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Con il permesso (spero) di Enrico Ruggeri Con il passato che ho, dopo mille battaglie e pericoli, di niente al mondo mi pento; nemmeno il vento è più curioso di me. Dove mi trovo non so, ma rimane un istante da vivere per ricordare le porte di tante case dove aspettano me. Portami via; voglia di consumare.Tienimi via. Chi non mi sa capire guardi la scia delle mie navi leggere. Fammi bere al giorno che verrà e alle carezze passeggere. Magari un giorno verrò: rimanere da soli è difficile. Ma l'abitudine a correre è troppo forte; è più veloce di me e non si può combattere. Andiamo incontro all'avventura con le vele al vento; non è rimpianto né paura ciò che sento. Non c'è montagna né frontiera che potrà fermare chi corre incontro al mondo e il mondo sa guardare. Sono già via; scrivo da questo mare.Sono già via. Non si farà legare l'anima mia, fatta di roccia più dura, perché l'anima è un concetto senza età, senza famiglia né bandiera. Faremo un salto dentro al buio; non avremo pace perché nel centro dell'ignoto c'è una luce. Se il cuore nasce marinaio non potrai averlo, perché non basta un altro cuore per tenerlo. Portami via; voglia di consumare.Lascia che sia. Chi non mi sa capire guardi la scia delle mie navi leggere. Fammi ancora bere al giorno che verrà e alle carezze passeggere. Sono già via; scrivo da questo mare.Sono già via. Non posso scegliere una vita non mia: sono di roccia più dura. Non gridare che non sento. Magari un giorno verrò: rimanere da soli è difficile. Ma l'abitudine a correre è troppo forte: è come un fulmine. Portami via; voglia di consumare.Lascia che sia. Chi non mi sa capire guardi la scia delle mie navi leggere. Fammi ancora bere al giorno che verrà e alle carezze passeggere. Se torno vivo non so |
1300 Kilometri, 700 dei quali - purtroppo - in autostrada. Ma, come sempre, ne è valsa la pena. Su e giù per le colline del Chianti. Tempo splendido, asfalto quasi sempre perfetto. L'unica nota dolente è, come sempre, il comportamento degli automobilisti. Non riesco ancora a capire come mai l'automobilista medio italiano non riesca a vedere (o addirittura a sentire) una moto che arriva. Dopo innumerevoli volte in cui hanno tentato di uccidermi, ho deciso che sono possibili solo due scenari. Il primo: l'automobilista medio italiano pensa che guardare spesso negli specchietti sia un'inutile perdita di tempo. Ben altre sono le attività da svolgere in macchina: parlare animatamente col passeggero, rispondere al telefonino, guardare il paesaggio ...... Il secondo: l'automobilista medio italiano si sente castrato e cerca in tutti i modi di rendere la vita difficile a chi ha una moto. Fatto sta che, qualunque sia lo scenario vero, chi ci va di mezzo e paga le conseguenze, spesso drammatiche, è sempre quello che viaggia su due ruote. Certo, spesso i motociclisti sono indisciplinati, sorpassano a destra (anche perchè è l'unica corsia sempre libera :-) )........ ma la pena di morte mi sembra un po' esagerata. A presto
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Inviato da: voce_sensuale1
il 07/01/2008 alle 13:29
Inviato da: ulisse_contemporaneo
il 21/11/2006 alle 11:53
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