Il Gargano disse che

Un test prevede il diabete con cinque anni di anticipo


Un test prevede il diabete con cinque anni di anticipo
martedì 25 agosto 2015 ore 09:05Una ricerca italiana: con nuova metodologia si scopre chi è a rischio. E’ possibile prevedere diabete entro i prossimi 5 anni anche in chi non è a rischio, attraverso nuovi parametri di lettura - mai uti­lizzati fino ad ora - di un test eco­nomico e comunemente impiegato noto come curva glicemica e spesso usato in gravidanza. Permettendo co­sì di realizzare una vera prevenzione precoce in chi è ora considerato sano, e che lo è ancora effettivamente, ma che corre un grave rischio di ammalarsi. Lo studio - tutto italiano - pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism apre scenari di pre­venzione. Il test da carico di glucosio o curva glicemica viene realizzato mi­surando la glicemia di base e fatto due ore dopo l'ingestione di 75 grammi di glucosio. Lo studio -condotto dal professor Giorgio Sesti, presidente eletto della Società Italiana di Diabetologia as­sieme ai ricercatori dell'Università «Magna Graecia» di Catanzaro e dell'Università di Roma Tor Vergata - dimostra l'importanza di valutare la glicemia anche dopo un'ora, per sco­prire persone ad alto rischio, ca­tegoria fino ad ora ignorata, sulla quale però ora si può intervenire con una vera strategia preventiva precoce per cercare di arginare l'epidemia diabete. In sostanza è stata identi­ficata una nuova categoria di persone con «pre-diabete» nelle quali una glicemia uguale o superiore a 155 mg/ dl dopo un'ora dal test di carico orale di glucosio (cioè dal momento in cui si beve un liquido con glucosio le cui concentrazioni vengono poi misurate - nell'organismo) predice la comparsa di diabete entro i successivi 5 anni, nelle persone considerate ora sane e che invece presentano un rischio di diabete aumentato del 400%. Sono 387 milioni le persone affette da diabete nel mondo; secondo le ultime stime dell'International Dia­betes Federation. Un numero talmen­te enorme da essere difficile da vi­sualizzare, se non contestualizzandolo nelle sue terribili ricadute. Il diabete di tipo 2 (quello per intendersi di tipo alimentare e non genetico), soprat­tutto quello non diagnosticato (una persona su due nel mondo e affetta da questa condizione senza saperlo) o quello trattato troppo tardivamente, porta a conseguenze molto pesanti. Si va dalla perdita della vista, all'am­putazione degli arti inferiori, dall'ic­tus, all'infarto, alla perdita della funzionalità renale, che porta alla dialisi. E il diabete, attraverso tutte le sue complicanze, porta anche ad una mor­te precoce, al ritmo di una persona ogni 7 secondi, fino ad un totale di 4,9 milioni di decessi correlati a questa condizione nel 2014, nel mondo. Da tutto ciò appare chiaro quale sia l'importanza di diagnosticare pron­tamente questa condizione, per po­terla affrontare e trattare immedia­tamente, modificando lo stile di vita, correggendo i fattori di rischio e assumendo una terapia farmacolo­gica adeguata, dove necessario. E tut­to questo, idealmente, anche prima che la malattia si sia manifestata.Maria Emilia Bonaccorso gazzetta del mezzogiorno