FOOTBALL SCOUT

SANI EMMANUEL - UN GIOIELLO SOTTOVALUTATO


Sarà che è già stato in prova nel corso della sua ancora brevissima carriera in squadre come come Chelsea, Totthenam e Panathinaikos (dalle quali è stato tutte e 3 le volte scartato), sarà che ogni tanto davanti alla porta vive attimi di follia e sbaglia cose impossibili, sarà che in Italia i precedenti di folletti africani tutto scatto come lui non hanno avuto molta gloria (basti pensare ad ObaOba Martins), che alla Lazio al momento del tesseramento di questo giovanissimo ragazzo del 23 dicembre 1993 molti erano scettici, nonostante con 5 gol fosse stata l'autentica rivelazione, nonchè miglior giocatore del Mondiale under 17 nel 2009, tanto che sono subito sorti i paragoni, e si è iniziato a definirlo come il nuovo Makinwa. Invece, questa volta Claudio Lotito, acquistando la scorsa stagione Sani Emmanuel dall'FC Bodens, dopo che fu tenuto in prova da diverse squadre, sembrava davvero aver scovato un autentico gioiellino. Purtroppo per lui però, e per la Lazio che non sembra ancora aver deciso di puntare sui giovani come altre società in Serie A (non a caso in questa stagione è una delle squadre più "vecchie" come età media), quest'anno ha pensato bene di venderlo in comproprietà alla Salernitana, in Lega Pro seconda divisione, la vecchia c2 per capirci. Ma come può uno dei migliori prospetti del calcio giovanile, miglior giocatore ai mondiali under 17, dove nelle edizioni passate furono scoperti giovani come Fabregas e Anderson, assoluto protagonista la scorsa stagione nella Lazio arrivata in finale del Campionato Primavera, ora giocare in una squadra che una stagione fa faceva la serie D? Di sicuro, avendolo visto giocare più volte, posso assicurarvi che questo giocatore è tutt'altro che un bidone, e che anzi, nell'ultima stagione è addirittura migliorato moltissimo in termini di intensità e velocità rispetto a quel campionato del Mondo dove lui e la Nigeria stupirono tutti arrivando in finale di quel Mondiale. E' un po' la sua caratteristica fino ad ora, questa: arrivare ad un passo alla vittoria di un mondiale e perdere in finale, arrivare ad un passo della vittoria dello scudetto primavera e perdere in finale, arrivare ad un passo dall'esordio in Serie A e finire in Lega Pro. Eppure, Sani Emmanuel è un gioiellino davvero, per adesso sottovalutato o incompreso. Può svolgere tutti i ruoli d'attacco. Ad inizio carriera giocava da punta, centravannti atipico, di grande movimento, facendo valere la sua tecnica, la sua agilità e la sua atleticità, nonostante il metro e 70 per 70 kg. Spesso si allarga a destra, per favorire inserimenti centrali e poter usufruire anche lui della sua potenza e velocità. Sani Emmanuel i movimenti del centravanti li conosce alla perfezione, sa quando deve aggredire per prendersi i palloni vaganti o le seconde palle in area, o quando deve temporeggiare per liberarsi con una finta di corpo dell'avversario, oppure anticiparlo grazie alla sua dinamicità e bravura negli stop a seguire. Ma una delle sue caratteristiche più importanti è quella di fare sempre movimenti in profondità e dettare il lancio: in quel caso, con i suoi tagli, è un costante problema per le difese, avversarie, anche perchè poi, nonostanti alcuni (ma pochi) clamorosi e sporadici abbagli, sottoporta è molto freddo, avendo la tecnica, la coordinazione e la potenza di tiro necessaria per esserlo. E non chiedetegli di saltare anche il portiere, altrimenti, ogni qualvolta ve ne fosse la possibilità, lo farebbe subito. Ambidestro, è portato a fare sempre un grande movimento, spalle alla porta ma anche tentando il dribbling con la sua velocità, e, quando gli capita di voler esagerare e perde palla, Sani non esita a tentare a recuperarlo: questo è Emmanuel, fumoso e concreto, veloce e arcigno. Nell'ultima stagione alla Lazio, però, è esploso (11 gol, mica pochi) giocando come attaccanti sinistro, dove, riesce davvero a fare quello che vuole: sfrutta maggiormente le sue doti strabilianti nell'uno contro uno, grazie ad una agilità di gambe paurosa nello stretto con la quale riesce sempre a nascondere e far comparire quando vuole il pallone agli avversari, ma anche alla sua velocità e accelerazione nell'allungo; riesce ad inventare assist e giocate per i compagni, e con i suoi tagli in area di rigore è spesso letale anche in termini di gol. Essendo ambidestro, inoltre, da quella posizione può indistintamente o cercare il fondo per cross quasi sempre precisi oppure accentrarsi verso il centro del campo, dove spesso dialogava con il suo compagno Barreto, con il quale si divideva anche i compiti di calciare dal dischetto. Si divideva, perchè adesso, nella Salernitana, a calciarli molto probabilmente sarà lui, nella speranza che non confermi la sua fama di eterno secondo, e non tentenni a esplodere definitivamente. Il rischio di perdersi nell'anonimato, in un campionato di quarta divisione, c'è eccome, e per far sì che ciò non accada molto dipenderà da lui, che dovrà dimostrare ancora di più di quello che ha fatto finora, che evidentemente è stato tanto ma non è bastato, ma dipenderà anche da altre squadre di Serie B o A, chè non si lascino sfuggire l'occasione di strappare questo gioiello sottovalutato a Lotito, incapace di valorizzarlo.