Il Gargano disse che

Giornata del Paesaggio: sul Gargano tra giardini di agrumi e terrazzamenti


Giornata del Paesaggio: sul Gargano tra giardini di agrumi e terrazzamenti StampaEmail 
  Nella giornata dedicata al paesaggio è il caso di segnalare la valenza di due paesaggi garganici, riconosciuti “paesaggi agrari storici” , inseriti nel Catalogo del Paesaggio Rurale Storico Italiano, un progetto nazionale voluto dal Ministero dell’Agricoltura, coordinato dal prof. Mauro Agnoletti (Facoltà di Agraria di Firenze), cui hanno lavorato diversi esperti (agronomi, storici) divisi in gruppi di lavoro regionali. Per la Puglia, il gruppo di lavoro è stato coordinato dal prof. Saverio Russo (Università di Foggia) e ne hanno fatto parte Rocco Carella, Angelo Massafra, Anna Lucia de Nitto e Nello Biscotti. Attraverso una prima ricognizione si è giunti alla definizione di una lista di 136 paesaggi agrari storici, prioritariamente da tutelare. I paesaggi garganici riconosciuti sono: Gli Agrumeti di Vico, Rodi e Ischitella e i Terrazzamenti di Monte S.Angelo. Il Paesaggio degli agrumi è la storia è quella di una piccola comunità pugliese divisa tra Vico, Rodi Garganico e Ischitella, sul Gargano. Una comunità che si fa grande costruendo un paesaggio con gli agrumi, oggi tra i più notevoli paesaggi rurali storici italiani. Un paesaggio per conoscere uno spaccato dell’Italia agricola e dei suoi modelli produttivi, oggi conosciuti come agricolture tradizionali, interessati da decenni da un inarrestabile abbandono, con conseguenze che oggi paghiamo in termini di degrado del paesaggio e della sua funzionalità ecologica (dissesti idrogeologici), di perdita di biodiversità e di risorse agricole. Il paesaggio dei terrazzamenti di Monte S.Angelo è veramente suggestivo oltre che spettacolare, che ci coglie facilmente percorrendo la provinciale Monte-Mattinata, o Monte-Manfredonia. La ripidità dei versanti, poverissimi di suolo, ha imposto faticosissimi lavori e, spesso, il suolo è stato portato “a spalle” da valle per riempire di un “pungo di terra” piazzole ricavate sulla nuda roccia; “...dopo che una pioggia... ha distrutto in un attimo il lavoro di una generazione... – scriveva negli anni Cinquanta del ’900 Biagiotti – si è sicuri di vedere il contadino garganico inerpicato sulle pendici a ricostruire la sua terra, i suoi terrazzamenti”.