Il Gargano disse che

Alluvione 2014 sul Gargano: lavori fermi o da appaltare


Alluvione 2014 sul Gargano: lavori fermi o da appaltare Il quadro è confuso, nemmeno una stima sommaria di quanto servirebbe per ripristinare con il lavoro dell’uomo, e non in ere geologiche, la “routine” di un corso d’acqua che esonda per le piogge 
Report alluvione Gargano settembre 2014 (- Rodi Garganico - st)  Di: Redazione     Condividi  Foggia. La vita dei sindaci del Gargano scandita dal mantra: “speriamo che non piova”. Il cielo fra Lido del Sole e Rodi Garganico ha riservato il diluvio il 15 luglio scorso. Camping evacuati, centralino dei vigili del fuoco in tilt, turisti ospitati in palestre, acqua e fango. Disagi anche nella zona di Foce Varano e San Nicandro con strade interrotte e canali esondati. In consiglio regionale il Pd ha presentato una mozione perché si chieda al governo lo stato di emergenza e calamità naturale, risorse per tamponare i danni alle infrastrutture e sostenere il tessuto produttivo e imprenditoriale locale.  Alluvione 2014: risorse disponibili. Il ricordo dell’alluvione del 2014 è vivissimo anche perché quei lavori per cui Regione e Protezione civile hanno stanziato risorse sono in qualche caso iniziati, in molti altri restano fermi in attesa di richiedere pareri, impantanati in iter burocratici che, come dice il sindaco di Peschici Francesco Tavaglione, “sviliscono lo sforzo fatto in quell’anno per intercettare i finanziamenti e cantierizzare le opere”. Dieci milioni di euro dalla Protezione civile, altrettanti, in una prima fase, dalla Regione, più 18milioni di euro per la messa in sicurezza delle strade rurali e 6 milioni di euro per la sanità. Nel caso specifico, per rendere maggiormente fruibili le piste di soccorso anche di notte in particolare nelle zone balneari. Questi cantieri sono fermi, appaltati i lavori per le zone rurali in qualche comune tipo Carpino, lavori a “macchia di leopardo”, ad opera del consorzio di bonifica del Gargano, che ha avuto 4milioni di euro ma ce ne vorrebbero molti di più per “lavori strutturali”. Secondo una stima fatta dall’allora assessore regionale al bilancio Leo Di Gioia, i danni infrastrutturali calcolati per quell’alluvione ammontavano a 400 milioni di euro. La pulizia e la manutenzione di alcuni canali è gestita dal commissario per l’emergenza idrogeologica ing. Pulli, arrivato da qualche mese, altri direttamente dalla Regione, una parte da consorzio del Gargano che ha competenza sui sui propri corsi d’acqua destinati all’agricoltura, su quelli di proprietà demaniale la gestione è statale tramite la Regione.  Consorzio Gargano: “Sovrapposizione di competenze”. “I fondi trasferiti negli ultimi 5 anni sono sempre di meno- dice Marco Muciaccia, presidente del Consorzio di Bonifica del Gargano”. Che parla anche di sovrapposizione di competenze in base ad una legge regionale 17/2000, art. 26 per cui la manutenzione e gli interventi di sistemazione idraulica di fiumi, torrenti e piccoli corsi d’acqua è demandata ai Comuni. “Può succedere che se non c’è un intervento completo su tutto il corso d’acqua ma solo su una parte si lavora in un tratto che insiste in un comune ma si possono creare danni ad altri. Bisogna sedersi ad un tavolo, non si fa che alcune amministrazioni si tagliano fuori e si accusano altri”.  Il quadro è confuso, nemmeno una stima sommaria di quanto servirebbe per ripristinare con il lavoro dell’uomo, e non in ere geologiche, la “routine” di un corso d’acqua che esonda per le piogge, per la scarsa manutenzione, per l’abusivismo, che c’è sicuramente ma va scovato e nessuno pensa, o dichiara, sia mai stato compiuto nel proprio territorio. Tutti comuni rurali, nessun fabbricato che insista sul letto del fiume e via discorrendo. Due anni fa il Parco del Gargano ha stipulato una convenzione con la Procura d Foggia per l’abbattimento di immobili per cui esisteva il decreto dopo sentenze. Sono 40 gli immobili demoliti fra Peschici, Vieste, Cagnano Varano, Macchia, San Giovanni Rotondo. Ma si tratta di un discorso parallelo.  Sindaco di Rodi: “Drenaggio dalla montagna”. Il 15 luglio sono caduti, in base al sito della Protezione civile, 150 millimetri di pioggia in 24 ore, cioè in un’ora il 7% di quanto piove in un anno. Un evento eccezionale, certo, ma bisogna prepararsi. Nicola Pinto, sindaco di Rodi, ha chiamato l’assessore all’agricoltura Leo Di Gioia per un sopralluogo dopo la tempesta: “Riferirà in Regione. Servono opere strutturali, il drenaggio va fatto dalla montagna per evitare che l’acqua arrivi a valle, l’abusivismo è una scusa e tutti i nostri campeggi sono stati autorizzati”. Rocco Ruo (Carpino): “E’ mancato il Governo”. Rocco Ruo, assessore al comune di Carpino, spiega: “Dal 2014 ad oggi abbiamo iniziato i lavori per le strade rurali, 2 milioni di euro finanziati dalla Regione. Interventi a macchia di leopardo dal Consorzio di bonifica sui canali per mancanza di fondi, essenzialmente. Il problema è strutturale, ci vogliono opere che partano dalla montagna fino a valle. La Regione c’è stata in questi mesi ma è mancato il governo centrale sui finanziamenti”.  Tavaglione (Peschici): “Opere non iniziate” . Franco Tavaglione, sindaco di Peschici, fa il punto della pulizia canali dal 2014 ad oggi. Stanziati 2 milioni e 500mila euro per il Càlena, soldi gestiti dal commissario per l’emergenza presso la Regione. “Ho sollecitato un incontro, il 25 luglio sapremo qualcosa e dovrebbero iniziare i lavori”. Altro canale che attraversa Peschici è l’Ulse. Stanziati 2 milioni e 200mila euro assegnati al consorzio di bonifica: “Si sta procedendo all’acquisizione di pareri, nulla è ancora iniziato”.  Sementino (Vico): “Progetti per i nostri figli”. Passiamo a Vico, sindaco Michele Sementino. Per la prima emergenza hanno ottenuto 360mila euro, preparato un progetto per 6 milioni di euro riguardante il Calenella, un corso d’acqua che parte dalla Foresta Umbra, la “montagna da cui cominciare il drenaggio” di cui parlano da Carpino a Rodi. “Non sappiamo se ce lo finanziano, pensi che per il progetto di un canale presentato nel 2010 abbiamo ottenuto il via libera nel 2014: se per un’acquisizione di pareri ci vogliono 4 anni il progetto realizzato lo vedono i nostri figli.” Sementino sottolinea lo “sforzo economico” della Regione, il problema è lo snellimento delle procedure. Preoccupazione, certo, “le piogge non ci fanno dormire la notte”. Tavaglione ha in programma un incontro con l’assemblea dei sindaci alla presenza di Regione, Provincia, Parco del Gargano per sollecitare iter più celeri. “ Per noi non ci sono ferie ad agosto, va bene qualunque giorno per conferenze di servizio o incontri. Ogni volta che piove scrivo, mi aspetto qualche risveglio”. Estate 2016: per molti canali interessati all’alluvione o si è operata la manutenzione possibile, certo non strutturale, oppure, se finanziata, si è nella fase di approvazione del progetto.  (A cura di Paola Lucino, paola.lucino@virgilio.it)