Creato da: ulisse_contemporaneo il 07/09/2006
(dis)avventure di un single

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Con il permesso (spero) di Enrico Ruggeri

 Con il passato che ho,
dopo mille battaglie e pericoli,
di niente al mondo mi pento;
nemmeno il vento è più curioso di me.

Dove mi trovo non so,
ma rimane un istante da vivere
per ricordare le porte
di tante case dove aspettano me.

Portami via;
voglia di consumare.Tienimi via.
Chi non mi sa capire guardi la scia
delle mie navi leggere.
Fammi bere al giorno che verrà
e alle carezze passeggere.

Magari un giorno verrò:
rimanere da soli è difficile.
Ma l'abitudine a correre è troppo forte;
è più veloce di me
e non si può combattere.

Andiamo incontro all'avventura
con le vele al vento;
non è rimpianto né paura ciò che sento.
Non c'è montagna né frontiera
che potrà fermare
chi corre incontro al mondo
e il mondo sa guardare.

Sono già via;
scrivo da questo mare.Sono già via.
Non si farà legare l'anima mia,
fatta di roccia più dura,
perché l'anima è un concetto senza età,
senza famiglia né bandiera.

Faremo un salto dentro al buio;
non avremo pace
perché nel centro dell'ignoto c'è una luce.
Se il cuore nasce marinaio
non potrai averlo,
perché non basta un altro cuore per tenerlo.

Portami via;
voglia di consumare.Lascia che sia.
Chi non mi sa capire guardi la scia
delle mie navi leggere.
Fammi ancora bere al giorno che verrà
e alle carezze passeggere.

Sono già via;
scrivo da questo mare.Sono già via.
Non posso scegliere una vita non mia:
sono di roccia più dura.
Non gridare che non sento.

Magari un giorno verrò:
rimanere da soli è difficile.
Ma l'abitudine a correre è troppo forte:
è come un fulmine.

Portami via;
voglia di consumare.Lascia che sia.
Chi non mi sa capire guardi la scia
delle mie navi leggere.
Fammi ancora bere al giorno che verrà
e alle carezze passeggere.

Se torno vivo non so
 

 

 

La coppia matematica

Post n°6 pubblicato il 13 Settembre 2006 da ulisse_contemporaneo
 

La vita di coppia implica una marea di compromessi, cambiamenti di piccole o grandi abitudini e comportamenti.

Milioni e milioni di pagine sono state scritte sulla coppia. Taluni scritti provengono da grandi studiosi, filosofi, psicologi e chi piu’ ne ha piu’ ne metta.

Non valgo nemmeno l’unghia dell’alluce di questi grandi pensatori, ma dal mio piccolo punto di vista di modesto uomo di campagna, vorrei semplificare il tutto portandolo in ambito matematico.

L’entita’ che nasce dall’unione di 2 persone non puo’ essere una somma aritmetica corretta, ovvero 1+1 non fa 2, ma molto probabilmente 1,5.

Lo 0,5 che viene a mancare e’ dato dalle rinunce di cui ognuno dei 2 “partecipanti” dovrebbe farsi carico.

Se ognuno rinuncia ad uno 0,25, la coppia puo’ probabilmente funzionare.

Ma se uno dei 2 non e’ disposto a sacrificare qualcosa di proprio per la coppia, allora il risultato della somma 1+1 potrebbe essere, paradossalmente, 1.

Ovvero uno dei due partecipanti sparisce, si annichilisce e la coppia non e’ piu’ tale.

In questo caso e’ solo questione di tempo. Ma prima o poi l’1 cancellato si ribella.

Quale puo’ essere una soluzione? Ragionevolmente, se due persone stanno insieme c’e’ – almeno all’inizio – un sentimento forte che li lega ed e’ proprio in quel momento che i malesseri ed i “mal di pancia” devono essere portati a conoscenza dell’altro/a. I problemi vanno affrontati subito, apertamente. Se c’e’ una soluzione, le cose possono funzionare. Se non c’e’ una soluzione, il rapporto finisce, magari conflittualmente, ma senza trascinarsi alle calende greche.

Ma se i problemi non si affrontano e si risolvono radicalmente nella prima fase, diventano come metastasi sparse in tutto il corpo ed e’ ormai troppo tardi per rimuoverli. Gia’: non si e’ piu’ nella fase in cui l’innamoramento e’ forte ed entrambi possono ancora accorgersi, se avvisati, che il partner sta soffocando. Si e’ ormai nella fase della “quotidianita’”, dell”abitudine”, le due bestie piu’ crudeli e sanguinarie della coppia.

Non dobbiamo tenerci tutto dentro, ma dovremmo dire sempre i nostri malesseri al partner chiaramente anche se, in questo modo, rischiamo di perderlo. Meglio una morte istantanea che vent’anni di agonia.

A presto

 

Ulisse

 
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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 12 Settembre 2006 da ulisse_contemporaneo
 
Foto di ulisse_contemporaneo

Una delle mille cose belle della moto e' poter cavalcare sopra queste strade :-)

Credetemi..... e' stupendo essere uno dei puntolini che si vedono in fondo a destra

 
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Post n°4 pubblicato il 10 Settembre 2006 da ulisse_contemporaneo
 
Foto di ulisse_contemporaneo1300 Kilometri, 700 dei quali - purtroppo - in autostrada.
Ma, come sempre, ne è valsa la pena. Su e giù per le colline del Chianti.
Tempo splendido, asfalto quasi sempre perfetto.
L'unica nota dolente è, come sempre, il comportamento degli automobilisti.
Non riesco ancora a capire come mai l'automobilista medio italiano non riesca a vedere (o addirittura a sentire) una moto che arriva. Dopo innumerevoli volte in cui hanno tentato di uccidermi, ho deciso che sono possibili solo due scenari.
Il primo: l'automobilista medio italiano pensa che guardare spesso negli specchietti sia un'inutile perdita di tempo. Ben altre sono le attività da svolgere in macchina: parlare animatamente col passeggero, rispondere al telefonino, guardare il paesaggio ......
Il secondo: l'automobilista medio italiano si sente castrato e cerca in tutti i modi di rendere la vita difficile a chi ha una moto.
Fatto sta che, qualunque sia lo scenario vero, chi ci va di mezzo e paga le conseguenze, spesso drammatiche, è sempre quello che viaggia su due ruote.
Certo, spesso i motociclisti sono indisciplinati, sorpassano a destra (anche perchè è l'unica corsia sempre libera :-) )........ ma la pena di morte mi sembra un po' esagerata.
A presto
 
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Pronti? Si parte

Post n°3 pubblicato il 08 Settembre 2006 da ulisse_contemporaneo
 
Foto di ulisse_contemporaneo


L'abbigliamento tecnico è pronto sul divano. I bauletti sono pieni, la moto è tagliandata di recente.

Si parte per un week end in Centro Italia.
E' difficile spiegare a chi non va in moto l'insieme di sensazioni che puoi provare facendo un migliaio di kilometri. Dire che la moto è uguale alla libertà è abbastanza banale e riduttivo.
Tre ore alla partenza.
Buon week end a tutti.

 
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Post n°2 pubblicato il 08 Settembre 2006 da ulisse_contemporaneo
 
Vent'anni di vita di coppia sono un tempo enorme, quasi siderale.
Ci sono coppie che nascono subito dopo l'adolescenza e terminano solo a causa della mortale natura umana. Ce ne sono altre che nascono e terminano in un batter di ciglia (matrimoni "usa e getta", per intendersi).
La verità è che la coppia deve sempre rinnovarsi, sempre trovare nuovi stimoli, soprattutto mentali. E questi stimoli devono appagare entrambi.
Diversamente subentra la quotidianità, il più grosso pericolo della vita di coppia.
E quando si vive di quotidianità, si vive male. Ci si tarpa le ali. Si diventa provinciali e pantofolai. E la coppia muore. C'è chi ha il coraggio di dire basta. C'è chi continua.
Si fanno sempre le stesse cose, come se la vita fosse una catena di montaggio.
I comportamenti del partner sono prevedibili e previsti. Si vive in gabbia. Magari dorata, ma sempre gabbia!
Non voglio pensare che non esistano coppie che stanno bene insieme anche dopo cinquant'anni. Ma forse sono l'eccezione. Mi sbaglio?
 
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