Puglia/ Funzionano mare e cibo. All’estero brand poco conosciuto
giovedì 28 marzo 2013 ore 10:22In nero cinque turisti su uno. Punte altissime di sommerso le troviamo nel Gargano ma non a Vieste.Il rapporto fra il turismo dichiarato e quello sommerso in Puglia è di uno a cinque. E' quanto emerge da un'indagine presentata, ieri, alla Camera di Commercio di Bari all'interno di una giornata di studio - voluta da Pugliapromozione, l'agenzia regionale per il turismo - rivolta agli operatori per capire come attrarre più visitatori in regione. Secondo la società Mercury, che ha effettuato l'indagine, sul mercato che non appare - cioè quello generato dall'affitto delle seconde case in nero (rivelatori sono state raccolta dei rifiuti e vendite dei giornali) - a fronte di 13,3 milioni di turisti rilevati nel 2011, ci sono state 62,1 milioni di presenze non censite. A ogni presenza dichiarata corrispondono 5,60 presenze complessive (3,8 a Foggia, 10,2 nella Bat, 6,6 a Bari, 5,8 a Brindisi, 5,7 a Lecce, 9,8 a Taranto). Punte altissime di sommerso le troviamo nel Gargano (a Rignano), le minori a San Giovanni Rotondo, Bari e Vieste. Naturalmente, il moltiplicatore più alto si registra in quelle località dove è più forte il turismo di ritorno di appartenenti a famiglie di origine pugliese, Altro punto dolente riguarda la notorietà del brand Puglia nel mercato straniero. Se gli italiani sembrano conoscere bene la nostra regione e la scelgono con convinzione, all'estero il cammino è tutto in salita. Secondo Ciset, la Puglia è quarta in Italia per grado di notorietà, ma solo settima nel mercato straniero (solo il 4% la cita), dove regina resta la Sicilia. «La bassa conoscenza della Puglia ci preoccupa - ha detto Silvia Gasparollo di Ciset - se un prodotto non è conosciuto, fioriscono gli stereotipi e il passaparola non può essere sufficiente». Così, se i tratti del brand Puglia per gli stranieri sono «bella, ospitale, autentica, da scoprire», permane lo stereotipo di una regione «classica» e «vecchia». Come intervenire? Alla domanda hanno risposto gli stessi intervistati: con maggiori documentari sui luoghi, con delle fiction, con una pubblicistica specializzata che all'estero funziona ancora, con l'uso dei social network. Ma cosa attira della Puglia? Secondo Demoskopea, primo fra tutti c'è il mare, riconosciuto come «luogo delle meraviglie» (soprattutto Salento e Gargano che trattengono il 60% degli arrivi regionali), settore ancora in crescita per il prossimo triennio. In generale, il 45% degli arrivi è legato a questa offerta, il 25% al business, il 15% alla cultura e intrattenimento, il 15% alla spiritualità, natura e wellness. Pari merito alla costa, c'è la gastronomia nel cuore dei turisti. Non si tratta solo di buon cibo e di una riconosciuta offerta enoica di qualità con i marchi negroamaro e primitivo ma, spiegano gli intervistati, al cibo e alle sagre si associa il concetto di autenticità, di tradizioni vere e di folclore colto, «non imbalsamato, che diventa anche riferimento giovanile», ha spiegato Gasparollo. Infine, gli stranieri ci scelgono per la capacità di «essere ospitali senza eccessi, attitudine che conquista anche i nordici compassati, poco ricettivi all'eccessivo calore di altre etnie meridionali». In primo piano resta naturalmente il giusto rapporto qualità/prezzo. Cosa non va, invece? “Il patrimonio artistico e architettonico è quasi sconosciuto e non è in grado di attrarre visitatori. La Puglia è conosciuta solo per una lunga strisciolina di mare che non ha rapporto con l'entroterra». Grandi spazi si aprono, allora, in questo settore tutto ancora da costruire. I dati 2012 fanno registrare oltre 3,2 milioni di arrivi (come nel 2011) e 13,5 milioni di presenze turistiche, un po' ridotte rispetto al 2011 a causa della crisi. Il 74% degli arrivi e il 61% delle presenze, concentrati a luglio e agosto, sceglie alberghi soprattutto a 4 o 5 stelle. il 58% degli arrivi e il 70% delle presenze punta sulla provincia di Foggia (Vieste in testa) e sul Salento (Ugento e Otranto), in ripresa Taranto. Fra gli stranieri, al primo posto ci sono i tedeschi (+ 15,7%), seguiti da francesi (+ 24,1%) e Svizzeri (+22.8%). Secondo l'assessora regionale al Turismo, Silvia Godelli: “i dati mostrano: la necessità di coniugare maggiore conoscenza del prodotto Puglia all'estero, con una più facile raggiungibilità soprattutto legata al vettore aereo; 2) e la denuncia di un sommerso che deve diventare trasparente». E' evidente, continua Godelli, «che per far conoscere la Puglia all'estero non sono più sufficienti le fiere, ma sarà necessario anche un programma di cartellonistica e presenza sulle tv».