FOOTBALL SCOUT

C'E' CHI SCENDE E CHI SALE...


E' appena la seconda giornata, ma sembra che siamo già a campionato inoltrato. La serie A sta iniziando ad avere le sue gerarchie, naturalmente tutte destinate a poter cambiare, ma la sensazione è che il percorso di questa serie A sia già ben chiaro e somiglia molto ad una tappa in salita del giro d'Italia: una squadra destinata a portare l'andatura, altre pronte a resistere e a farsi battaglia tra loro per trovare la posizione migliore per attaccarla in caso di cedimento di quest'ultima. E la squadra che ora scandisce il ritmo, per adesso sembra riuscirlo a fare senza alcun minimo segno di stanchezza: due vittorie facili, di larga misura, e soprattutto col minimo sforzo. Dopo il successo in casa col Parma, per la Juventus arriva il bis, con un 4-1 in trasferta all'Udinese. Vedendo il risultato, e conoscendo le prestazioni della Juve della scorsa stagione, qualcuno avrebbe potuto immaginare ad una partita in cui la Juve abbia scandito il suo ritmo forsennato dal primo minuto, ma non è stato proprio così: la sensazione è che quest'anno la squadra bianconera, consapevole di essere in assoluto la squadra più forte del campionato, sappia che in una stagione in cui dovrà giocare anche la champions, e dopo una passata giocata sempre al 100 per 100 e conclusasi con 7 bianconeri in finale di Europeo, mantenere per altre 70 partite i ritmi dello scorso campionato sia impossibile. Ecco perchè cerca di vincere le partite 'normali' di campionato (ossia quelle più difficili per la Juve nella tradizione degli ultimi anni) imponendo la propria superiorità psicologicamente alla squadra avversaria, e cercando di colpirla con i colpi dei singoli, e la Juve, ne ha tanti, più anche della scorsa stagione. Alcuni vedono una Juve meno cattiva e quindi più debole, io invece vedo queste come grandi prove di forza della Juve, capace di schiantare un nuovo Parma e una ferita Udinese senza alcun patema, ma con la presunzione e la convinzione di gente come Barzagli, Pirlo, Vidal, Marchisio, Liechsteiner, Vucinic, Giovinco, di essere superiori. In attesa di affilare i coltelli per le partite che contano, proprio come faceva la Juve di Capello o quella di Lippi. Meglio non esprimere giudizi ancora sui fiulani, Guidolin è abituato a momenti come questi, ed è abituato sempre a compiere miracoli partendo proprio dal punto più basso; ne riparleremo tra qualche giornata, perchè la materia prima su cui lavorare anche quest'anno c'è. Per non perdere il passo della Juve è in corso una vera e propria bagarre, in cui c'è chi scende e c'è chi sale. Sta salendo alla grande il Napoli, che in una prestazione anonima in un campo inaccettabile, contro un'ottima Fiorentina (sicuramente una delle rivelazioni del campionato, e occhio al difensore Roncaglia, ne sentiremo parlare) è riuscita ad ottenere 3 punti che sicuramente una stagione fa non avrebbe raccolto. Vola letteralmente per adesso a punteggio pieno la Lazio, trascinata da Klose e Candreva. A dire, il vero, questo inizio, viste le tante difficoltà estive, non se lo immaginava neanche Petkovic. Ma la vera Lazio non è nè questa (troppo fortunata a parer mio), nè quella di Agosto (troppo sfortunata): è una squadra che farà come sempre un ottimo campionato, e lotterà per la Champions, e che quindi presto abbandonerà la vetta della classifica. Si trova un compromesso a tutto. Per adesso però non sono riusciti a trovarlo Inter e Roma, a tratti capaci di stupire, a tratti che mettono in mostra tutti i loro difetti. Una cosa certa è che per adesso danno spettacolo. Zeman, dopo essersi stupito per la sua prima Roma, che sembrava più quella di Luis Henrique che quella di Zeman, ieri si è stupito per aver visto la prima vera Roma di Zeman: una squadra che dà spettacolo, con Destro e Osvaldo due signori attaccanti, e Totti nel suo vecchio ruolo dietro la punte ad ispirare come ai tempi migliori. In più un centrocampo che, con l'infortunio di De Rossi, era formato da Tachsidis, Marquinho e Florenzi: due di questi l'anno scorso giocavano in B, l'altro era un oggetto misterioso; oggi corrono, difendono, danno del tu al pallone e segnano (Marquinho e Florenzi), oppure mostrano una tecnica e una visione di gioco sorprendente (il greco, il giocatore che mi ha colpito di più). Il problema sta nella difesa, ma Zeman lo sa e non ne fa un motivo di grande preoccupazione, per lui l'importante è segnare un gol più degli altri. Però, è anche vero che i campionati li vincono le squadre con la difesa migliore, e non a caso Zeman non ha mai vinto nulla. Staremo a vedere. L'Inter, invece, è una bellissima Inter, ma anche la solita Pazza Inter: l'attacco ha una grande qualità, ma se Cassano e Snejider non danno una mano a centrocampo, questo va in difficoltà, e la difesa corre sempre il rischio di figuracce, anche perchè dietro ora con la partenza di Maicon non ha più fenomeni, e l'intesa è ancora da raggiungere. E, una squadra che vince, stravince anche e sempre in trasferta, ma non riesce a vincere in casa, può essere bella quanto vuoi, ma non può vincere lo scudetto. Un ulteriore impasto nel gruppo "antijuventus" dunque, dove ad oggi dico che la principale rivale è il Napoli, perchè la più collaudata. Tra le squadre che risalgono c'è anche il Milan, che continua ad avere difficoltà, ma che sembra aver almeno trovato la terapia per guarire alla "Ibrahite": umiltà, giovani e italiani. De Sciglio è il prototipo del terzino modello, alcuni lo paragonano già a Tassotti, Acerbi ha grande fisico e personalità, perchè non si è data fiducia subito a loro anzichè far giocare giocatori più vecchi e mediocri? se sbagliano loro, come possono sbagliare gli altri, non è altro che un passo avanti per migliorare e crescere. E se segna Pazzini, molti problemi sono risolti. Da segnalare infine 3 outsider: la Sampdoria, che non fosse per la penalizzazione sarebbe anch'essa prima, ha un signor centrocampo, un allenatore che ci sa fare con i giovani, tanto entusiasmo, e ha Maxi Lopez. Non vincerà lo scudetto, ma sarà una bella rivelazione; il Toro, anch'esso sulle ali dell'entusiasmo, dei giovani e anche dei vecchi come Sgrigna, in Serie A per la prima volta a 30 anni; e il Catania, attualmente una delle squadre maggiormente rodate. Occhio anche al Parma, che può provare tanti giovani, soprattutto uno, Belfodil, per molti il nuovo Benzema. Chi non può provare più, infine, è il Palermo di Sannino, reduce da due 3-0 subiti consecutivi, e il cui presidente è Zamparini. La squadra è di certo nuova e mediocre rispetto a quella delle passate stagioni. Non lo vuole ammettere il presidente, che già tuona, chiedendo di far giocare di più giovani come Divala (in effetti è forte). Il povero Sannino, ormai, l'unica cosa che può fare è ascoltarlo e sperare che vada bene, visto che il tempo che Pozzo dà a Guidolin Zamparini non lo dà mai ai suoi allenatori. In effetti si è visto dove è arrivato l'Udinese negli ultimi anni e quanto ha speso, e dove è arrivato il Palermo e quanto ha speso. Non mici resta altro che dare un in bocca al lupo a Sannino. Può essere anche la seconda giornata di un campionato nuovo in tutti i sensi, ma le vecchie abitudini non si scordano mai.