Creato da pausandro il 24/06/2007
tra la follia e la leggerezza

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« Anime gemelleIl lago parte prima. »

Il vicino di stanza.

Post n°50 pubblicato il 05 Agosto 2008 da pausandro
 

Il recupero ha seguito delle tappe ben stabilite. Prima fra tutte: Muovere gli arti superiori, avvenne in una progressione impressionante. Deambulare diventò un gioco da ragazzi. Anzi da Perry Meson. Giravo in sedia a rotelle ogni volta che potevo. Le infermiere cominciarono a dovermi pedinare per le medicine, per la fisioterapia, per le lastre, le risonanze, tac e chi più ne ha più ne metta.
Un giorno decisi di far visita al mio vicino di stanza. Quel giorno la mia vita cambiò.
L'occupante della stanza numero 405 era un uomo sulla cinquantina avanzata. Biondo con una barba più sul rosso. Aveva delle rughe intorno agli occhi, ma lo sguardo da bambino. Non appena mi vide entrare, mi salutò e mi fece un sorriso da far squagliare chiunque.

405: Ciao.
io: Buongiorno.
405: Come va?
io: si gira. Secondo giorno di giro.
405: Tosta è?
io: Non mi lamento.
405: Esplorato molto?
io: mia stanza e corridoio. Ora qui, da te.
405: Non mi pare molto.
io: a me si.
405: Che ti è successo?
io: incidente. Coma. Ripresa...
405: Allora ti stai riprendendo.
io: già.
405: Bene. Dobbiamo brindare allora.
io: tu? Cos'hai?
405: Per dirla come parli tu: malattia, declino, tentativo di rallentamentoper tenere lontana la fine.
io: Azz.
405: E' la stessa cosa che ho detto io dieci anni fa.
io: è molto grave?
405: macchè. Stando a ciò che mi dicevano i medici dovevo tirare le quoia da almeno cinque anni.
io: Azz.
405: Esatto, me lo ripeto ogni giorno. Come ti chiami?
io: Sandro.
405: piacere Sandro, io sono Renzo. O meglio Lorenzo, ma per far prima Renzo.
io: Una scorciatoia...
405: Chiamiamola così. Sei simpatico.
io: grazie. Anche tu.
405: Quanto dovrai stare qui?
io: non saprei. Appena cammino vado via.
405: Ottimo allora ti vedrò andar via sulle tue zampette.
io: ci provo. Per ora sono stanco anche solo se penso a camminare...
405: se penso a camminare divento triste invece. Ma da qualche giorno tutto è cambiato.
io: cioè?
405: semplice prima facevo il conto alla rovescia rispetto a ciò che mi dicevano i dottori. Oggi invece vivo come se ogni giorno fosse un regalo. Un natale ogni giorno che passa. Vivo ogni istante come se fosse l'ultimo e non mi faccio scappare niente.
io: ?
405: Se fossi entrato nella mia stanza diciamo tre anni fa, avrei pensato "che cazzo vuole 'sto cacacazzi ora?" Invece oggi sono contento che tu sia passato di qui. ho avuto modo di conoscere una persona che guarirà.
io: sai che sei forte?
405: grazie. Ma vedo nei tuoi occhi la stessa forza.
io: grazie.
405: Ora vado a pisciare e se ci riesco...
io: Beh tolgo il disturbo.
405: la mia stanza è sempre aperta. Torna quando vuoi.
io: ok. A dopo. o a domani se fossi cotto!

quando, qualche settimana dopo riuscii a deambulare con l'aiuto del trespolo con le rotelle, nonostante mi sentissi Portobello orfano di Enzo Tortora, andai a cercare Renzo. Con l'aiuto di Lisa, che mi seguiva passo passo, impiegandoci una buona ventina di minuti. Arrivai davanti la stanza 405. Vedendo il letto vuoto.

io: Dove l'hanno portato a Renzo?
Lisa: E' venuta la moglie a prenderlo.
io: ma stava meglio?
Lisa: (evitando di guardarmi in faccia) Abbastanza. Non aveva più dolori.
io: non mi sono fatto dare il numero di telefono.
Lisa: se ci riesco te lo rimedio. Torniamo in camera?
io: Ok. Mi hai convinto. Ma sono stremato.
Lisa: vado a prendere la sedia?
io: si, ti prego!
Lisa: aspettami qui.
io: no. Mo' scappo con il portantino.
Lisa: scemo.
Passa in quel momento un'altra infermiera che chiameremo Luna.
io: ciao Luna.
Luna: che progressi Sandro.
io: visto. Peccato che ho finito la benza.
Luna: stanco?
io: si.
Luna: Vado a prendere la sedia?
io: c'è andata Lisa.
Luna: hai visto Renzo?
io: si carino da parte della moglie venirlo a prendere.
Luna: come no, 'ste cose mi fanno incazzare. Se pensi che non si parlavano da tre anni. Qui non c'era mai venuta. Doveva morire per farsi venire a trovare...
io: Ah. (le ginocchia non mi reggono più. Arriva Lisa in soccorso con la sedia.)
Lisa: Non camminava, avevamo lasciato i freni attaccati...
io: Renzo è morto?
Lisa (imbarazzata) te l'ha detto Luna?
io: Renzo è morto?
Lisa: si. Non mi sembrava il caso di dirtelo, ti stai riprendendo così bene.
io: grazie per il pensiero, ma avrei voluto salutarlo. Mi ha dato molto più lui in un paio d'ore che tanta gente in tutta la vita...
Lisa: mi dispiace.
io: l'hai fatto a fin di bene. Non ce l'ho con te.
Lisa: sicuro?
io: si, tranquilla.
Lisa: sto tranquilla allora.
io: o
ra vorrei tornare in camera.
Lisa: ecco ora sei triste.
io: no. Non c'è tempo. Non posso perdere tempo ad essere triste. Hai detto bene tu. ora non avrà più dolori...
Lisa: ce l'hai con me?
io: no ce l'ho con me che non sono venuto tutti i giorni a trovarlo...

 
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