Il Gargano disse che

PREMIO LETTERARIO "L’ADRIATICO CHE LEGGE” oggi al Cinema di Vieste


PREMIO LETTERARIO "L’ADRIATICO CHE LEGGE” oggi al Cinema di Vieste
venerdì 21 agosto 2015 ore 14:54Giovanni Greco, scrittore, traduttore, attore e regista teatrale presenterà "L’ULTIMA MADRE", un potente affresco ispirato ai grandi romanzi della letteratura sudamericana con le voci narranti di Aurora Martina Meneo, Mariantonietta Mennoni e Mario Pierotti. Seguiranno altri eventi: LUNEDì 24 AGOSTO ORE 21.30 il premio Oscar LUIS BACALOV (premio oscar per le musiche del film di Massimo Troisi “Il Postino”) con l’intervento di *MICHELE MIRABELLA. MARTEDì 25 AGOSTO ORE 21.30 TREMITI E GARGANO di Angelo Cavallo. VENERDì 28 AGOSTO ORE 21.30   Una serata all’insegna della comicità con GIOBBE COVATTA. Ia EDIZIONE PREMIO LETTERARIO “L’ADRIATICO CHE LEGGE” L’ULTIMA MADRE di Giovanni Greco Dopo Malacrianza (vincitore del Premio Calvino, finalista allo Strega e al Viareggio), Giovanni Greco torna con un nuovo intenso romanzo dal titolo L’ultima madre, edito da Nutrimenti in collaborazione con Feltrinelli, nella collana Indies che vuole proporre le voci nuove della narrativa italiana. L’ultima madre è un romanzo ambientato a Buenos Aires nel 1978, ma che spazia nel tempo (inizia e termina nel 2011 e nel mezzo ci sono escursioni in altri anni) e narra due storie parallele, due storie di maternità: da un lato abbiamo María, umile casalinga di un quartiere povero e vedova di un muratore di origini italiane; dall’altro troviamo Mercedes, benestante (“nata e cresciuta nell’agio e nella mancanza di preoccupazioni”). María ha due figli, Pablo e Miguel, che sono spariti durante la Guerra Sporca della Giunta militare argentina; anche Mercedes ha due figli – Nacho e Mari – che però sono figli di un’attivista politica arrestata e poi scomparsa: Nacho e Mari sono cresciuti in una famiglia che non è quella loro di origine, ma non l’hanno mai saputo. Giovanni Greco ne L’ultima madre racconta, quindi, la storia dei desaparecidos argentini e delle madri e nonne di maggio che eroicamente li hanno cercati. In un’intervista l’autore parla delle fonti che ci sono dietro la stesura del romanzo (che nasce come progetto teatrale): “Le fonti sono state molteplici, scritte e orali. Libri letti, documenti consultati, come il rapporto Nunca mas sulle violazioni dei diritti umani negli anni della dittatura militare, ma anche romanzi argentini e non solo. E soprattutto molti incontri e interviste in loco, con donne e uomini, ragazzi e ragazze, le cui parole sono penetrate nel racconto insieme alle strade, ai vicoli, ai luoghi anonimi o memorabili di una città irresistibile come Buenos Aires. A me è capitato, per fare solo un esempio, di andare alla ESMA, il più grande centro di detenzione clandestino di Buenos Aires, dove sono scomparse circa 5.000 persone, oggi Museo della Memoria, proprio il giorno in cui uno dei ragazzi che ha recuperato la propria identità, tornava a rivedere la cella, il pavimento della cella dove la madre lo aveva messo al mondo prima che gli fosse strappato di mano, quella madre biologica che lui non ha mai incontrato. È stata una delle esperienze più forti che mi sia mai capitato di vivere e che è valsa più di mille libri e di troppe parole”.