Il Gargano disse che

La Bellezza è idiota


La Bellezza è idiota StampaEmail 
  Non si contano gli S.O.S. lanciati a colei che salverà il mondo, a quanto pare tutti a vuoto. Da tempo si accresce la mole delle invocazioni; è necessario traslocare la dea salvatrice dal suo domicilio isolato a quello ad alta frequenza umana: decorativa, consolante.Cos’è questa bellezza, questo lemma dalla voce inflazionata? (anche noi non mancheremo di domande in eccesso).Cosa sarà mai quest’incarnata est, come avviene il miracolo?Case, auto, denaro, carriera, prestigio; cultura, scienza, creatività, arte ed artisti, gallerie, musei, estetica, specchi, piacere; l’interiorità, l’oggettivo e il soggettivo. Sono alcune identificazioni.Forse la bellezza si annida e si esprime nel potere e nel suo esercizio?... questa è povertà.Se così fosse, il mondo è già salvo, da sempre. Invece lo lamentiamo in disfacimento proprio per la brama del misero bottino. Qualcuno asseriva che il “mondo si dissolve nei fatti” - l’aggettivo bello lo ricompatta riabilitandolo, provvisoriamente. Possesso e desideri vanno aggiornati e tramandati.Ci acquieta la Natura, bellezza eterna a portata di mano, madre di felicità. Sennonché, almeno per onestà intellettuale, bisogna rivolgersi anche al contadino, è un dovere (restano ancora pochi esempi, sussurranti, nocivi). Abbiamo compreso: eleggiamo la natura in posa, da relax. E poi c’è l’altra, l’indesiderabile, che ci fa soffrire con le sue piaghe egiziane, salvo concessioni ad un sublime romantico.Negli ultimi decenni, il mondo della cultura, laica e religiosa, sventola un lacerto di cinque parole, amputato dal corpo imponente di un romanzo: L’idiota, opera quanto profonda quanto tediosa, conclusa nella sua “difficile idea”. Disturbare Dostoevskij non è il caso, eserciti di esegeti si guadagnano il pane e un po’ di gloria sul suo scrittoio, cercando di svelarci gli enigmi irrisolti.Lettori coraggiosi sfidano la “noia” dell’argomento, persino l’autore si rammaricava della debolezza del romanzo, “non adatto a produrre un certo effetto... a destare almeno qualche curiosità”. Scrupoloso.Purtroppo la locuzione del romanziere, “la bellezza salverà il mondo”, e aggiungiamo “quale bellezza lo salverà”, implica alcune precisazioni, senza pretese.Se sarà la Bellezza a salvare, essa è separata o non è riconosciuta dal mondo; quindi il mondo è brutto, oppure qualcosa lo rende tale. Allora ci chiediamo: cosa impedisce il ricongiungimento tra Bellezza e mondo? Chi garantirà il varco affinché si compia la missione di salvezza? L’uomo. Quale uomo?Lo scrittore russo dà la sua risposta, ne ha più diritto: solo l’Idiota – prekrasnyj, lo splendore della bellezza – ne è il garante: “una natura umana pienamente bella”, il povero Cristo, anima che non suscita né compassione né simpatia per poterci conquistare, un cuore estraneo all’ipocrisia morale del mondo. Infatti Fëdor Michajlovič lo re-interna nella casa di cura da cui lo aveva dimesso...“visti i tempi”. Brutta risposta, brutto epilogo.Così termina il romanzo, insieme al mistero della bellezza che salva.Siamo pronti a diventare idioti? Si accomodino i temerari.Ma Dostoevskij, una volta sfogliato per i campionati di lettura, è facilmente rimpiazzabile con libri più agevoli ai commenti (non è un caso se lo scrittore sviluppa la vicenda del suo romanzo tra i salotti).Concludiamo disperati, presagendo che la Bellezza dimora nell’assenza dell’uomo, nella demolizione del suo io: l’architetto.Chi vuol essere idiota? Francesco Lorusso (ass. Camera Cromatica)