Il Gargano disse che

Monte S. Angelo/ In pellegrinaggio con i «carretti»


Monte S. Angelo/ In pellegrinaggio con i «carretti»
venerdì 14 agosto 2015 ore 09:32Rinnovata la tradizione dell'omaggio a San Michele Arcangelo con la sfilata da Macchia. I fedeli fanno tappa anche a S. Giovanni Rotondo, S.Marco in Lamis e all’Incoronata di Foggia. An­che quest'anno sono giunti nella cittadina dell' Arcangelo due car­retti colorati provenienti da Trinitapoli. Dalle prime ore dell'alba la città dell' Arcangelo ha visto sfilare dei simpatici carretti colorati. In tanti, tra pellegrini e turisti; si sono incuriositi, poiché non si capiva a quale manifestazione andavano o annoverati. Alla fine si è saputo che sulla «montagna sacra», sono saliti ap­punto i pellegrini provenienti da Trinitapoli che vengono ad onorare San Michele Arcangelo. Arrivati nelle prime ore della giornata nella piana di Macchia, si sono poi diretti verso la città dell' Angelo salendo con i car­retti, trainati da muli, lungo la strada provinciale Macchia - Monte Sant'Angelo, sfilando per le vie della città fino alla Reale Basilica dove c'è stata la bene­dizione. Successivamente il pellegri­naggio è proseguito per San Gio­vanni Rotondo, cittadina di San Pio e il convento di San Matteo, a San Marco in Lamis, per rie­vocare un'antica tradizione. La tradizione per la verità si allunga fino a Foggia dove c'è il «mil­lenario» santuario della Madon­na dell'Incoronata che, di solito, apre o chiude il tour dei pel­legrini diretti sul promontorio del Gargano: Monte Sant'Angelo con San Michele Arcangelo, San Giovanni Rotondo con San Pio ed il convento di San Matteo a San Marco in Lamis. Tradizioni ri­prese anche dai pellegrini che arrivano da fuori regione. Altra manifestazione, sempre per rievocare le antiche tradi­zioni, con muli bardati si svolge a Monte Sant'Angelo in direzione Abbazia di Pulsano nel mese di settembre, su iniziativa di Gio­vanni Totaro ed altri devoti della Madonna di Pulsano. Molti anni fa era caratteristico il mulo bardato a festa che por­tava ai fianchi del robusto basto i cosiddetti panarazz, ornati con coperte bianche di bucato bianco o gialle, nei quali prendevano posto le pacchiane vestite a festa e i bambini. Il conduttore, per lo più il ma­rito o il figliuolo, procedeva tutto trionfo in manica di camicia, con la cavezza sulla spalla destra e con la pipa in bocca.Paolo Troiano