Il Gargano disse che

Vieste/ La Tarantella simbolo del Gargano


Vieste/ La Tarantella simbolo del Gargano
lunedì 29 agosto 2016 ore 08:59“E’ un brand vincente, ora è certo”. Tempo di bilanci per la “Serenata” che ha dato il via a una nuova idea di promozione.  Punto di partenza per un progetto capace di met­tere insieme numerose realtà culturali del Gargano e dare il via a un percorso che ha come unico obiettivo la promozione del brand Gargano facendo leva sulla "tarantella", ballo tra­dizionale che accomuna la "montagna del sole" e che stuz­zica anche la curiosità di chi sul promontorio ci viene per le vacanze. Va in archivio con un buon bagaglio di consensi la prima edizione della "Serenata alla tarantella" organizzata dall'omonima associazione di Vieste in collaborazione con il Comune, il Centro studi tra­dizioni popolari "Terra di Ca­pitanata" e la Federazione ita­liana tradizioni popolari. Sul palco allestito sulla Spiaggia del lungomare Mattei, si sono alternati i Cantori di Carpino, i Puglia Folk Project, gli Aria Sonora, gli Etnomu­sicantes, gli Audio Folk e il gruppo locale della "Vstsen". Serata condotta da Lorenzo Vairo e tanti appassionati giun­ti anche dai centri limitrofi per ascoltare musica popolare e ballare la tarantella nelle sue diverse versioni. «E' stato un esordio più che soddisfacente - commenta Saverio Cota, pre­sidente dell' Associazione che ha- organizzato l'evento -: ha premiato gli sforzi, di quanti, sodalizi e sponsor che hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione che ha trovato vasta eco anche sugli organi di informazione. Un plauso particolare ai partner che, con la loro presenza, hanno sostenuto materialmente la nostra idea. E un grazie anche all'amministrazione munici­pale che ha creduto nel nostro progetto seppure in fasce». Un vero e proprio inizio di un percorso di più larghe vedute. «Siamo convinti che la musica e la danza popolare - continua Cota - possano essere un ottimo mezzo di promozione per l'im­magine del nostro territorio. Ma per farlo occorre mettere da parte i soliti stereotipi e co­struire qualcosa di diverso, che sia capace di far coagulare le tante realtà in un unico pro­getto comunque nel rispetto delle proprie autonomie. Ab­biamo dimostrato che è pos­sibile. E la prossima edizione sarà sempre più culturale».