follie camune

HEAVY METAL!


Siamo malati di nostalgia, noi vecchi metallari degli anni '80, e continuiamo a seguire con speranza, passione, rassegnazione, chi ci ha, a modo suo, dato tanto. Abbiamo vissuto un epopea fantastica, tra l'80 e l'86, che ci ha segnato la vita e, ogni volta che un nuovo CD, una volta LP, di qualche band storica esce, non riusciamo a lasciarlo sullo scaffale e lo portiamo a casa con noi. Stavolta è il turno di MANOWAR e SAXON. Gods of War, purtroppo, segue le orme delle ultime produzioni firmate dai muscolosi americani ed è un disco totalmente inutile. L'assurdo è che, nella noia assoluta delle canzoni dedicate al concept su Odino, spicca solo l'ultima traccia, indicata come bonus track ed estranea alla narrazione di tutto il lavoro. Fa un po' specie sentire i Manowar richiamare gli Whitesnake di Judgement day, che a loro volta si ispiravano ai Led Zeppelin di Kashmir, ma la canzone Die for metal è una piccola perla che almeno ci induce a non regalare il dischetto a qualche giovane ammiratore di questi Manowar.Si salvano in corner i più vecchi Saxon. Riescono ancora a spargere qualche emozione quando citano se stessi, vedi I've got to Rock (to stay alive), nel quale fa capolino il riff di Wheels of steel (!) mentre perdono un po' la maniglia quando si danno allo sferraglio modernista. Per chiudere sono dati per certi, nel 2007, il nuovo Scorpions e un concept dei Judas Priest su Nostradamus, della durata di 90'. Inevitabilmente, rimpingueranno la nostra discografia.