Una legge per salvare i trabucchi
lunedì 24 novembre 2014 ore 10:39“Un pezzo di storia sulle nostre coste”.Regione/ I trabucchi sono al centro di un'iniziativa di salvaguardia attraverso il disegno di legge ad hoc “Norme per la conoscenza. la valorizzazione e il recupero dei trabucchi", approvato dalla giunta regionale. Ne è stata artefice Angela Barbanente, assessore alla Qualità del territorio; che premette. Nel concreto il disegno di legge, sollecitato dallo stesso governatore Nichi Vendola, si propone la tutela dei trabucchi impedendone tramite sanzioni, sia la loro rimozione che il danneggiamento. Per fare questo, dunque, il primo passo sarà un censimento dei trabucchi presenti sul litorale e non solo garganico, visto che a Barletta ne sopravvive ancora uno sebbene in abbandono. Non solo. «Attraverso una ricerca su documentazione fotografica e cartografica del passato - aggiunge l'assessore - opereremo anche un censimento dei trabucchi storici ormai scomparsi. Perché se da un lato alcuni rischiano di sparire, dall'altro, stanno proliferando strutture in legno che trabucchi non sono né per caratteristiche né per funzione perché legati al turismo ad attività di ristorazione in primo luogo, invece che alla pesca». Il ddl della Regione prevede che siano attivati «specifici canali finanziari riservati ai trabucchi storici di riconosciuto valore culturale e paesaggistico, nell' ambito dei programmi previsti dalla recente legge regionale in materia di beni culturali. Questi finanziamenti non potranno che essere destinati a sostenere la funzione originaria dei trabucchi o a garantirne in ogni caso la fruibilità pubblica». Il prossimo step sarà il passaggio in Consiglio regionale del ddl sui trabucchi e, assolto quest'obbligo di rito, si procederà col censimento la cui mappatura sarà parte della Carta dei beni culturali della Puglia e, chiarisce l' assessore, «successivamente saranno dettate dalla giunta delle linee guida per il recupero o il ripristino, a conservazione e la valorizzazione dei trabucchi indicando anche le funzioni e destinazioni d'uso alternativo con la loro tutela. Tali linee guida saranno recepite, infine, nel Piano paesaggistico regionale, all'interno del quale hanno trovato garanzie di salvaguardi a ben 11mila beni culturali dalle masserie ai manufatti rurali, passando per gli insediamenti archeologici, i tratturi e i segni tipici del paesaggio rurale in pietra a secco».