Il Gargano disse che

Vico/ Il NO alla pentammucchiata. Riceviamo e pubblichiamo.


Vico/ Il NO alla pentammucchiata. Riceviamo e pubblichiamo. StampaEmail 
 Il paesello delle tre effe si scuote dal torpore, ridiventa Vico del Gargano e manda un chiaro e forte “ vaffa...”. La vittoria larga del NO che, sul piano nazionale ognuno interpetra a modo suo, vittoria antirenziana, difesa della Costituzione, attacco alle Regioni, salvezza del Senato, eccetera, è una risposta alla rassegnazione, all'immobilismo, al malaffare e a tutte le concerie clientelari della pentammucchiata che sgoverna, senza pudore e senza consenso, il paesello. Tenuta in piedi solo dalla silenziosa codardia dei partiti coinvolti e dalla fame dei protagonisti cultori del 5%.I segnali sono netti, univoci e vanno tutti nella stessa direzione. Tre anni e mezzo persi, nessun percorso, nessun progetto, un vivacchiare alla giornata per spartirsi le ultime forchettate, l'incremento di questuanti, la gestione di un paese trasformata sostanzialmente in centro caritas.I nodi, veri, restano tutti sullo sfondo e marciscono giorno dopo giorno nell'indifferenza generale, nonostante le soluzioni siano a portata di mano, coraggio e di pensiero.Lo schieramento del NO, fatto di volontà, intelligenze, nuovo entusiasmo, è una nuova agorà fertile di opportunità in grado di proporre una nuova classe di amministratori, pronti a formare un'ampia coalizione di governo cittadino, assumere responsabilità per tirare fuori dal pantano, dal clientelismo e dal malaffare il paesello e ricostruire quel ruolo di paese al centro del Gargano.Il contaminato risultato del Sì, nonostante una poderosa e capillare mobilitazione della pentammucchiata, fatta di galoppini, elemosinanti, clienti e famigliari, ha dimostrato l'isolamento e il rifiuto della comunità vichese a perpetuare lo stato comatoso del paese.La pausa elettorale è alle spalle, nuovi intoppi non s'intravvedono all'orizzonte prossimo, rinvii non sono più tollerabili. Si aspetta solo il tema “ Vico del Gargano “ da porre subito all'ordine del giorno. Michele Angelicchio