Il Gargano disse che

C'è “Tristeza” negli agrumeti pugliesi


C'è “Tristeza” negli agrumeti pugliesi StampaEmail 
  Si tratta di un virus che de­foglia, dissecca e condanna a morte centinaia di milioni di aranci e limoni in tutto il mondo, dopo averne deformato i frutti. Trema la Pu­glia - già ferita dalla Xylella Fastidiosa, killer degli ulivi - per quest'ennesima emergenza agricola (c'è una recrudescenza della pato­logia). Un dato basta a far comprendere quan­to importante sia la portata dell'infezione (la più grave malattia degli agrumi), di origini asiatiche: in provincia di Taranto, in soli 5 anni e cioè dal 2010 al 2015, ha determinato una riduzione del 17% nell'estensione degli agru­meti (2mila ettari) con un conseguente forte calo produttivo. La regione convive da anni con la virosi di cui si parla poco, nonostante sia violenta e molto pericolosa (non esistono cure, l'albero va sradicato). La patologia (nes­sun pericolo per la salute) è causata dal Citrus Tristeza virus (Ctv) appartenente al gruppo delle Closterovirusche. Si diffonde per innesto o per mezzo di afidi, il più pericoloso dei quali è il Toxoptera citricidus. «L'Osservatorio fitopatologico della Regio­ne Puglia in base ai monitoraggi annuali - spiega il presidente della Coldiretti di Puglia, Gianni Cantele, che lancia l'allarme - ha individuato nel territorio le aree focolaio nella provincia di Taranto colpita dal virus in mi­sura notevole». In Puglia i danni, sui piani produttivo e commerciale, sono tangibili e ingenti. «I no­stri agricoltori dell'area ionica - aggiunge Cantele - possono esportare agrumi con foglia nei mercati comunitari solo se accompagnati da passaporto poiché il virus si trasmette attraverso la parte vegetale e non tramite i frut­ti. È urgente - avverte - una strategia com­plessiva della Regione Puglia contro le nu­merose e incontenibili malattie delle piante che arrivano nella regione attraverso le fron­tiere colabrodo dell'Ue».