Il Gargano disse che

Parco/ Anche gli ambientalisti chiedono una nuova visione.


Parco/ Anche gli ambientalisti chiedono una nuova visione. StampaEmail 
  Anche le associazioni ambientaliste bocciano l'attuale gestione del Parco Nazionale del Gargano. Lo fanno attraverso un corposo documento firmato da almeno 15 sigle, tra cui Legambiente, WWF, Italia Nostra e Touring Club Italiano. "La situazione a 25 anni dalla legge 394 per le aree protette, a 21 anni dal decreto di istituzione del Parco Nazionale del Gargano, dopo 4 Presidenti, 2 commissariamenti e dal 2008 senza un vero Direttore ma solo con facenti funzione - sintetizza il documento - è a dir poco deludente. Il Parco Nazionale del Gargano, con un organico di 24/25 dipendenti, è tutt’ora senza Piano del Parco e Piano di sviluppo socio-economico, “sopravvive” senza una visione e una mission per il territorio. L'attuale presidenza, che governa il Parco dal 2010, avendo avuto per circa cinque anni carattere di commissariamento (il Consiglio direttivo si è aggiunto solamente nella primavera del 2015), scadrà a marzo 2017. In questi anni sono emerse, insieme ai precari aspetti gestionali dell’Ente, molte fragilità fisiche di questo Parco, ad iniziare dalle condizioni di rischio idrogeologico, cui si aggiunge il tema dell’erosione costiera, non dimenticando lo stato di salute del mare (rifiuti marini, depurazione etc..), dell’Area Marina Protetta e degli ambienti lagunari" .Con il presente documento le associazioni ambientaliste fanno un bilancio dello stato di salute del Parco Nazionale del Gargano e propongono una rinnovata visione per l'area protetta. Sotto i riflettori degli ambientalisti il Piano del Parco che non è ancora stato approvato. "E' sicuramente il documento vitale di regolazione dell'area protetta: uno strumento per la Comunità e i portatori di interesse, per orientare le proprie attività ed iniziative di valorizzazione e di sviluppo nel rispetto dei valori ambientali tutelati". "I problemi da noi vissuti come associazioni maggiormente rappresentative nel territorio del Parco Nazionale del Gargano sono insopportabili, mancando un metodo e un luogo dove costruire scelte condivise. Su tanti temi è necessario trovare una condivisione forte sul piano strategico delle opere, che non attiene solo alle scelte dei sindaci e degli amministratori: viabilità minore, viabilità ciclabile, sentieristica, mobilità lenta, trasporti sostenibili, gestione dei rifiuti e marine litter, servizi in area parco, difesa idrogeologica e difesa coste, volontariato, protezione civile e prevenzione dei rischi incendio boschivi, individuazione di corridoi ecologici per la gestione degli habitat e il controllo della fauna selvatica, sono tutti temi che il mondo delle associazioni condividono quotidianamente con le amministrazioni e con i sindaci. Per questo riteniamo che la gestione dell’Ente debba cambiare decisamente passo dopo anni in cui è stata senza alcuna vera anima, nè memoria delle entusiasmanti, seppur conflittuali, vicende che hanno definito l’istituzione del Parco Nazionale del Gargano, a partire da quei valori ambientali e culturali che la legge 394/91 riconosce. Un confronto sistematico sul bilancio e sugli obiettivi dell’Ente, su temi centrali per la vita delle aree protette e a cui le associazioni dedicano importanti campagne nazionali e iniziative locali, cui molti sindaci e amministratori guardano con interesse, sarebbe indispensabile per migliorare l’efficacia della spesa e i successi degli interventi previsti dal bilancio. Se l’Ente Parco interpretasse correttamente il ruolo affidatogli dalla legge, dovrebbe essere semplice comprendere l’importanza di tale coinvolgimento per la vita del Parco".