Il Gargano disse che

Caos Istruzione/ Sciolti i nodi politici. Accordo sulla mobilità la scuola fa dietro front


Caos Istruzione/ Sciolti i nodi politici. Accordo sulla mobilità la scuola fa dietro front StampaEmail 
 Rientrano a casa i docenti che hanno preso servizio in altre regioni. L’obiettivo di garantire un anno normale e restituire serenità agli insegnanti sembra raggiunto. Restano aperte alcune questioni.Rientrano a casa senza aspet­tare tre anni i docenti che hanno preso servizio in altre regioni e ritrovano la possibilità di essere assunti gli insegnanti delle Gae che non hanno fatto domanda di assunzione per evitare di andare fuo­ri regione. Riprende valore il pun­teggio maturato con l'esperienza e il servizio pre ruolo e in altro ruolo prestato nella scuola statale; i di­rigenti scolastici dovranno tenerne conto. Sulla chiamata diretta si discute ancora per evitare discre­zionalità. Che il clima fosse cam­biato anche nella scuola italiana subito dopo il referendum lo si era capito. Ma che un accordo sulla mobilità fosse raggiunto con la soddisfazione di tutti nessuno lo prevedeva, Flc Cgil, Cisl Scuola e Uil Scuola, Snals Confsal hanno si­glato un'intesa con la quale ven­gono sciolti i nodi politici che hanno condizionato finora l'avvio di una vera trattativa sulla mobilità del personale scolasti. L’obiettivo di garantire un anno scolastico normale e di restituire serenità ai docenti sembra essere raggiunto, anche se alcune questioni sono ancora aperte. La firma del contratto di mobilità al Ministero tra sindacati e il neo ministro Fedeli, avrà riflessi non solo per i docenti , ma anche per alunni e genitori. Vediamo di ana­lizzarne i punti salienti.Unica fase per ciascun grado di scuola. Il movimento in provincia recede quello per diversa provincia. Tutti potranno presentare liberamente domanda di mobilità scegliendo tra scuola, ambito o provincia con il conseguente sup­eramento del vincolo triennale per ottenere il trasferimento. I docenti potranno esprimere 15 preferenze, fino a 5 scuole e fino a 10 ambiti territoriali. Le 15 preferenze potranno anche essere all'in­terno delle scuole del medesimo ambito. Tutti i docenti, indipendente­mente dall'anno di assunzione, po­tranno presentare domanda. Ci sarà un elenco di «requisiti» (e non criteri discrezionali) nazionale che la scuola, ovvero il collegio docenti e non il Dirigente a sua discre­zione, potrà indicare in coerenza all'approvazione o adeguamento del Ptof (piano triennale di offerta formativa) in relazione ai posti assegnati e vacanti. La trasfor­mazione dell'organico di fatto in organico di diritto, previsto dalla finanziaria 2017, dovrebbe favorire il rientro del personale docente in servizio al Nord. I docenti titolari di sede perdenti posto potranno chiedere di rientrare non più su ambito ma su scuola. Rimangono, per il momento, 5 anni di vincolo su sostegno per richiedere il tra­sferimento a posto comune. Sa­ranno revisionate le tabelle dei punteggi per valorizzare l'espe­rienza e il servizio pre ruolo e in altro ruolo prestato nella scuola statale. Il passaggio da titolarità di ambito a titolarità di scuola, fon­dato su principi di imparzialità e trasparenza, sarà regolamentato da un nuovo percorso di contrattazione. Sulla chiamata diretta o per com­petenza da parte dei Dirigenti si cambia. Sara l’oggetto di una spe­cifica contrattazione il 60% dei posti disponibili sarà assegnato al­le nuove assunzioni il 30% alla mobilità, il 10% alla mobilità pro­fessionale ovvero a passaggi di ruolo o di cattedra. I nastrini rossi potranno rien­trare a casa contando anche sul servizio pre-ruolo conteggiato nel­le graduatorie, i nastrini bianchi delle Gae,_ graduatorie ad esaurimento, potranno essere assunti con i vincitori di concorso sui nuovi posti disponibili . Più dif­ficile sarà il passaggio di cattedra professionale ovvero da una ma­teria ad un'altra. Le questioni an­cora aperte: servizio pre-ruolo equiparato a quello di ruolo. Il lavoro da fare sarà tanto. I sottosegretari, la confermata Angela D'Onghia e Vito De Filippo, ex presidente della Regione Ba­silicata ed ex sottosegretario alla Salute nel governo Renzi, sono chiamati a ricucire i rapporti con i sindacati. Il cambio del Ministro dell’Istruzione e l'onda dell'esito ­referendario hanno contribuito ad un clima di confronto più serio e sereno tra Governo e Sindacati. La Buona Scuola è destinata ad essere profondamente modificata. «Non è stato un lavoro semplice- ha commentato Maddalena Gissi, Cisl Scuola- perché si è trattato, anche in questa occasione, di far qua­drare non solo i differenti punti di vista fra sindacati e MIUR, ma anche le tante esigenze diverse e fra loro in concorrenza che ine­vitabilmente si manifestano in par­tite di questo genere e di cui occorre tenere conto trovando il giusto equilibrio. Assumendosi a volte la responsabilità di scelte non fa­cili. Ma è proprio in partite come queste che si misura la capacità di fare davvero sindacato». I conte­nuti dell'Intesa - secondo la Flc Cgil - consentono di riprendere a bre­vissima scadenza la trattativa per definire in modo articolato il nuovo Ccnl, contratto di lavoro sulla mo­bilità, e danno una prima risposta concreta all'esigenza di correggere l'impatto negativo in sede di ap­plicazione di taluni aspetti della Legge 107 che hanno creato pro­fondo disagio tra il personale della scuola. Multa altre questioni dovranno trovare soluzioni attraverso il con­fronto su attuazione delle deleghe previste dalla stessa legge e con l'avvio del negoziato per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Si chiude quindi bene l'anno scolastico. Per il Sud e la Puglia in particolare la guerra tra poveri è destinata a finire mentre diventa più che una promessa l'ar­rivo di nuovi posti per la scuola dell'infanzia, e per il tempo pieno . Ma questa è un'altra questione che vedrà un altro tavolo di trattative intorno al quale una parte importante dovrà farla la politica locale e regionale.