Il Gargano ancora nel fango Carpino, Rodi e Peschici: 53 giorni dopo
domenica 26 ottobre 2014 ore 11:23Detriti e rifiuti su spiagge e canali. Il diluvio si scatenò il 3 settembre scorso. Dal Governo solo 10 milioni.Nonostante le nuvole basse e il vento che spira forte qualcuno sfida le condizioni del meteo per una corsa sulla spiaggia. Una spiaggia che ha ancora evidenti i segni dell'alluvione che qui, oltre un mese e mezzo fa, dal 3 al 6 settembre, ha portato distruzione, devastazione e anche morte. Eccola, la litoranea che collega Rodi Garganico a San Menaio: una strada delimitata a sinistra dall'Adriatico e a destra dalla linea ferroviaria. Una linea interrotta da quando l'eccezionale ondata di maltempo - come è stata denominata dagli esperti della Protezione civile - ha fatto tracimare corsi d'acqua, torrenti portando a valle fango e detriti. Che ancora oggi, dopo 53 giorni, invadono la strada una volta percorsa dal piccolo convoglio ferroviario che univa le località del Gargano con Foggia. Qui, in questa fetta del Gargano, a poche centinaia di metri, c'è "Il tramonto", la struttura turistica che ha subito i danni maggiori, devastato completamente dalla forza dell'acqua. La hall dell'albergo era stata invasa da pietre e massi; stessa fine per la lavanderia con oltre 60 mila euro di materiale. Completamente distrutte anche le dispense e le cantine. Oggi "Il tramonto" sta lentamente tornando come era prima. «Pochi giorni dopo l'alluvione - racconta il titolare Pietro Cotugno - ci siamo messi a lavorare per ripristinare l'intera struttura. Credo che potremo riaprire entro 45 giorni». Si stanno ultimando i lavori - nella zona interrata ma la sala ristorante e la hall sono già pienamente funzionanti. «Non sono riuscito a fare una stima esatta dei danni subiti - continua Cotugno-, ma certamente ammontano a diverse centinaia di migliaia di euro. Fino ad ora ho lavorato solo con le mie forze, con i miei soldi. Non ho ricevuto aiuto economico da alcuno. Quello che abbiamo subito quei giorni non lo dimenticheremo mai. Spero solo di non assistere mai più a scene come quelle». Le parole di Cotugno riflettono la situazione all'ingresso di Rodi Garganico, subito dopo la strada a scorrimento veloce. Un canale, dove sono ancora visibili i segni dello straripamento e scorre acqua di colore giallo: qualche mese fa Il Corriere del Mezzogiorno segnalò la presenza di una discarica abusiva proprio a pochi metri, ma non fu presa alcuna iniziativa. Rodi Garganico, la piana di Peschici, San Marco in Lamis e la piana di Carpino: è questa la zona del disastro che ha causato anche due vittime: Vincenzo Blenx, un pensionato di 70 anni fu travolto mentre in auto, in località Ialillo, a Peschici e Antonio Facenna il 24enne fu sorpreso dalla piena mentre stava cercando di raggiungere la masseria di famiglia, nelle campagne di Carpino. n cadavere fu recuperato alla foce del Lago di Varano, lungo il Canale Puntone, a pochi metri di distanza dall'automobile, arenatasi contro un cumulo di rifiuti e fango. Nelle scorse settimane il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha iscritto l'azienda agricola della famiglia del giovane agricoltore tra le "masserie didattiche" della regione. «Abbiamo il riconoscimento ma ci mancano i fondi per far partire la masseria», dice Gaetano Facenna, il padre di Antonio. Le sue parole rivelano l'amore per questa terra e per il lavoro. «Anche Antonio – continua - era così, Amava fare l'allevatore e l'agricoltore. Molti giovani appena riescono scappano dai nostri paesi, magari per studiare. Lui, seppure avesse tutte le possibilità di andare all'università, ha scelto di stare in mezzo agli animali. Gli piaceva troppo questo lavoro, questa azienda», spiega. Ora la sua azienda, come voleva Antonio, è diventata una "masseria didattica", ma solo sulla carta. «Stiamo ricevendo molte richieste di scolaresche, anche da altre regioni. Tanti ragazzi vogliono venire a vedere il luogo dove Antonio viveva e lavorava. Ma non possiamo ospitarli. Ci vogliono i soldi per ripristinare la masseria. Abbiamo saputo che il governo ha stanziato dei fondi per il Gargano. Speriamo di poterli 'avere anche noi». Gaetano Facenna vorrebbe che la masseria didattica possa operare al più presto. «Non lo voglio per me - spiega - ma per Antonio, lui ci teneva tantissimo. Sarebbe un bel modo di ricordarlo per sempre». La strada che si arrampica tra Carpino e Peschici mostra quella che una volta era una delle baie più belle dell'Adriatico, Calenella. La spiaggia che fino a pochi mesi fa accoglieva turisti provenienti da tutto il mondo oggi è ancora invasa da detriti, fango e rifiuti. Le onde del mare ormai arrivano sin quasi ai campi coltivati. I lidi, le balere non ci sono più. Ancora qualche chilometro e lo scenario non cambia. Detriti, tronchi di albero e fiumi di acqua e fango che hanno creato un isolotto dove c'è chi ha sistemato qualche ombrellone e qualche sdraio. Fino alla scorsa settimana, quando il tempo lo permetteva, qualcuno ha anche preso gli ultimi raggi di sole di questa strana stagione estiva. Ha fatto il bagno, ha giocato su questa piccola porzione di spiaggia rimasta quasi intatta dall'alluvione. Ma basta qualche metro per scorgere un altro ombrellone: è capovolto, galleggia sul corso d'acqua artificiale creato dall'alluvione di settembre. E' lì da 53giorni. Luca Pernice Corriere del mezzogiorno