sinistra, un signore sulla sessantina con le scarpe sformate respira a fatica e suda, a fianco a lui un'altra signora molto in carne si fa aria con una rivista di gossip. La signora di fronte a me, continua a sorridere e indicando il mio libro mi rivolge la parola.- Le piace?- Si, molto. Conosce l'autore?- Di persona no, ma ho letto un paio di libri. E' un premio nobel, lo sa?- Si, anche se l'ho scoperto solo dopo il terzo libro.- Io invece l'ho letto la prima volta sapendolo, anzi forse comprai il libro proprio per quel motivo.- Io di solito mi affido alla copertina, se non mi piace lo compro.- Ha ha ha. Bella questa. Io mi faccio consigliare dagli amici.- Già. Di solito anche io, ma in senso inverso, se piace molto ai miei conoscenti, un libro non lo compro, se invece non ne ho sentito parlare ha più possibilità di essere un libro che mi piacerà.- Un po' contorto non le pare?- Forse.- Che lavoro fa?- C'è la domanda di riserva?- He he he, riservato o timido?- Ne' uno ne' l'altro. Lei? Curiosa o cosa?- Pardon, sono stata invadente, mi scusi.- Mi scusi lei, sono stato scortese, ma di solito non amo parlare di me.- Non si scusi, è che il treno mi innervosisce e se non mi distraggo...- Si figuri. Facciamo finta che non ci siamo ancora presentati.- E' vero, non ci siamo presentati (tendendo la mano curata) mi chiamo Teresa.- Piacere Sandro.- Dove scende?- A Firenze. Lei?- Anche io.- Come mai la innervosisce il treno?- E' una storia complicata, ma tenterò di spiegarla. La ragazza che siede vicino alla porta è mia figlia..- Complimenti.- Grazie. - Cosa c'entra con il suo nervosismo?- ...praticamente ha rischiato di nascere in treno... - Accidenti.- Si mio marito. Ex marito mi mise sul treno il giorno che l'ho data alla luce, voleva prendersi una pausa di riflessione. Si sbarazzò di me e lei in un colpo solo. - Un tempismo perfetto per una pausa di riflessione.- Si figuri che dura tutt'ora.- Un tipo deciso.- Più o meno. Mi si ruppero le acque a pochi chilometri da Firenze, andavamo dai miei genitori. Mio padre mi ha preso dalla stazione e mi ha portato all'ospedale, per poco non mi perdevo la bimba nell'auto. Solo una volta finito il tutto mi resi conto che non avevo più la valigia. L'avevo lasciata sul treno.- Un'odissea.- Quasi. La fortuna volle che sulla valigia ci fosse la targhetta e che il capo stazione di Bologna, facendo fede a ciò che c'era scritto telefonò al mio attuale ex allora "marito".- L'indeciso..- Esatto, ma secondo me si nasconde dietro una maschera di indecisione, in realtà ha sempre saputo cosa voleva.- Forse si.- Ora che le ho raccontato un po' di cazzetti miei, me lo dice di che si occupa?- Certo. Mi occupo di una rivista.- Interessante.- Mah, dipende.- Rivista di cosa?- E' questo il fatto, ancora non so di cosa.- Cioè?- Cambia tema ogni numero. Per esempio il prossimo numero sarà incentrato sul tema della natalità, quello precedente si occupava di ospedali, il prossimo ancora di trasporti. E' una rivista molto eclettica.- Come si chiama?- Non la troverà in Italia.- E dove?- In America Latina. E' una pubblicazione per gli emigrati all'estero, si vende per abbonamento.- Interessante, e come si chiama?- Le interessa proprio il nome?- Beh, se non è un segreto..- Il titolo della testata è che succede a casa?- Un titolo particolare.- Si, originale. L'inventò la mia ex-moglie.- Divorziato?- Quasi.- Figli?- No.- Meno male?- Meno male! Se ce ne fossero stati non ci saremmo separati forse.- Capisco. - Beata lei io non ci capisco nulla.- Mi dica la verità.- Certo.- La rivista non esiste.- Ovviamente. Come la ragazza che siede vicino alla porta non è sua figlia.- Vero. Ma come ha fatto ad accorgersene?- Non saprei, sesto senso?- Sa che mi sta simpatico?- Anche lei. La metterò sul blog.- Ha un blog?- Si.- E che cos'è?- Visto che manca più di un'ora ho il tempo di spiegarle cos'è..- Senza inventare?- Ci proverò...- Ha ha ha.- Ha ha ha..