Il Gargano disse che

Un processo del 1597 per una vendita di maiali


Un processo del 1597 per una vendita di maiali
sabato 28 febbraio 2015 ore 17:07Un lungo processo durato circa cinque anni nato da una vendita di maiali da parte  di Oratio Caracciolo di Joe Angelo  e Francesco Turbolo, barone d’Ischitella e Peschici. Quest’ultimi protagonisti nel corso del processo passano però in secondo piano  e il processo si svolge soprattutto tra il Dottor Ettore di Napoli d’Ischitella  portavoce del barone d’Ischitella, e Aloiso Marano  scrivano per la regia corte d’Ischitella e della dogana di Foggia e il Monastero di San Benedetto di Monte Sant’Angelo proprietario di terreni in località “Romotula.” Il processo si apre con un istanza da parte di Don Marco Remestino  il 14/5/1597 alla regia dogana  a cui portava a conoscenza di un credito verso il barone d’Ischitella Francesco Turbolo di 250 ducati e carlini 3   per la vendita di maiali che avevano spigato presso la Masseria Romutula” per cui iniziava a chiedere 14 ducati per il prezzo della spiga, e otteneva  3 maialetti in cambio di detto pagamento. Il 25/9/ dello stesso anno  da Franciscus D’errico procuratore di Oratio Caracciolo veniva richiesto presso la regia dogana il sequestro dei maiali venduti a Francesco Turbolo  per non aver onorato il debito della vendita. Testimoni della richiesta furono: Francesco d’errico, Gio Gratio Cocciardo,Clemente de Mariano ,Joe Fulvio de Francesco. Attraverso il notaio Francesco di Stasio d’Ischitella  si informava che si era costituito Horatio Caracciolo di Joe Angelo di Napoli che aveva venduto a Franesco Turbolo 1345 maiali riportandone dettagliato elenco: numero  331 di porci gennarini, che al prezzo  di carlini 18 l’uno erano 545 ducati .4.0.; porci spicaroli 244, che a carlini 12, erano ducati 292.4.0; maiali n° 125 a ducati tre erano ducati 565.1.5;verri,maiali e scrofe compresi nella morra mischiati  n° 512,  per ducati 20.2.17 a carlini 25 l’uno erano 1280 ducati,giumente sclave,n° 2, ducati 20.2.17 l’una sono ducati 41.0.15 CHE IN UN UNO FANNO IL SOPRADETTO NUMERO DI 1345. E in denari sommano ducati 3150, SOmMA A CUI Francesco Turbolo si era obbligato già il 28/9/1595 in ragione di 250 ducati e carlini 2 l’anno nella città di Napoli con rate  in tre anni. Ma le incombenze per Francesco Turbolo, non finivano qui. I maiali prima ancora di essere di proprietà del Caracciolo,lo erano appartenuti al Monastero di San Benedetto di Monte sant’angelo  verso cui il Caracciolo aveva saldato il debito di acquisto,ma i detti maiali dopo l’acquisto del barone Turbolo avevano continuato a spigare nel territorio dei monaci di San Benedetto  non pagandone il prezzo della spiga,ma addirittura avendone avuto il sentore di pagarlo erano stati trasferiti di notte dallo stesso Turbolo.  La cosa fu portata a conoscenza della corte d’Ischitella, e al sindaco Carlo de Mola, e agli eletti Clemente Mancino,FRANCISCO DE Mastrocesare,e Jeronimo de Petro  e molti testimoni furono sentiti sul caso tra i quali Vito Caputo,Mario de rito,Jac Cocciardo,Jo di salvatore,abruzzese,Scipione calabrese,Barrabo Buferi,Domenico Luparello,Francesco d’Antonaccio,Joseph Maiorana,Scipione vigiano,calabrese,Tonno di Carpino,HOSEPH DI Mutio,Francesco di Maniero Longo,Domenico Crarcietta(Ciarletta o Galietta?),Francesco panella,Donato Pedone,donato romano,fabritio masella,Alessandro Ventrella ,vito de Muccio, ed altri. Il monastero si era rivolto intanto a Ettore de Napoli che dopo  varie fasi del processo in cui si era cercato di dimostrare che i guardiani dei maiali si erano allontanati per un periodo  per essere andati a una fiera  in provincia di Benevento e non erano stati tutti nel territorio di Romutula, e gli erano stati sequestrati i maiali portati a Foggia e anche a Ischitella e lo stesso Dr, de Napoli era stato anche arrestato per non aver pagato i debiti  come rappresentante del barone Turbolo. I passaggi non sono tutti chiari essendo il processo di circa 90 pagine non sempre del tutto chiare,ma si giunse alla conclusione che il dr. De Napoli che era stato nel frattempo scarcerato  a cui si contrapponeva Luoise Marano,dopo aver pagato 115 ducati  riuscì perfino ad avere questi ducati per aver il Marano non informato la regia dogana al contrario del di Napoli   a la cui regia dogana e invece pagò per questo motivo i 115 ducati pagati in un primo momento dal dr. Ettore di napoli. Giuseppe Laganella