Il Gargano disse che

COINCIDENZE in mostra a Palazzo Bellusci di Vieste, espongono Gaetano Cristina e Mera


COINCIDENZE in mostra a Palazzo Bellusci di Vieste, espongono Gaetano Cristina e Mera StampaEmail 
 Successo della mostra che resterà aperta fino a sabato 10 dicembre. Tutti i giorni dalle ore 17,30 alle 20,30. Domenica dalle ore 10,30 alle 13,00.La pittura di Gaetano Cristina è un mezzo di comunicazione per esporre le sue indagini sulle causali che caratterizzano le vicissitudini umane legate a un filo logico che si prolunga nelle espressioni sature di interrogativi caratteriali. La tristezza, la rassegnazione coltivata come segno del destino, la consapevolezza di emozioni rilevate attraverso gli sguardi di volti che sembrano cercare la luce della salvezza legata alla speranza, e quanto Gaetano Cristina esprime per mezzo di una pittura decisa dall’intensità dei colori: quell’intensità che denuncia la volontà dell’artista di non risparmiarsi ma di procedere mediante un sistema rigoroso in cui equilibri di ombre e di luci ben calcolate, racchiude in se l’interruzione di individuare le espressioni dei voti, la luminosità degli oggetti; ovvero ogni tipo di situazione che l’autore ritiene interessante ed emblematica. Nell’osservare i suoi dipinti ci si accorge di contemplare un’attesa sconosciuta che non rende ogni cosa immobile o lontana dalla percezione dell’osservatore. Al contrario questi è attratto e stimolato a percepire i particolari, a scoprire i motivi che hanno spinto Gaetano Cristina a dipingere in quel modo, a chiudersi se al di là dell’immagine ci sia una filosofia o un progetto. Un progetto che è il suo iter oltre le strettoie di un sentiero nel quale l’artista trova la propria temporalità. Tornando, quindi ai suoi quadri , occorrerà indicare la totale cromia nonché il segno premonitore in cui appare l’unità ideale della e nella pittura. C’è un quadro in cui appare una sveglia priva delle sfere ma che con il quadrante bianco illumina l’intero dipinto e fa della natura morta lì rappresentata un quadro vivo e stimolante. Ma ciò non basta a definire l’artista. Ci sono soprattutto gli sguardi di quei volti che, raccolti nei propri pensieri, comunicano a chi li guarda la vicenda del proprio divenire, ossia l’intero arco dell’esistenza che li ha visti protagonisti della propria vita fatta di ombre e di attimi di luce, proprio così come l’autore li ha posti sulla tela. Queste sono le impressioni percepite dalle opere di Gaetano Cristina. Impressioni che restano indelebili in coloro che si avventurano sui binari della sua pittura. Raffaele Pennelli La TORRETTA di Torremaggiore rappresentata dal medico-pittore Gaetano Cristina FederMedici d’Europa Sanità e responsabilità professionale: stato dell’arte Misteri, ricordi e prospettive Lo storico Erodiano, trattando dei fasti romani, sostenne che qualunque luogo ove prendesse stanza il Sovrano dovesse essere riguardato come se fosse Roma stessa:A tal motivo ebbe il ruolo di Dominante del Sacro Romano Impero l'antica città di Fiorentino, per avervi trascorso l'ultimo periodo dell'esistenza Federico II, erede degli Svevi e dei Normanni di Sicilia. I ruderi dell'aree di quelle metropoli. venuti alla luce a seguito di scavi effettuati nell'ultimo ventennio, possono apprezzarsi nell'ambito del ter­ritorio torremaggiorese e realizzano il nucleo principale del museo civico del luogo inaugurato da qualche giorno ed ospitato nel castello ducale, già dimora dei de' Sangro, principi di S. Severo.Quelle vestigia, tra le quali nel dicembre del 1250 venne a mancare il "Terzo vento di Soave, fanno percepire al visitatore la presenze di un luogo magico (nel senso etimo­logico del termine), fatale e predestinato al quale non ci si può avvicinare con l'ausilio ed alla stregua delle sola regione ma richiedono, per una compiuta comprensione, la sensibilità interiore più profonda che asseconda quelle pre-disposizione arcaica per la quale l'uomo diventa testimone consapevole dell'ambiente. Sono questi i luoghi, attestati in geobiologia, dove la forza magnetica ed i flussi energetici delle Terre scorrono più forte e sono stati usati, più o meno consapevolmente, dagli antichi fondatori di città e di roccaforti.Sotto quel cielo si evverò il vaticinio di Michele Scott, astrologo di corte, che dedicò a Federico la traduzione dall'arabo del De animali bus di Avicenna, grande matematico, fisico, filosofo e medico persiano: al lume di quelle stelle l’imperatore – che, precursore degli Autori del Manifesto di Ventotene, col suo testamento previde ed auspicò l’Europa laica ed unita – estremum suum clausit diem. Gaetano Cristina, medico dei nostri giorni, sollecitato dal dott. Michele Sacco, presidente di fedeMadici d’Europa, ha rappresentato la “torretta” che dalla pianura ricorda i gloriosi resti ed ha saputo rendere attraverso il colore la fascinazione creativa che sopravanza la realtà e si presta all’ermeneutica del simbolo.Il bleu fa entrare nel mondo della contemplazione e della spiritualità umana. Il verde, specie se associato al bleu, come nel caso di specie, è il colore della natura e rappresenta il Regno. Il giallo rimanda alla radiosità che risveglia e dà calore, all’espansione e al movimento, alla libertà e all’autosviluppo. Il nero, quantunque ripudiato dai pittori classici colore e simbolo del principio e della fine. I liniamenti della torretta ricordano la mezza-amigdala, probabile stilizzazione del lingua, simbolo della creazione. Mario Fiore