Olio, cala di un terzo la produzione pugliese
sabato 08 novembre 2014 ore 10:24A pesare sulla resa delle olive i parassiti e il maltempo La produzione di olio pugliese si riduce di oltre un terzo per la campagna olearia 2014- 2015: Ma la contrazione produttiva ha conseguenze inevitabili anche sulla resa nazionale, dal momento che il 40% dell'«oro verde» italiano viene molito proprio in Puglia. Così, la produzione pugliese passa dalle 184 mila tonnellate della scorsa campagna olearia a 119 mila, mentre quella italiana scende da 463 mila a 302 mila tonnellate. Esattamente il 35% in meno sia in Puglia che a livello nazionale, con contrazioni anche più elevate (intorno al meno 45%) in regioni «blasonate» come la Toscana o 1'Umbria. Le stime produttive sono state realizzate da Ismea, con la collaborazione delle organizzazioni di produttori. A pesare sulla resa delle olive sono stati sia i parassiti (in particolare la mosca dell'olivo) che il maltempo: La campagna olearia è cominciata in anticipo rispetto ai tempi soliti e; proprio in virtù delle scarse stime produttive, anche il prezzo dell'olio vecchio era salito alle stelle già a inizio ottobre. A fine mese, la quotazione media nazionale era di 4,37 euro al chilo. L'unica consolazione per l’Italia è rappresentata dai fatto che il primo produttore mondiale, la Spagna, ha registrato un dimezzamento della produzione. Ma tra l'olio italiano e quello spagnolo c'è una differenza di 1,47euro di prezzo al chilo, mentre nel 2013 era di soli 0,43 euro. E almeno questo è un fatto positivo secondo il presidente nazionale dell'Unaprol, David Granieri, perché vuol dire che «il mercato chiede più qualità ed è disposto a pagare per ottenerla». In Puglia però è allarme. Legacoop, Confcooperative e Agci hanno scritto all'assessore regionale Fabrizio Nardoni, chiedendo di «allertare urgentemente tutti gli organi preposti ai controlli per una capillare verifica su questo allarmante fenomeno». La deputata pugliese Pd Colomba Mongiello - che è componente della commissione Agricoltura e ha promosso la legge «salva olio» in vigore dal febbraio scorso - punta, invece, sull'adozione del piano olivicolo nazionale dà parte del governo. «Questo prevede lo stanziamento di 90 milioni - ha spiegato - per la costituzione di un fondo di rotazione, destinato a finanziare gli investimenti per il risanamento tecnico-colturale e varietale e la, riorganizzare della rete di commercializzazione».