FOOTBALL SCOUT

PEDRO OBIANG - TUTTOFARE BLUCERCHIATO


Apparentemente non ha nulla nel suo curriculum per far sì che possa essere considerato solo oggi una sorpresa: dal 2010 che è alla Sampdoria, dal 2008 che è in Italia (per lui anche due stagioni nella primavera blucerchiata, quella più ricca di talento in quegli anni), ha vissuto la scorsa stagione da titolare in B nella squadra che ha dominato il campionato. Apparentemente non ha nulla per essere definito un "duro": soprannominato "El perico", il pappagallo, per un naso non proprio lineare e un paio di occhialoni larghi, osservandolo fuori dal campo sembra uno di quei "nerd" (traduzione: secchioni, per chi non lo sapesse) americani derisi nei college e a scuola. Timido, molto, anche quando parla, quando si muove. E poi spagnolo, razza latina, che di certo non è ricordata per essere fortemente "maschia". E invece, guardando le partite della Sampdoria di questo inizio di stagione, ti verrebbe subito da dire: ma chi è quel giocatore nero (non in senso razzista) che corre come un pazzo?" "Obiang" "Ah". Neanche il nome crea stupore. Forse molti se lo ricordano le scorse stagioni, giovanissimo, con meno grinta, tecnica e personalità. E invece è proprio lui, Pedro Mba Obiang, che dopo due stagioni quasi di anonimato in Italia, quest'anno sta stupendo tutti, e peccato che abbia "già" 20 anni. Vuol dire che sin da quando ne aveva 16 e la Samp, prendendolo dalla cantera dell'Atletico Madrid, decise di puntare su di lui, ci aveva visto molto bene, più di quanto possa fare Obiang senza occhiali, ma in campo per fortuna usa le lentine. Fisicità non proprio massiccia (185x75), ma atleticità imponente, il suo ruolo preferito è quello di "volante" (per dirlo alla spagnola) davanti alla difesa, ma gioca tranquillamente anche da interno di centrocampo, ed anzi è in quel ruolo che quest'anno con Ferrara si sta mettendo in mostra. E' uno degli artefici del meraviglioso centrocampo sampdoriano, che ha ricevuto valanghe di applausi contro il Milan, e si è confermato contro il Siena. Migliore in campo in queste due partite? sempre Obiang. Non sarà un caso, infatti, che il mister napoletano (che con i giovani ci sa fare), nonostante l'arrivo di Maresca, abbia preferito tenere in panchina giocatori del calibro di Tissone e Munari, dando fiducia, per adesso completamente ripagata, al giovane spagnolo adottato dall'Italia. Non avrà la tecnica dei suoi compaesani, ma con i piedi ci sa comunque fare. Non è neanche un fulmine di guerra, ma è comunque un giocatore che a centrocampo non ti lascia tregua, ma lo trovi sempre a pressare e a ringhiare, interprete perfetto per un centrocampo che vuole anzitutto annientare quello avversario per poi imporre il proprio gioco, come quello sampdoriano. Obiang lo trovi a destra e un attimo dopo a sinistra, lo trovi a spazzare un pallone o a lottare in un corpo a corpo nella sua area e un attimo dopo a proporsi al limite dell'area avversaria. Uno che quando si tratta di combattere, di non avere paura, non si tira mai indietro. E neanche quando si tratta di giocare a calcio: dialoga ottimamente con i suoi compagni di reparto, è uno che ama portare palla in avanti a centrocampo per iniziare la manovra offensiva, spesso salta l'uomo, e dopo un dai e vai lo trovi già ad inserirsi in area di rigore. Non è il massimo di eleganza, ma di dinamicità e concretezza sì. Da affinare un po' la tecnica, anche se Obiang non è il classico giocatore spezzagambe di centrocampo, ma le basi tecniche ci sono eccome. Spesso e volentieri arriva anche al tiro in porta, ed è sempre un pericolo per le difese avversarie quando centra la porta: la potenza non si discute, la precisione un po' meno, ma anche qui ci sono moltissimi margini di miglioramento. Tuttavia, ciò che sorprende maggiormente di questo giocatore nell'attuale stagione è la grande maturità, di uno che corre come un 20enne (dopo tutto ha sempre il sangue africano, la sua prima vera nazionalità, Papua Nuova Guinea) e ragiona come un 40enne, e soprattutto la personalità: ha tutto per poter diventare un leader futuro del centrocampo della nazionale spagnola (dove ha già debuttato in under 17 e 19, e occhio che le sue origini anche italiane non facciano sì che possa diventare un giocatore comodo anche per l'azzurro dell'Italia), che ha preferito a quella della sua terra d'origine, perchè ha fiducia in se stesso e crede di poter sfondare anche là, e di qualche squadra ancora più forte della Sampdoria. Anche se un leader della Samp lo è già, e (se conferma queste prestazioni), è un calciatore già pronto a essere il vice Vidal o il vice Guarin, e che avrebbe fatto davvero molto comodo al Milan, in cerca di freschezza a centrocampo e di un giocatore con queste caratteristiche, viste la non tenera età di Ambrosini, l'addio di Gattuso, la non affidabilità di Traorè e le prestazioni non convincenti di Nocerino in questo avvio di stagione. Per adesso, Obiang si è divertito a far stancare, a stupire e a battere i giocatori milanisti. Un suo punto debole sta forse nella gestione delle risorse. Obiang oltre ad avere tutte le caratteristiche di cui abbiamo parlato, è un giocatore molto generoso, che in campo non si risparmia mai e dà sempre il 100 x 100. E ora nel carburante ha appena fatto il pieno. Un po' di difficoltà emergeranno quando la condizione fisica calerà. E' successo anche l'anno scorso alla Sampdoria, quando, dopo aver avuto un calo nella prima parte di stagione, è definitivamente emerso a Gennaio, ha preso per mano il centrocampo e ha contribuito pesantemente alla promozione. Quando dimostrerà di saper gestire maggiormente le sue forze nell'arco di un campionato, e crescierà ulteriormente anche da un punto di vista tattico (anchre se per questo la scuola italiana non potrà che fargli bene), potremo parlare davvero di un grandissimo giocatore. In Spagna già molti lo avevano etichettato come il nuovo Xabi Alonso, ma a mio modesto parere ha tutte le carte in regola per diventare il nuovo Davids. Per adesso ha già stupito tutti, e d'ora in poi, quando vedranno un giocatore vestito di blu dominare in mezzo al campo, e alla domanda chi fosse riceveranno come risposta "Pedro Obiang", più nessuno farà la faccia come per dire: "Chi è codesto Carneade?"