follevolezza

"Mi dica allora"


- Buonasera.- Buonasera dottoressa.- Si accomodi.- Grazie.- Come mai si è rivolto da me?- Sono stato consigliato da un amico che lei non conosce, ma la cui ragazza per qualche tempo è stata sua.. paziente? Cliente? Utente?- Come preferisce. Sono etichette che non amo.- Ah. Come definisce le persone che riceve?- Si definiscono da soli. Non ho bisogno di farlo io. Lei per esempio come si definisce?- Caspita non ci avevo pensato. Come mi definisco? Diciamo paziente.- Paziente. Quindi sente di avere un disagio o un disturbo da risolvere.- Chissà. Non le piacciono le sorprese? - Certo. Sono attratta dalle sorprese come tutti. Ma lei si è definito paziente e il paziente per antonomasia è colui il quale si rivolge al medico per risolvere una malattia, un disturbo, per avere un consiglio eccetera.- Mi sono definito un paziente perché mi sento di avere molta pazienza. E con i dottori occorre sempre averne di pazienza. E' per questo che chi si rivolge alle strutture mediche per definizione si chiama paziente. E' una richiesta, una preghiera di essere pazienti, più che un'etichetta.- Arguto. Ha la tendenza a volere la ragione sempre e comunque?- Non voglio avere ragione se non la ho. Ma se penso di averla..- Ancora non mi ha detto come mai si rivolge a me.- Già. Sto uscendo da una convalescenza. Mi hanno detto che il supporto psicologico è molto importante e ci credo. - Quindi è qui per un supporto.- Esatto.- Mi dica allora..- Cosa?- Ciò che vuole.- Si comincia così?- Certo.- Quanto tempo ho?- Circa quaranta minuti.- Ok allora si metta comoda, perché tutto comincia una quarantina di anni fa...