Il Gargano disse che

ScuolaCgil: "Oltre 3200 docenti pugliesi non potranno restare nella loro regione"


ScuolaCgil: "Oltre 3200 docenti pugliesi non potranno restare nella loro regione"
martedì 16 agosto 2016 ore 10:02Lo scenario elaborato dal sindacato sommando i numeri sulla mobilità degli insegnanti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado: "Un quadro a tinte fosche".1441 "trasferimenti coatti" nella secondaria di II grado, 711 nella secondaria di I grado e 1099 nella primaria. Sono in tutto 3.251 - secondo i dati elaborati dalla Cgil - "i docenti pugliesi che non hanno avuto la possibilità di restare nella loro regione", all'esito delle immissioni in ruolo per effetto della legge 107/215, nota come la 'Buona scuola'."Il quadro (a tinte fosche) dei trasferimenti fuori dalla nostra Regione è ormai completo; nonostante fossimo preparati al peggio, i numeri ci lasciano a questo punto sinceramente interdetti", commenta in una nota il segretario regionale della Flc Cgil, Claudio Menga. "Se pure dovessero riscontrarsi errori nella nostra elaborazione - precisa Menga - e tenendo conto di quelli che di sicuro il famigerato algoritmo ministeriale potrebbe aver  commesso pure stavolta, il dato rimane sconcertante".In particolare, per quanto riguarda la scuola secondaria di II grado, i docenti che non hanno scelto la regione di destinazione (assunti in fase B e C dalle graduatorie ad esaurimento e fase c della mobilità), sarebbero in tutto 1441, 1.028 di posto comune e  413 docenti di sostegno. "A peggiorare il quadro, infine - è detto ancora nella nota - giungono dal Nazionale segnali preoccupanti sulla “chiamata diretta”. Giovani insegnanti donne, convocate dai dirigenti scolastici, riferiscono che durante i colloqui sono state poste loro domande sui figli piccoli, sulla volontà di prendere un’aspettativa in caso di gravidanza o sulla richiesta di assegnazione per avvicinarsi a casa. La gravità di quanto accaduto in questi colloqui, se confermata, è tale che il Ministro Giannini è dovuta già intervenire invitando le insegnanti a segnalare questi casi agli Uffici scolastici".